Tra ampolle e bilancini, il regno antico dello speziale: le visite all'Antica Farmacia Cartia di Scicli
L'Antica Farmacia Cartia di Scicli
Secondo l'Unesco Scicli è "un capolavoro del genio creativo umano dell’età tardo-barocca". Solenne e accogliente insieme, è un inno alla qualità della vita. Tra le meraviglie della città "Le Vie dei Tesori", a Scicli per la sua seconda edizione, nei weekend dal 4 al 20 ottobre, propone un viaggio in tredici tappe, denso di echi storici e letterari. Chiese barocche, palazzi sontuosi, musei.
Nel cuore del centro storico si trova uno dei siti più curiosi della città, diventato anche set cinematografico. Nel 1902 lo speziale Guglielmo Cartia decise di aprire una bottega di farmaci ed erbe medicinali, arredandola secondo la moda del tempo, con mobili in legno realizzati da un ebanista di Scicli, copiando alcuni modelli di un’altra storica farmacia, la Spadaro-Ventura di Catania.
Oggi, l’antica bottega si è trasformata in un piccolo museo che conserva ancora intatti i preziosi arredi Liberty. Negli scaffali è esposta una ricca collezione di barattoli, ampolle, bilancini, ceramiche, persino l’antico registratore di cassa. Uno spaccato della Belle epoque locale e della scienza farmacologica di allora. Tanto che il commissario Montalbano è passato da qui.
A Scicli sono 13 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili.
Nel cuore del centro storico si trova uno dei siti più curiosi della città, diventato anche set cinematografico. Nel 1902 lo speziale Guglielmo Cartia decise di aprire una bottega di farmaci ed erbe medicinali, arredandola secondo la moda del tempo, con mobili in legno realizzati da un ebanista di Scicli, copiando alcuni modelli di un’altra storica farmacia, la Spadaro-Ventura di Catania.
Oggi, l’antica bottega si è trasformata in un piccolo museo che conserva ancora intatti i preziosi arredi Liberty. Negli scaffali è esposta una ricca collezione di barattoli, ampolle, bilancini, ceramiche, persino l’antico registratore di cassa. Uno spaccato della Belle epoque locale e della scienza farmacologica di allora. Tanto che il commissario Montalbano è passato da qui.
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