Le fotografie di quattro autori accomunate da un unico tema determinante, il bianco e il nero

Foto di Salvo Cristaudo per il progetto "Bianchi e Neri" (part.)
Si intitola "Bianchi e Neri" la mostra fotografica collettiva con Gregorio Bertolini, Toti Clemente, Salvo Cristaudo e Vincenzo Montalbano, allestita dal 18 ottobre al 30 novembre a Palermo, da Divinae Vinoteca in via Dante 80. Quattro autori dell'AeffeA, associazione fotografica Alesina, che affrontano differenti tematiche con uno stile proprio, all'interno di un quadro complessivo variegato e suggestivo, tenuto insieme dal filo comune dell'emozione.
Ognuno di loro ha selezionato, dalla propria produzione, un numero di stampe sufficienti a individuare i generi e i soggetti preferiti, nell'intento di esprimere il proprio modo di osservare il mondo circostante. La scelta comune è stata quella di collegare il progetto espositivo attraverso una metodologia aggregante costituita dal bianco e nero.
Gregorio Bertolini, ha combinato i versi di una sua poesia e i paesaggi non convenzionali del mare, della costa e dell'antistante isolotto di Isola delle Femmine, riuscendo a creare atmosfere misteriose ma capaci di comunicare calma e tranquillità.
L'obiettivo di Toti Clemente, invece, ha scrutato attraverso spazi, ringhiere e varie aperture rivelando agli osservatori una realtà parallela solo apparentemente uguale a quella che osserverebbe da un punto di vista quasi indiscreto.
Le immagini esposte da Salvo Cristaudo esplorano un universo abitato dalle ombre più o meno marcate, ma sempre evidenti su vari tipi di superfici e trascurano deliberatamente i corpi che le proiettano.
Infine "Il rito della Luce", durante il quale Vincenzo Montalbano ha realizzato un garbato reportage, pieno di simboli sottili e di intensi significati. Una manifestazione inconsueta, celebrata in occasione del solstizio d’estate presso la Piramide di Motta d'Affermo ed ispirata agli antichi culti pagani.
Ognuno di loro ha selezionato, dalla propria produzione, un numero di stampe sufficienti a individuare i generi e i soggetti preferiti, nell'intento di esprimere il proprio modo di osservare il mondo circostante. La scelta comune è stata quella di collegare il progetto espositivo attraverso una metodologia aggregante costituita dal bianco e nero.
Gregorio Bertolini, ha combinato i versi di una sua poesia e i paesaggi non convenzionali del mare, della costa e dell'antistante isolotto di Isola delle Femmine, riuscendo a creare atmosfere misteriose ma capaci di comunicare calma e tranquillità.
L'obiettivo di Toti Clemente, invece, ha scrutato attraverso spazi, ringhiere e varie aperture rivelando agli osservatori una realtà parallela solo apparentemente uguale a quella che osserverebbe da un punto di vista quasi indiscreto.
Le immagini esposte da Salvo Cristaudo esplorano un universo abitato dalle ombre più o meno marcate, ma sempre evidenti su vari tipi di superfici e trascurano deliberatamente i corpi che le proiettano.
Infine "Il rito della Luce", durante il quale Vincenzo Montalbano ha realizzato un garbato reportage, pieno di simboli sottili e di intensi significati. Una manifestazione inconsueta, celebrata in occasione del solstizio d’estate presso la Piramide di Motta d'Affermo ed ispirata agli antichi culti pagani.
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