"Oggetti fuori posto, oggetti che parlano": il seminario internazionale di arte e antropologia al Museo delle Marionette
Torna a Palermo il seminario internazionale di Arte e antropologia, appuntamento di approfondimento interdisciplinare da anni organizzato dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari – Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino in collaborazione con il laboratorio dell'IIAC/LAIOS/LACI.
Il seminario “Oggetti fuori posto, oggetti che parlano”, in programma al Museo delle marionette il 15 e 16 ottobre dalle 9, conclude una serie di incontri internazionali che si sono svolti sia nel capoluogo siciliano che a Québec (Université Laval, Canada) e a Parigi (EHESS / Musée du quai Branly).
Gli “oggetti fuori posto, oggetti che parlano” sono il focus di questa nuova edizione che si interroga sul modo in cui l’arte e l’antropologia possono dialogare attraverso e sugli oggetti.
Questo incontro tra arte, antropologia e scienze sociali propone una riflessione sugli oggetti “fuori posto” che possono diventare supporti di creazione basati sull’accumulazione, la derisione, l’appropriazione indebita o la sovversione. Gli artisti e i ricercatori che analizzano, creano, fanno prendere la parola a degli oggetti ricorrono a volte a nuove strategie narrative. Deteriorabili, esposti all'usura del tempo, gli oggetti diventano tracce o frammenti, interrogano la memoria – la vita, la morte e la rinascita - e sollecitano l’immaginazione.
Se gli oggetti industriali - conformi a mode effimere e destinati a un’obsolescenza programmata - sono destinati ad essere distrutti, i manufatti delle società tradizionali esposti nei musei subiscono una morte simbolica e in alcuni casi una rinascita che provoca malintesi, disturba.
Non possiamo descrivere le società senza preoccuparci degli oggetti con i quali viviamo. Spostarli, trapiantarli, implica rimodellarli e caricarli di nuovi significati. Gli oggetti intrattengono un dialogo con chi li possiede. Secondo alcune religioni e tradizioni terapeutiche, certuni esercitano un potere di vita e di morte sui loro proprietari.
Il seminario “Oggetti fuori posto, oggetti che parlano”, in programma al Museo delle marionette il 15 e 16 ottobre dalle 9, conclude una serie di incontri internazionali che si sono svolti sia nel capoluogo siciliano che a Québec (Université Laval, Canada) e a Parigi (EHESS / Musée du quai Branly).
Gli “oggetti fuori posto, oggetti che parlano” sono il focus di questa nuova edizione che si interroga sul modo in cui l’arte e l’antropologia possono dialogare attraverso e sugli oggetti.
Questo incontro tra arte, antropologia e scienze sociali propone una riflessione sugli oggetti “fuori posto” che possono diventare supporti di creazione basati sull’accumulazione, la derisione, l’appropriazione indebita o la sovversione. Gli artisti e i ricercatori che analizzano, creano, fanno prendere la parola a degli oggetti ricorrono a volte a nuove strategie narrative. Deteriorabili, esposti all'usura del tempo, gli oggetti diventano tracce o frammenti, interrogano la memoria – la vita, la morte e la rinascita - e sollecitano l’immaginazione.
Se gli oggetti industriali - conformi a mode effimere e destinati a un’obsolescenza programmata - sono destinati ad essere distrutti, i manufatti delle società tradizionali esposti nei musei subiscono una morte simbolica e in alcuni casi una rinascita che provoca malintesi, disturba.
Non possiamo descrivere le società senza preoccuparci degli oggetti con i quali viviamo. Spostarli, trapiantarli, implica rimodellarli e caricarli di nuovi significati. Gli oggetti intrattengono un dialogo con chi li possiede. Secondo alcune religioni e tradizioni terapeutiche, certuni esercitano un potere di vita e di morte sui loro proprietari.
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