"A-mori": la Sicilia nell'immaginario antico e contemporaneo di Domenico Pellegrino
Sicilia terra di leggende, dove si fondono vita, orgoglio, amore e morte. Dove si incrociano popolazioni diverse, dove tradizioni tra loro lontane si intrecciano per formare nuove narrazioni. Sicilia terra di stranezze, tra il magico e il macabro, il religioso e il profano.
In occasione de "Le vie dei tesori" (visualizza l'articolo di approfondimento), Domenico Pellegrino espone al pubblico l'istallazione "A-mori", a cura di Alba Romano Pace, sostenuta ed organizzata dalla Fondazione Sambuca e dalla Fondazione Marco e Rossella per l'Arte Contemporanea. L'artista trasporta lo spettatore in un universo onirico fatto di luci, profumi e colori e lo fa attraverso un percorso sensoriale in cui rivive l’antica leggenda delle "Teste di moro", oggetto simbolo della storia locale.
Due sagome di luce ritracciano il volto del moro e della sua donna, che si pongono davanti lo spettatore come due grandi apparizioni nel buio della sala, accese per la prima volta - in occasione dell'inaugurazione - dai Picciotti della lapa del teatro Ditirammu.
Tematiche che toccano argomenti come l'integrazione, la comprensione interculturale, l'accoglienza. Una volta mozzata la testa del moro (o entrambe le teste dell’uomo e della donna) questa servirà da vaso per una pianta di basilico che crescerà sempre più rigogliosa, simbolo di metamorfosi quasi citando Ovidio, simbolo di vittoria della natura sulla stoltezza umana.
Un tappeto di basilico si estende ai piedi delle due teste nell’istallazione di Domenico Pellegrino, l’odore è talmente forte da stonare lo spettatore ricordando le capacità afrodisiache della pianta che è stata per questo come il simbolo degli innamorati.
Il profumo della pianta dunque, come la luce emanata dalle teste dell’uomo e della donna, trasmettono un messaggio di unione e riconciliazione, che passa trasversalmente dalla leggenda, al folklore alle tradizioni popolari fino a giungere alla contemporaneità.
In occasione de "Le vie dei tesori" (visualizza l'articolo di approfondimento), Domenico Pellegrino espone al pubblico l'istallazione "A-mori", a cura di Alba Romano Pace, sostenuta ed organizzata dalla Fondazione Sambuca e dalla Fondazione Marco e Rossella per l'Arte Contemporanea. L'artista trasporta lo spettatore in un universo onirico fatto di luci, profumi e colori e lo fa attraverso un percorso sensoriale in cui rivive l’antica leggenda delle "Teste di moro", oggetto simbolo della storia locale.
Due sagome di luce ritracciano il volto del moro e della sua donna, che si pongono davanti lo spettatore come due grandi apparizioni nel buio della sala, accese per la prima volta - in occasione dell'inaugurazione - dai Picciotti della lapa del teatro Ditirammu.
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Le teste raccontano di un amore proibito quello tra un moro ed una fanciulla siciliana, evocano l’incontro e lo scontro di due culture, e ricordano l’amara punizione della decapitazione dettata dalla passione amorosa nella versione della leggenda che vede la donna uccidere l’uomo per non farlo rientrare al proprio paese e dalla propria famiglia - o dettata da un presupposto onore ferito, in cui la famiglia uccide entrambi gli amanti. Tematiche che toccano argomenti come l'integrazione, la comprensione interculturale, l'accoglienza. Una volta mozzata la testa del moro (o entrambe le teste dell’uomo e della donna) questa servirà da vaso per una pianta di basilico che crescerà sempre più rigogliosa, simbolo di metamorfosi quasi citando Ovidio, simbolo di vittoria della natura sulla stoltezza umana.
Un tappeto di basilico si estende ai piedi delle due teste nell’istallazione di Domenico Pellegrino, l’odore è talmente forte da stonare lo spettatore ricordando le capacità afrodisiache della pianta che è stata per questo come il simbolo degli innamorati.
Il profumo della pianta dunque, come la luce emanata dalle teste dell’uomo e della donna, trasmettono un messaggio di unione e riconciliazione, che passa trasversalmente dalla leggenda, al folklore alle tradizioni popolari fino a giungere alla contemporaneità.
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