"Quattordici chilometri": al Teatro Biondo lo spettacolo di Settembre Teatro

Un appuntamento che vede uniti l'Instituto Cervantes e il Teatro Biondo di Palermo: martedì 30 e mercoledì 31 maggio alle ore 21 va in scena sul palco della Sala Strehler "Quattordici Chilometri".
Lo spettacolo, un sentito monologo a tre voci, è spagnolo e viene portato in scena dalla compagnia Settembre Teatro. "Quattordici chilometri" è un testo di Jose Manuel Mora, e la versione che va in scena a Palermo è adattata drammaturgicamente e allestita da Marta Bevilacqua e Jose Olmos.
Sul palco la stessa Marta Bevilacqua interpreta tre personaggi che raccontano come "Quattordici chilometri" siano una distanza particolare: è quella che separa l’Africa dall’Europa, è lo stretto di Gibilterra, è il desiderio di poter essere un'altra persona ed è la storia di un uomo malato e una ragazzina che desidera oltrepassarli.
"Quattordici chilometri" è uno spettacolo che racconta questo e molto altro: sulla scena divisa da una recinzione di plastica trasparente, il personaggio si dibatte tra due spazi, il femminile e il maschile.
L'attrice è una persona, due persone, tre persone. E di ognuna racconta e restituisce tutte le più piccole sfumature, costruenndo il mondo intimo dei personaggi, pieno di densità sessuale, dove alla fine sono tutti vittime.
Lo spettacolo, un sentito monologo a tre voci, è spagnolo e viene portato in scena dalla compagnia Settembre Teatro. "Quattordici chilometri" è un testo di Jose Manuel Mora, e la versione che va in scena a Palermo è adattata drammaturgicamente e allestita da Marta Bevilacqua e Jose Olmos.
Sul palco la stessa Marta Bevilacqua interpreta tre personaggi che raccontano come "Quattordici chilometri" siano una distanza particolare: è quella che separa l’Africa dall’Europa, è lo stretto di Gibilterra, è il desiderio di poter essere un'altra persona ed è la storia di un uomo malato e una ragazzina che desidera oltrepassarli.
"Quattordici chilometri" è uno spettacolo che racconta questo e molto altro: sulla scena divisa da una recinzione di plastica trasparente, il personaggio si dibatte tra due spazi, il femminile e il maschile.
L'attrice è una persona, due persone, tre persone. E di ognuna racconta e restituisce tutte le più piccole sfumature, costruenndo il mondo intimo dei personaggi, pieno di densità sessuale, dove alla fine sono tutti vittime.
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