Utopia della ricostruzione tra arte e bellezza: sulla scia di questa volontà nasce "Kaleidoscopica"

Lorenzo Martino, "Assenze 2", tempera su carta (part.)
Una mappatura ad ampio raggio tra carte medievali e ricostruzioni di un urbano utopico: parte il progetto "Kaleidoscopica - Schegge di una Messina distante" che vede protagonisti 4 artisti con la voglia di disegnare nuovi futuri, tra abbandono, assenza e fratture.
Una mostra collettiva dalla forte energia creativa, fortemente voluta dalla curatrice Mariateresa Zagone ed accolta dalla gallerista e co-curatrice Roberta Guarnera che, nonostante tutte le difficoltà del momento e quelle più stratificate, vuole rilanciare la bellezza ma anche la condivisione per recuperare una quotidianità che, negli ultimi mesi, si è inevitabilmente affievolita.
Sulla scia di questa volontà si sviluppa "Kaleidoscopica". La topografia è la stessa, il sito insediativo pure e si respira, a ben guardarla, anche un genius loci, forse nella falce, forse nella sottile striscia di terra che costeggia lo Stretto, forse nei monti che guardano la Calabria.
Tutto il resto sono frammenti, tracce che conducono alla Messina di oggi come all'ultima delle tappe di un viaggio attraverso il tempo. Una città futuribile, antica e parimenti contemporanea, che a volte si desidera dimenticare o in cui si desidera tornare.
Da qui il titolo del progetto che richiama appunto il caleidoscopio, oggetto strabiliante e pirotecnico in cui è possibile trovare alla rinfusa frammenti colorati, riflessioni multiple, immagini mutanti e imprevedibili, realtà o parti di essa, visioni immaginifiche e forme concrete, le stesse che danno corpo alla città stratificata nell'immaginario di ognuno dei quattro artisti presenti in questa collettiva.
Tutti messinesi e giovani, alcuni dei quali temporaneamente o stabilmente residenti altrove, attraverso linguaggi e sensibilità differenti si interrogano sulla vitalità dello spazio urbano anche quando violentato o stravolto, sulla fecondità del rapporto con esso e sull'unità inscindibile col paesaggio e con la storia.
Gli ingressi alla mostra saranno contingentati e sarà obbligatorio l'uso della mascherina secondo l'attuale normativa
anti-covid.
Una mostra collettiva dalla forte energia creativa, fortemente voluta dalla curatrice Mariateresa Zagone ed accolta dalla gallerista e co-curatrice Roberta Guarnera che, nonostante tutte le difficoltà del momento e quelle più stratificate, vuole rilanciare la bellezza ma anche la condivisione per recuperare una quotidianità che, negli ultimi mesi, si è inevitabilmente affievolita.
Sulla scia di questa volontà si sviluppa "Kaleidoscopica". La topografia è la stessa, il sito insediativo pure e si respira, a ben guardarla, anche un genius loci, forse nella falce, forse nella sottile striscia di terra che costeggia lo Stretto, forse nei monti che guardano la Calabria.
Tutto il resto sono frammenti, tracce che conducono alla Messina di oggi come all'ultima delle tappe di un viaggio attraverso il tempo. Una città futuribile, antica e parimenti contemporanea, che a volte si desidera dimenticare o in cui si desidera tornare.
Da qui il titolo del progetto che richiama appunto il caleidoscopio, oggetto strabiliante e pirotecnico in cui è possibile trovare alla rinfusa frammenti colorati, riflessioni multiple, immagini mutanti e imprevedibili, realtà o parti di essa, visioni immaginifiche e forme concrete, le stesse che danno corpo alla città stratificata nell'immaginario di ognuno dei quattro artisti presenti in questa collettiva.
Tutti messinesi e giovani, alcuni dei quali temporaneamente o stabilmente residenti altrove, attraverso linguaggi e sensibilità differenti si interrogano sulla vitalità dello spazio urbano anche quando violentato o stravolto, sulla fecondità del rapporto con esso e sull'unità inscindibile col paesaggio e con la storia.
Gli ingressi alla mostra saranno contingentati e sarà obbligatorio l'uso della mascherina secondo l'attuale normativa
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