"Morte di un commesso viaggiatore": al Biondo lo spettacolo di Miller diretto da Francesco Scianna
L'attore e regista Francesco Scianna
Un classico del repertorio novecentesco segna il debutto alla regia teatrale dell'attore cinematografico e televisivo Francesco Scianna: l'appuntamento è dal 2 al 4 ottobre al Teatro Biondo di Palermo con "Morte di un commesso viaggiatore".
Prodotto dall'associazione culturale 3Altrove in collaborazione con il Teatro Biondo, lo spettacolo conta, oltre che sulla regia di Scianna. sulle musiche di Marco Betta.
Il dramma di Miller (Premio Pulitzer per la drammaturgia nel 1949), è un'amara parabola sulla spietatezza della società contemporanea, fondata sul profitto e sulla competizione, una denuncia dell’ipocrisia che sta alla base del sogno americano, il cui prezzo sono i fallimenti personali, i conflitti familiari e l’autodistruzione.
Ormai incapace di stare nella realtà, Willy (interpretato da Francesco Biscione) non distingue più tra presente e passato, sogni e ricordi, tra quanto si agita nella sua testa e quanto nella vita vera.
«Morte di un commesso viaggiatore – spiega il regista – ci immerge nella società delle apparenze, dove le personalità risultano come “prodotto” costruito dal soggetto».
«Mi sembra che Miller ci suggerisca di interpretare la parabola del protagonista come un denso viaggio nel tentativo di scardinare bugie e illusioni - continua Scianna - per sciogliere a qualsiasi costo i legami che imprigionano nella dimensione di genitore da un lato e in quella di figlio dall’altro».
Prodotto dall'associazione culturale 3Altrove in collaborazione con il Teatro Biondo, lo spettacolo conta, oltre che sulla regia di Scianna. sulle musiche di Marco Betta.
Il dramma di Miller (Premio Pulitzer per la drammaturgia nel 1949), è un'amara parabola sulla spietatezza della società contemporanea, fondata sul profitto e sulla competizione, una denuncia dell’ipocrisia che sta alla base del sogno americano, il cui prezzo sono i fallimenti personali, i conflitti familiari e l’autodistruzione.
Ormai incapace di stare nella realtà, Willy (interpretato da Francesco Biscione) non distingue più tra presente e passato, sogni e ricordi, tra quanto si agita nella sua testa e quanto nella vita vera.
«Morte di un commesso viaggiatore – spiega il regista – ci immerge nella società delle apparenze, dove le personalità risultano come “prodotto” costruito dal soggetto».
«Mi sembra che Miller ci suggerisca di interpretare la parabola del protagonista come un denso viaggio nel tentativo di scardinare bugie e illusioni - continua Scianna - per sciogliere a qualsiasi costo i legami che imprigionano nella dimensione di genitore da un lato e in quella di figlio dall’altro».
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