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“We lost the sea”: l'installazione di Federica Di Carlo mette in scena il respiro della Terra

  • Arsenale della Marina Regia - Palermo
  • Dal 18 giugno al 15 settembre 2018 (evento concluso)
  • Visitabile Lunedì 18 giugno dalle 10.00 alle 21.00. Dal 19 giugno: lunedì, martedì, giovedì dalle 8.00 alle 17.00, mercoledì dalle 8.00 alle 14.00 e dalle 14.30 alle 18.00,
 venerdì dalle 8.00 alle 15.00
  • Gratuito
  • All'installazione possono entrare solo 15 persone alla volta; i minorenni devono essere accompagnati. L’accesso alle persone diversamente abili sarà garantito a partire dal 22 gugno 
Balarm
La redazione

"Ritratto", Federico di Carlo. Photo credit: Lorenzo Bacci

Una grande istallazione ambientale che mette in scena il respiro della terra attraverso i suoi elementi fondamentali: mare, luce e atmosfera. "We lost the Sea" di Federica Di Carlo (Roma, 1984), un’opera immersivo-percettiva che attraverso un gioco di equilibri sottili e ammalianti, invita a una riflessione sulla situazione climatica attuale.

L’istallazione, ospitata all’Arsenale della Marina Regia di Palermo - trasformata per l'occasione in uno spazio senza tempo attraverso cui osservare il processo vitale di acqua, aria e luce che tiene in vita la Terra - è curata da Simona Brunetti.

Attraverso un’unica via d’accesso - un pontile di dieci metri eretto all’interno della sala semibuia dell’Arsenale - i visitatori (numero di massino 15 alla volta) si addentrano in un mondo in cui grandi aquiloni argentati, rappresentazione del vento e dell’atmosfera, fluttuano nello spazio a diversi metri d’altezza, creando nell’ambiente riflessi di luce costantemente in movimento, simili alle onde del mare.

Mare che è anche rappresentato e conservato dentro grandi cisterne, dove l’artista ha collocato realmente l’acqua del mare di Palermo, simbolo visivo e culturale della situazione ecologica locale. Solitamente collocate sui tetti della città, le cisterne raccogliendo l’acqua piovana garantiscono la sopravvivenza nel quotidiano in casi di emergenza. 

"We Lost The Sea" pone l’accento su questo tema, analizzandolo da un punto di vista scientifico ed ecologico, ma trasponendolo anche su un piano culturale. Mescolando un piano “scientifico” a un piano “poetico”, il lavoro di Federica Di Carlo al tempo stesso gioca sul doppio fronte della partecipazione e della fruizione dell’opera da parte del territorio.
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