La visita alla Chiesa del Santissimo Salvatore, un tripudio di stucchi, decorazioni, marmi e affreschi

La Chiesa del Santissimo Salvatore a Palermo
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Secondo la tradizione popolare, nella Chiesa del Santissimo Salvatore, voluta nel 1072 dal normanno Roberto il Guiscardo, presero i voti due donne famose e care ai palermitani. La prima era la regina Costanza d’Altavilla, destinata poi a lasciare il monastero, a sposarsi e a concepire un figlio che diventerà imperatore col nome di Federico II.
La seconda era la giovane Rosalia, prima di ritirarsi nella grotta da eremita. Dopo quasi cinque secoli dall’edificazione, con l’intento di avere una chiesa ancora più sontuosa che si affacciasse sul Cassaro, le monache vollero demolire la struttura medievale e la ricostruirono nel 1528. Ne decisero un ulteriore ampliamento e abbellimento nel 1682, su progetto di Paolo Amato. Gravemente danneggiata dai bombardamenti nel 1943, la chiesa fu recuperata e ristrutturata nel 1959. Dentro, un tripudio di stucchi, decorazioni, marmi policromi e affreschi di Vito D’Anna.
La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili.
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