Turi Rapisarda "Corpi speciali"

Fotografo dai mille talenti, Turi Rapisarda scardina i luoghi comuni dell’idea di ritratto. E parla di “ultimi” in un “mondo scomodo”. Sono loro - forse noi stessi - quei “corpi speciali” costretti come evidenzia la cronaca di ogni giorno a snaturarsi, ad uscire dal proprio habitat per “impiantarsi” in nuove realtà.
Foto-simbolo dei nuovi (e vecchi) emigranti, documenti-metafora che raffigurano le tragedie di un mondo che si vorrebbe globalizzato (coi social network) e che invece produce sempre più solitudine ed alienazione. E così, la serie “Piante” racconta chi lascia la propria realtà per “provarci” altrove, chi perde le proprie radici e viene trapiantato in un vaso “altro”; e la serie “Autoabbracci” invece sottolinea la carenza di affetti dell’uomo moderno che può avere 1000 “amici” su Facebook e 500 followers su Twitter ma si scopre costretto ad abbracciarsi da solo.
Turi Rapisarda, catanese di nascita, torinese d’adozione, è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Torino sezione Scenografia; sin dalla metà degli anni ’70 ha preso parte a numerose esposizioni in Italia e all’estero, scegliendo spesso luoghi non istituzionali, sfidando così i luoghi comuni borghesi, e le scelte facili e consumistiche. Sebbene artista di nicchia, Turi Rapisarda è stimato dalla critica nazionale più severa (Francesca Alfano Miglietti ne è un esempio). Le sue fotografie sono realizzate in bianco/nero e stampate su carta cotone da negativo (dimensioni variabili).
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