Settemila metri di scaffalature lignee: un viaggio nella memoria all'Archivio Storico Comunale di Palermo
L'Archivio Storico comunale di Palermo
Terrazze, campanili, chiese sconosciute, palazzi privati, giardini, ex fabbriche, manifatture artigiane: sono 130 quest’anno i luoghi che il Festival "Le Vie dei Tesori" apre nei cinque weekend compresi tra il 5 ottobre e il 4 novembre a Palermo, la città Capitale della Cultura 2018 dove la manifestazione è nata nel 2006 e dove è giunta alla sua dodicesima edizione.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Settemila metri di scaffalature lignee cariche di documenti, libri e manoscritti. Racchiudono la memoria della città di Palermo, dalla fine del 1200 alla metà del Novecento. L’Archivio storico comunale è un pozzo inesauribile di fonti preziose: dal Registro di Gabelle regie di epoca angioina al Fondo Ricordi patri, del quale fanno parte“cimeli” risorgimentali come le lettere autografe di Garibaldi, re Umberto I e Crispi. Dal 1866 ha sede nell’ex convento agostiniano di San Nicolò da Tolentino, edificato sul luogo dell’antica sinagoga ebraica.
Splendida opera di geniale ingegneria è l’“Aula Grande” di Giuseppe Damiani Almeyda, il celebre progettista del Politeama. Una scala a chiocciola consente di raggiungere gli originali ballatoi. Quattro argani in legno, provvisti di cestelli,permettono di far viaggiare su e giù carte e volumi per la consultazione.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Settemila metri di scaffalature lignee cariche di documenti, libri e manoscritti. Racchiudono la memoria della città di Palermo, dalla fine del 1200 alla metà del Novecento. L’Archivio storico comunale è un pozzo inesauribile di fonti preziose: dal Registro di Gabelle regie di epoca angioina al Fondo Ricordi patri, del quale fanno parte“cimeli” risorgimentali come le lettere autografe di Garibaldi, re Umberto I e Crispi. Dal 1866 ha sede nell’ex convento agostiniano di San Nicolò da Tolentino, edificato sul luogo dell’antica sinagoga ebraica.
Splendida opera di geniale ingegneria è l’“Aula Grande” di Giuseppe Damiani Almeyda, il celebre progettista del Politeama. Una scala a chiocciola consente di raggiungere gli originali ballatoi. Quattro argani in legno, provvisti di cestelli,permettono di far viaggiare su e giù carte e volumi per la consultazione.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
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