"Prospettive Siciliane" di Cosimo Cristina: in mostra a Palermo le pagine antimafia
Viene inaugurata venerdì 5 dicembre alle 11.00 presso la Sede dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia (in via Bernini 52 a Palermo) la mostra "Cosimo Cristina e il suo giornale: i mesi di Prospettive siciliane".
La mostra promossa da Esperonews, OdG di Sicilia, I.C. Giovanni XXIII Trabia resta visitabile fino al 31 dicembre, da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00.
La mostra, curata da Giusi Conti e Alfonso Lo Cascio. racconta Cosimo Cristina e il suo giornale.
Il percorso espositivo propone le pagine più interessanti di "Prospettive Siciliane", il periodico da lui fondato e dalle cui pagine, probabilmente, firmò la sua condanna a morte.
Cosimo Cristina nacque a Termini Imerese l'11 agosto 1935. La sua famiglia lo vide per l'ultima volta la mattina del 3 maggio 1960. Nel pomeriggio del 5 maggio fu trovato tra i binari del tunnel ferroviario di Contrada Fossola a Termini Imerese. Morto.
Aveva 25 anni ed era un giovane intraprendente, appassionato giornalista, con il "vizio" della verità a tutti i costi.
Tra il 1955 e il 1959 aveva collaborato come corrispondente per il giornale L'Ora di Palermo, per Il Giorno, per l'agenzia Ansa, per il Corriere della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino. Nel 1959 aveva fondato il settimanale "Prospettive Siciliane", il suo giornale.
Tante le inchieste da lui condotte: l'omicidio del sindacalista Salvatore Carnevale e del sacerdote cefaludese Pasquale Culotta, la morte di Agostino Tripi a Termini Imerese, il processo per l'omicidio di Carmelo Giallombardo, la vicenda dei Frati di Mazzarino. Co.Crì lo pseudonimo con cui spesso si firmava.
Del corpo trovato morto non venne nemmeno disposta l'autopsia. Il marchio infamante del suicidio, insieme alla condanna della Chiesa, che gli negò per questo i conforti religiosi, gettarono l'oblio sul suo coraggio e sulla sua incessante ricerca della verità.
Anche le pagine di "Prospettive Siciliane", il cui primo numero uscì il 25 dicembre 1959, l'ultimo il 13 marzo 1960, sembrarono inghiottite dal nulla.
Solo dopo molti anni, tra la fine dei Novanta e la prima decade del secondo millennio, l'impegno di altri giornalisti coraggiosi, la passione di insegnanti convinti che il suo esempio dovesse essere consegnato alle giovani generazioni, consentì di innescare un vasto movimento di opinione, che restituì al giovane giornalista la verità: Cosimo Cristina fu il primo giornalista ucciso dalla mafia.
Le pagine di "Prospettive Siciliane" furono quasi miracolosamente rinvenute presso la Biblioteca Nazionale di Firenze da una giovane studiosa, appassionatasi alla sua storia.
Con questa mostra, per la prima volta, quel giornale diventa patrimonio collettivo di una comunità che intende fare memoria di uno dei suoi figli migliori.
La mostra promossa da Esperonews, OdG di Sicilia, I.C. Giovanni XXIII Trabia resta visitabile fino al 31 dicembre, da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00.
La mostra, curata da Giusi Conti e Alfonso Lo Cascio. racconta Cosimo Cristina e il suo giornale.
Il percorso espositivo propone le pagine più interessanti di "Prospettive Siciliane", il periodico da lui fondato e dalle cui pagine, probabilmente, firmò la sua condanna a morte.
Cosimo Cristina nacque a Termini Imerese l'11 agosto 1935. La sua famiglia lo vide per l'ultima volta la mattina del 3 maggio 1960. Nel pomeriggio del 5 maggio fu trovato tra i binari del tunnel ferroviario di Contrada Fossola a Termini Imerese. Morto.
Aveva 25 anni ed era un giovane intraprendente, appassionato giornalista, con il "vizio" della verità a tutti i costi.
Tra il 1955 e il 1959 aveva collaborato come corrispondente per il giornale L'Ora di Palermo, per Il Giorno, per l'agenzia Ansa, per il Corriere della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino. Nel 1959 aveva fondato il settimanale "Prospettive Siciliane", il suo giornale.
Tante le inchieste da lui condotte: l'omicidio del sindacalista Salvatore Carnevale e del sacerdote cefaludese Pasquale Culotta, la morte di Agostino Tripi a Termini Imerese, il processo per l'omicidio di Carmelo Giallombardo, la vicenda dei Frati di Mazzarino. Co.Crì lo pseudonimo con cui spesso si firmava.
Del corpo trovato morto non venne nemmeno disposta l'autopsia. Il marchio infamante del suicidio, insieme alla condanna della Chiesa, che gli negò per questo i conforti religiosi, gettarono l'oblio sul suo coraggio e sulla sua incessante ricerca della verità.
Anche le pagine di "Prospettive Siciliane", il cui primo numero uscì il 25 dicembre 1959, l'ultimo il 13 marzo 1960, sembrarono inghiottite dal nulla.
Solo dopo molti anni, tra la fine dei Novanta e la prima decade del secondo millennio, l'impegno di altri giornalisti coraggiosi, la passione di insegnanti convinti che il suo esempio dovesse essere consegnato alle giovani generazioni, consentì di innescare un vasto movimento di opinione, che restituì al giovane giornalista la verità: Cosimo Cristina fu il primo giornalista ucciso dalla mafia.
Le pagine di "Prospettive Siciliane" furono quasi miracolosamente rinvenute presso la Biblioteca Nazionale di Firenze da una giovane studiosa, appassionatasi alla sua storia.
Con questa mostra, per la prima volta, quel giornale diventa patrimonio collettivo di una comunità che intende fare memoria di uno dei suoi figli migliori.
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