"Donne d´amore uccise": una pièce contro la violenza sulle donne e il femminicidio

Una testimonianza contro il femminicidio accompagnata a un ritorno al teatro civile. È “Donne d’amore uccise”, uno spettacolo di Giuditta Lelio in scena a Palermo venerdì 15 aprile alle 21.30.
Quella che la regista affronta è una dolorosa prova di scrittura che si snoda attraverso un percorso difficile e spaventoso da percorrere attraverso il teatro, chiamato a testimoniare la verità.
La figura femminile è stata ed è troppo spesso oggetto di prepotenze, soprusi, oppressioni e violenza di ogni tipo, considerata alla stessa stregua di una proprietà esclusiva.
“Donne d’amore uccise” entra nel complesso universo femminile, viaggiando nella letteratura di tutti i tempi: dalla tragedia greca di Sofocle, all’Otello di Shakespeare, fino ad arrivare agli articoli di cronaca attuali.
Sul palcoscenico, in controluce, l’ombra di un uomo e, al centro della scena, a dividere i due pianeti, il maschile e il femminile, un abito da sposa bianco e bellissimo, archetipo dell’inconscio collettivo, legato nell’immaginario femminile alla vita di coppia, all’unione, all’appagamento emotivo dell’innamoramento, della passione.
Due donne sul palcoscenico, interpretate dalle attrici Danila Laguardia e Micaela De Grandi, daranno voce ad altre che non ci sono più e non possono per questo denunciare l’uomo oltraggioso che manca di rispetto, ossessionato dalla gelosia e che toglie alle donne la libertà di esprimere i pensieri, distruggendo le relazioni affettive preesistenti e servendosi della violenza per dimostrare il suo potere assoluto.
L’unica via d’uscita verso la salvezza per le donne passa attraverso la formazione e l’educazione sentimentale volte ad affinare un nuovo senso: la percezione del pericolo per allontanarsi fin dalle prime subdole provocazioni.
La salvezza si trova lavorando sulla personalità delle donne che con la pancia e l’intuito devono fare un percorso al contrario: costruire un sé nuovo, forte e consapevole, capace di riconoscere il sentimento positivo, sapendo che un’unione non è mai un vincolo indissolubile e che l’amore non è dipendenza affettiva ma libertà.
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