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Addio a Fabio Carapezza: figlio adottivo di Guttuso, guidò anche il Teatro Massimo di Palermo

Morto all'età di 68 anni, Fabio Carapezza era stato adottato dal celebre pittore all'età di 32 anni. Nel 2012 fu anche commissario straordinario del Teatro Massimo

Balarm
La redazione
  • 26 ottobre 2022

Fabio Carapezza Guttuso

Lutto nel mondo della cultura siciliana. È morto Fabio Carapezza Guttuso, 68 anni, figlio adottivo di Renato Guttuso ed ex commissario straordinario del Teatro Massimo di Palermo.

Si è spento dopo aver lottato con una lunga malattia che non gli ha lasciato scampo. Era nato a Palermo nel 1954, città a cui era rimasto sempre legato nonostante avesse sempre vissuto fuori dalla Sicilia. Nonostante fosse un dirigente del ministero dell'Interno, certamente per sue doti intellettuali e culturali, nel 1992 era stato collocato al ministero per i Beni e le Attività Culturali, dove si occupava di sicurezza del patrimonio culturale.

Fra le altre cose era stato membro della commissione per il ripristino dei danni subiti dalla Galleria degli Uffizi e dall’Accademia dei Georgofili a Firenze dopo l'attentato del 27 maggio 1993.

Nel 2012, l'allora ministro per i Beni e le Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi, lo aveva nominato commissario straordinario del Teatro Massimo di Palermo per via della "prolungata paralisi dell’attività ordinaria dell’ente e all’impossibilità di gestire la fondazione attraverso gli organi di amministrazione preposti". Grazie al suo intervento, il teatro uscì da una lunga crisi finanziaria.
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Fabio Carapezza Guttuso era stato anche al centro di una lunga vicenda giudiziaria per l'eredità del pittore Renato Guttuso, che lo aveva nominato suo erede in punto di morte. Una battaglia legale che lo aveva visto contrapposto a Marta Marzotto. Nel 2001 la Corte di Cassazione diede ragione a Carapezza.

"Fabio Carapezza Guttuso era un mio amico fraterno, un'amicizia consolidata nel tempo attraverso quella dei padri, per le radici culturali e morali che ci univano e ci hanno visti in più occasioni condividere battaglie civili in tema di arte, politica, ideologia - ricorda un amico su Facebook, Duccio Trombadori -. Figlio adottivo di Renato Guttuso, Fabio è stato fino alla fine uomo di principi saldi nel difendere l'integrità dell' opera dell'artista, nel diffondere e mantenere viva la memoria di un pittore che ha lasciato una impronta decisiva nell' Italia del secondo dopoguerra, interprete magistrale dei suoi drammi umani e sociali, le ansie di rinnovamento e continuo progresso".

"Fabio Carapezza - ricorda ancora l'amico - ha contribuito in modo decisivo ad approfondire la conoscenza dell'intellettuale Renato Guttuso, del suo mondo di idee e relazioni culturali, col sottofondo spirituale, il suo cristianesimo naturale mai dichiarato e mai smentito, tanto bene rivelato fin nelle ultime opere ("Spes contra spem", anni '70) così come individuato dagli studi profondi di padre Crispino Valenziano ("Credeva di non credere", 2014) quale trascrizione delle Sacre Scritture, dalla Crocefissione del 1942 alla Battaglia di Ponte dell'Ammiraglio del 1952, nel paragone della città di Palermo con Gerusalemme, ed altro ancora".

"Fabio si impegnò a fondo per presentare gli studi di padre Valenziano cui aderiva in prima persona, lui, che aveva visto Renato Guttuso in punto di morte sollecitare una messa in Palazzo del Grillo, a sottolineare la religiosità cattolica di un artista dal comunismo mai rinnegato. Fu, credo, quella, l'ultima delle sue principali fatiche riguardo alla elucidazione critica dell'opera del padre adottivo, per il quale egli ha dedicato gran parte della vita, accompagnato dalla assidua e preziosa collaborazione di Tiziana sua moglie che oggi lo vede strappato alla vita fin troppo prematuramente".

L'ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando lo ricorda su Twitter: "Una commossa partecipazione al grande dolore dei familiari e di quanti hanno conosciuto e apprezzato il prefetto Fabio Carapezza Guttuso che ha anche guidato il Teatro Massimo, confermando professionalità, sensibilità e attenzione per la cultura di Palermo e dell’intero Paese".
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