Marcello Buffa torna dopo undici anni con la personale "Nonluogo a procedere" alla galleria Nuvole
Il pittore palermitano Marcello Buffa da qualche anno porta avanti una ricerca che affronta il paesaggio urbano e la costruzione dello spazio, con una nuova grammatica della pittura. La mostra "Nonluogo a procedere" è una selezione di queste nuove opere con le quali l'atista si avventura in un intenso, e anche giocoso, corpo a corpo della pittura con la storia dell'arte e con l'architettura.
Nel 1992 l’antropologo francese Marc Augé, nel suo testo "Non-lieux. Introduction à une anthropologie de la surmodernité", conia il neologismo nonluogo (non-lieu) per definire i nuovi luoghi tipici della modernità del mondo occidentale. Qui, invece, la pittura reinventa il non-luogo e lo ricrea attraverso uno stravolgimento elaborativo e un gioco di rimandi con la pittura di tradizione.
La sfida è quella di ristabilire, tramite il processo pittorico, i legami con la storia collettiva. La parola degli antropologi e dei sociologi lascia quindi il campo alla pittura, che si alimenta di immagini e immaginazione, per svelare attesa, silenzio, desiderio, memoria.
Lo spazio inventato dal pittore si avvera nello sguardo del fruitore, spazio e tempo si fondono in una ricerca di relazione. La mostra è accompagnata da un testo di Amalia Crisantino.
Nel 1992 l’antropologo francese Marc Augé, nel suo testo "Non-lieux. Introduction à une anthropologie de la surmodernité", conia il neologismo nonluogo (non-lieu) per definire i nuovi luoghi tipici della modernità del mondo occidentale. Qui, invece, la pittura reinventa il non-luogo e lo ricrea attraverso uno stravolgimento elaborativo e un gioco di rimandi con la pittura di tradizione.
La sfida è quella di ristabilire, tramite il processo pittorico, i legami con la storia collettiva. La parola degli antropologi e dei sociologi lascia quindi il campo alla pittura, che si alimenta di immagini e immaginazione, per svelare attesa, silenzio, desiderio, memoria.
Lo spazio inventato dal pittore si avvera nello sguardo del fruitore, spazio e tempo si fondono in una ricerca di relazione. La mostra è accompagnata da un testo di Amalia Crisantino.
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