Aggressione a scuola, a Palermo si vive nella paura: "Basta essere ostaggi dei genitori"
L'ennesima aggressione tra le mura scolastiche deve far riflettere: vi raccontiamo cos'è successo, l'intervista alla responsabile del plesso della scuola coinvolta

Istituto comprensivo Lombardo Radice di Palermo
L'ennesima aggressione tra le mura scolastiche deve far riflettere e non può passare inosservata.
Giovedì 15 maggio nel plesso di scuola primaria Lombardo Radice di corso Calatafimi a Palermo si è verificato un episodio di violenza tra un genitore, insegnanti e personale Ata che ha generato paura non soltanto nel corpo docenti, ma anche nei bambini che hanno assistito a tutto questo da un momento all'altro.
Due collaboratori scolastici hanno riportato una prognosi di sei giorni per aver impedito che un’insegnante precipitasse dalle scale perché spintonata da un genitore che pretendeva di raggiungere in aula la maestra “colpevole” di aver rimproverato il figlio.
Un bimbo stava giocando quando ha spinto un suo compagno con disabilità facendolo cadere. L’insegnante lo ha rimproverato chiedendo all’alunno di avere maggiore rispetto dei suoi compagni, ma questo ha scatenato la "reazione" dei genitori che si sono precipitati a scuola pretendendo di entrare.
A causa dell'aggressione è stata stabilita la prognosi di tre giorni per l'insegnante che insieme ai collaboratori scolastici ha fermato l'ingresso in aula del genitore.
«Situazioni del genere non devono capitare in nessuna scuola e gli alunni non devono essere esposti a un pericolo simile e noi dobbiamo garantire l'incolumità dei bambini- racconta a Balarm la responsabile del plesso "Lombardo Radice" di Palermo -.
Vogliamo che si accendano i riflettori su quanto accaduto. Negli ultimi anni siamo diventati ostaggi dei genitori, veniamo attaccati sia verbalmente che fisicamente.
Quotidianamente non arriviamo a questi eccessi, ma è diventato estremamente problematico - continua la responsabile -. Non si può andare al lavoro e rischiare la vita.
Non sono più accettabili comportamenti del genere che forse rispecchiano la società di adesso.
Alla scuola viene chiesto di sostituirsi alla famiglia. Ma se dobbiamo diventare i vigilanti, stiamo rasentando il ridicolo.
Il genitore in questione voleva avere un colloquio con l'insegnante e abbiamo risposto che non era possibile in quella giornata, ma che avremmo pianificato un appuntamento in un secondo momento, ma questa risposta non è stata accettata dal genitore».
In pochissimo tempo tutto si è trasformato in un incubo e l'atmosfera di paura ha stravolto i presenti, soprattutto i più piccoli che difficilmente afferrano subito cosa succede razionalizzando il tutto.
Anche se a qualsiasi età la violenza resta inaccettabile.
«Al piano di sotto hanno sentito le urla e le forze dell'ordine sono intervenute dopo una seconda telefonata a distanza di mezz'ora - dichiara la responsabile -. Abbiamo temuto il peggio, ma in futuro abbiamo in mente di affrontare quanto accaduto con i piccoli perché è giusto che se ne parli».
Ma non è l'unico evento violento che si verifica: «Noi come istituto da regolamento abbiamo 10 minuti di tolleranza al mattino, ma se si arriva in ritardo i bambini entrano a seconda ora.
Spesso questa fascia non si rispetta e il genitore pretende di entrare a qualsiasi ora, ma non solo.
Quando questo viene spiegato, il genitore prende a colpi di casco il portone. Da qua nasce la nostra paura: se chiudiamo il cancello perché auto e motorini non possono entrare, ci si arroga il diritto di fare quello che si vuole e non è possibile»
Lavorare a scuola non deve essere pericoloso e a dirlo è anche il segretario generale Cisl Scuola Palermo Trapani Vito Cassata:
«Lavorare a scuola non è mai stato così pericoloso. L’escalation~di aggressioni e offese agli insegnanti e al personale Ata, da parte di genitori e studenti sta facendo emergere il disagio profondo in cui versano la scuola e la società intera.
Condanniamo questi episodi senza sé e senza ma. Le ragioni di tali dinamiche si possono comprendere e superare costruttivamente solo attraverso una stretta alleanza tra i diversi attori che operano all’interno della comunità educante.
Come tutti i fenomeni sociali, anche la violenza a scuola è un fenomeno pluri-determinato.
A un livello più profondo, c’è l’abdicazione dei genitori al loro ruolo educativo e la completa delega alla scuola della responsabilità di dire di no ai propri figli superprotetti - continua Cassata-.
Nel contempo la svalutazione e il discredito del ruolo educativo degli insegnanti, ai quali viene riservata la considerazione di cui godono insegnanti sottopagati, invece del prestigio, di cui dovrebbero godere dei professionisti ai quali si affida il futuro delle nuove generazioni».
A pronunciarsi a riguardo anche il consigliere e presidente della VI Commissione – Attività produttive del Comune di Palermo Ottavio Zacco: «L’episodio gravissimo verificatosi presso l’Istituto Comprensivo "Lombardo Radice" di Palermo, dove due collaboratori scolastici hanno riportato una prognosi di sei giorni dopo essere stati aggrediti da un genitore che voleva spingere un'insegnante dalle scale a seguito di un rimprovero rivolto al figlio, rappresenta un campanello d’allarme che non possiamo più ignorare.
Non si tratta di un fatto isolato, ma del sintomo drammatico di un disagio educativo e sociale profondo, che si manifesta sempre più spesso in atti di violenza contro chi quotidianamente si prende cura sia della salute dei cittadini che della formazione e della crescita dei nostri ragazzi.
Quanto accaduto conferma la necessità – e l’urgenza – della mozione che ho presentato nelle scorse settimane, nella quale ho chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico interistituzionale per affrontare in maniera organica e strutturata il fenomeno della violenza e del disagio giovanile. Serve un approccio sistemico che coinvolga scuola, servizi sociali, istituzioni sanitarie, associazionismo, istituzioni religiose e famiglie.
L’aggressione a un’insegnante non è solo un’offesa alla persona, ma un attacco all’intera comunità educante, e chiama in causa le responsabilità collettive nel garantire ambienti scolastici sicuri, protetti, autorevoli.
Esprimo piena solidarietà alla docente vittima dell’aggressione, al personale scolastico ferito e a tutta la comunità scolastica coinvolta. Ma al tempo stesso, rivolgo un appello accorato a tutte le forze politiche: si superino divisioni e appartenenze, e si lavori insieme per un grande Patto per l’Educazione che metta al centro l’infanzia, l’adolescenza e le famiglie.
È giunto il momento di trasformare le parole in azioni, e di dotare Palermo degli strumenti necessari per prevenire il disagio, rafforzare la coesione sociale e restituire autorevolezza e tutela a chi educa. La scuola non può essere lasciata sola».
Il personale della scuola ha inviato una lettera aperta dopo l’accaduto rivolta al Ministero dell’Istruzione, all’Ufficio Scolastico provinciale e al Sindaco di Palermo.
«Questi fatti rappresentano la somma di tante solitudini individuali e contrapposte - afferma la Cisl Scuola provinciale -.
La prima è quella della famiglia che risponde all’ansia per il futuro incerto del proprio figlio abdicando al suo fondamentale ruolo educativo, quella dello studente in cerca di un’affermazione che sperimenta sui coetanei.
Quella del docente, lasciato solo a gestire le difficili dinamiche di classi sempre più numerose e problematiche, quella dei dirigenti scolastici, anch’essi soli e schiacciati dalle pressioni di un’amministrazione che li vuole in alcuni casi manager e in altre sottoposti».
Solidarietà piena dalla Flc Cgil Palermo alle insegnanti e agli insegnanti dell’I.C. Lombardo Radice, per l’atto di violenza che ha scosso profondamente tutta la comunità scolastica.
Due collaboratori scolastici hanno riportato una prognosi di sei giorni di riposo per aver impedito che un’insegnante precipitasse dalle scale, spintonata violentemente da un genitore, che chiedeva di raggiungere in aula la maestra del figlio, colpevole, a suo dire, di aver rimproverato il bambino.
«Non si possono più tollerare le aggressioni che quotidianamente hanno come bersaglio le scuole di Palermo e il corpo docente– dichiarano il segretario generale Flc Cgil Palermo Fabio Cirino e Caterina Altamore, docente della scuola e sindacalista della Cgil Palermo -.
A scuola, ogni giorno, si lavora con passione, competenza e dedizione per garantire un ambiente educativo sicuro e accogliente. L'episodio recente non è solo un'aggressione fisica, ma un attacco ai valori fondamentali della comunità scolastica.
Chiediamo con forza che vengano adottate misure concrete per tutelare la sicurezza e la dignità di chi opera nella scuola.
È essenziale che le istituzioni riconoscano e sostengano l’impegno quotidiano dei docenti, affinché la scuola continui a essere un luogo di crescita, rispetto e serenità per tutti.
È giunto il momento – aggiungono Cirino e Altamore - di affrontare la questione anche dal punto di vista educativo, per valorizzare la figura dell’insegnante e per far recuperare all’intera società quel valore, quel prestigio e quell’autorevolezza oggi perse a causa dello svilimento contrattuale, salariale e valoriale del ruolo dei docenti».
Per la segretaria generale Cisl Palermo Trapani Federica Badami: «La società in cui viviamo ha una grande responsabilità e fatti di questo tipo fanno comprendere perché fra gli adolescenti il fenomeno del branco e della violenza stia sempre più dilagando.
Alla scuola si chiede continuamente di sopperire a tutte le lacune e ai mali profondi della società, senza però dotarla di mezzi, di competenze, di prestigio e di considerazione sociale.
Per questo ringraziamo gli insegnanti per lo spirito di abnegazione, per il loro lavoro quotidiano e il ruolo educativo, che oggi è ancora più centrale e fondamentale per il futuro dei nostri territori».
Giovedì 15 maggio nel plesso di scuola primaria Lombardo Radice di corso Calatafimi a Palermo si è verificato un episodio di violenza tra un genitore, insegnanti e personale Ata che ha generato paura non soltanto nel corpo docenti, ma anche nei bambini che hanno assistito a tutto questo da un momento all'altro.
Due collaboratori scolastici hanno riportato una prognosi di sei giorni per aver impedito che un’insegnante precipitasse dalle scale perché spintonata da un genitore che pretendeva di raggiungere in aula la maestra “colpevole” di aver rimproverato il figlio.
Un bimbo stava giocando quando ha spinto un suo compagno con disabilità facendolo cadere. L’insegnante lo ha rimproverato chiedendo all’alunno di avere maggiore rispetto dei suoi compagni, ma questo ha scatenato la "reazione" dei genitori che si sono precipitati a scuola pretendendo di entrare.
A causa dell'aggressione è stata stabilita la prognosi di tre giorni per l'insegnante che insieme ai collaboratori scolastici ha fermato l'ingresso in aula del genitore.
«Situazioni del genere non devono capitare in nessuna scuola e gli alunni non devono essere esposti a un pericolo simile e noi dobbiamo garantire l'incolumità dei bambini- racconta a Balarm la responsabile del plesso "Lombardo Radice" di Palermo -.
Vogliamo che si accendano i riflettori su quanto accaduto. Negli ultimi anni siamo diventati ostaggi dei genitori, veniamo attaccati sia verbalmente che fisicamente.
Quotidianamente non arriviamo a questi eccessi, ma è diventato estremamente problematico - continua la responsabile -. Non si può andare al lavoro e rischiare la vita.
Non sono più accettabili comportamenti del genere che forse rispecchiano la società di adesso.
Alla scuola viene chiesto di sostituirsi alla famiglia. Ma se dobbiamo diventare i vigilanti, stiamo rasentando il ridicolo.
Il genitore in questione voleva avere un colloquio con l'insegnante e abbiamo risposto che non era possibile in quella giornata, ma che avremmo pianificato un appuntamento in un secondo momento, ma questa risposta non è stata accettata dal genitore».
In pochissimo tempo tutto si è trasformato in un incubo e l'atmosfera di paura ha stravolto i presenti, soprattutto i più piccoli che difficilmente afferrano subito cosa succede razionalizzando il tutto.
Anche se a qualsiasi età la violenza resta inaccettabile.
«Al piano di sotto hanno sentito le urla e le forze dell'ordine sono intervenute dopo una seconda telefonata a distanza di mezz'ora - dichiara la responsabile -. Abbiamo temuto il peggio, ma in futuro abbiamo in mente di affrontare quanto accaduto con i piccoli perché è giusto che se ne parli».
Ma non è l'unico evento violento che si verifica: «Noi come istituto da regolamento abbiamo 10 minuti di tolleranza al mattino, ma se si arriva in ritardo i bambini entrano a seconda ora.
Spesso questa fascia non si rispetta e il genitore pretende di entrare a qualsiasi ora, ma non solo.
Quando questo viene spiegato, il genitore prende a colpi di casco il portone. Da qua nasce la nostra paura: se chiudiamo il cancello perché auto e motorini non possono entrare, ci si arroga il diritto di fare quello che si vuole e non è possibile»
Lavorare a scuola non deve essere pericoloso e a dirlo è anche il segretario generale Cisl Scuola Palermo Trapani Vito Cassata:
«Lavorare a scuola non è mai stato così pericoloso. L’escalation~di aggressioni e offese agli insegnanti e al personale Ata, da parte di genitori e studenti sta facendo emergere il disagio profondo in cui versano la scuola e la società intera.
Condanniamo questi episodi senza sé e senza ma. Le ragioni di tali dinamiche si possono comprendere e superare costruttivamente solo attraverso una stretta alleanza tra i diversi attori che operano all’interno della comunità educante.
Come tutti i fenomeni sociali, anche la violenza a scuola è un fenomeno pluri-determinato.
A un livello più profondo, c’è l’abdicazione dei genitori al loro ruolo educativo e la completa delega alla scuola della responsabilità di dire di no ai propri figli superprotetti - continua Cassata-.
Nel contempo la svalutazione e il discredito del ruolo educativo degli insegnanti, ai quali viene riservata la considerazione di cui godono insegnanti sottopagati, invece del prestigio, di cui dovrebbero godere dei professionisti ai quali si affida il futuro delle nuove generazioni».
A pronunciarsi a riguardo anche il consigliere e presidente della VI Commissione – Attività produttive del Comune di Palermo Ottavio Zacco: «L’episodio gravissimo verificatosi presso l’Istituto Comprensivo "Lombardo Radice" di Palermo, dove due collaboratori scolastici hanno riportato una prognosi di sei giorni dopo essere stati aggrediti da un genitore che voleva spingere un'insegnante dalle scale a seguito di un rimprovero rivolto al figlio, rappresenta un campanello d’allarme che non possiamo più ignorare.
Non si tratta di un fatto isolato, ma del sintomo drammatico di un disagio educativo e sociale profondo, che si manifesta sempre più spesso in atti di violenza contro chi quotidianamente si prende cura sia della salute dei cittadini che della formazione e della crescita dei nostri ragazzi.
Quanto accaduto conferma la necessità – e l’urgenza – della mozione che ho presentato nelle scorse settimane, nella quale ho chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico interistituzionale per affrontare in maniera organica e strutturata il fenomeno della violenza e del disagio giovanile. Serve un approccio sistemico che coinvolga scuola, servizi sociali, istituzioni sanitarie, associazionismo, istituzioni religiose e famiglie.
L’aggressione a un’insegnante non è solo un’offesa alla persona, ma un attacco all’intera comunità educante, e chiama in causa le responsabilità collettive nel garantire ambienti scolastici sicuri, protetti, autorevoli.
Esprimo piena solidarietà alla docente vittima dell’aggressione, al personale scolastico ferito e a tutta la comunità scolastica coinvolta. Ma al tempo stesso, rivolgo un appello accorato a tutte le forze politiche: si superino divisioni e appartenenze, e si lavori insieme per un grande Patto per l’Educazione che metta al centro l’infanzia, l’adolescenza e le famiglie.
È giunto il momento di trasformare le parole in azioni, e di dotare Palermo degli strumenti necessari per prevenire il disagio, rafforzare la coesione sociale e restituire autorevolezza e tutela a chi educa. La scuola non può essere lasciata sola».
Il personale della scuola ha inviato una lettera aperta dopo l’accaduto rivolta al Ministero dell’Istruzione, all’Ufficio Scolastico provinciale e al Sindaco di Palermo.
«Questi fatti rappresentano la somma di tante solitudini individuali e contrapposte - afferma la Cisl Scuola provinciale -.
La prima è quella della famiglia che risponde all’ansia per il futuro incerto del proprio figlio abdicando al suo fondamentale ruolo educativo, quella dello studente in cerca di un’affermazione che sperimenta sui coetanei.
Quella del docente, lasciato solo a gestire le difficili dinamiche di classi sempre più numerose e problematiche, quella dei dirigenti scolastici, anch’essi soli e schiacciati dalle pressioni di un’amministrazione che li vuole in alcuni casi manager e in altre sottoposti».
Solidarietà piena dalla Flc Cgil Palermo alle insegnanti e agli insegnanti dell’I.C. Lombardo Radice, per l’atto di violenza che ha scosso profondamente tutta la comunità scolastica.
Due collaboratori scolastici hanno riportato una prognosi di sei giorni di riposo per aver impedito che un’insegnante precipitasse dalle scale, spintonata violentemente da un genitore, che chiedeva di raggiungere in aula la maestra del figlio, colpevole, a suo dire, di aver rimproverato il bambino.
«Non si possono più tollerare le aggressioni che quotidianamente hanno come bersaglio le scuole di Palermo e il corpo docente– dichiarano il segretario generale Flc Cgil Palermo Fabio Cirino e Caterina Altamore, docente della scuola e sindacalista della Cgil Palermo -.
A scuola, ogni giorno, si lavora con passione, competenza e dedizione per garantire un ambiente educativo sicuro e accogliente. L'episodio recente non è solo un'aggressione fisica, ma un attacco ai valori fondamentali della comunità scolastica.
Chiediamo con forza che vengano adottate misure concrete per tutelare la sicurezza e la dignità di chi opera nella scuola.
È essenziale che le istituzioni riconoscano e sostengano l’impegno quotidiano dei docenti, affinché la scuola continui a essere un luogo di crescita, rispetto e serenità per tutti.
È giunto il momento – aggiungono Cirino e Altamore - di affrontare la questione anche dal punto di vista educativo, per valorizzare la figura dell’insegnante e per far recuperare all’intera società quel valore, quel prestigio e quell’autorevolezza oggi perse a causa dello svilimento contrattuale, salariale e valoriale del ruolo dei docenti».
Per la segretaria generale Cisl Palermo Trapani Federica Badami: «La società in cui viviamo ha una grande responsabilità e fatti di questo tipo fanno comprendere perché fra gli adolescenti il fenomeno del branco e della violenza stia sempre più dilagando.
Alla scuola si chiede continuamente di sopperire a tutte le lacune e ai mali profondi della società, senza però dotarla di mezzi, di competenze, di prestigio e di considerazione sociale.
Per questo ringraziamo gli insegnanti per lo spirito di abnegazione, per il loro lavoro quotidiano e il ruolo educativo, che oggi è ancora più centrale e fondamentale per il futuro dei nostri territori».
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