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Dal Trentino alla Sicilia a suon di musica: così il design sta facendo rinascere le foreste

C'è anche un siciliano nel progetto innovativo che, grazie alla musica e ad un lavoro artigianale sta donando una speranza alle foreste trentine abbattute dal vento

  • 15 aprile 2020

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Visti da lontano, tutti quegli alberi sembravano semplicemente punti radi, senza nulla cresciuto o magari incendiato. Solo avvicinandosi a quelle vallate si capiva, invece, cosa fosse successo. Come la natura fosse stata spazzata via in un solo istante. Migliaia e migliaia di alberi abbattuti dalla furia del vento. Chi lo ha visto con i suoi occhi sa di cosa parliamo.

Il Trentino e le Dolomiti hanno pianto a lungo ma oggi, anche grazie all'intuizione di un ragazzo catanese e di altri amici, la start up "Vaia", che ha preso il nome proprio dalla perturbazione che causò la morte di oltre 40.000 ettari di foresta, fa rinascere proprio quelle foreste e a suon di musica.

Ideato da tre giovani imprenditori under 30 (Federico Stefani, Paolo Milan e Giuseppe Addamo, appena inseriti nella prestigiosa classifica dei “100 giovani leader del futuro” stilata da Forbes Italia per il 2020 nel settore “impresa sociale”, il progetto è stato finalizzato alla produzione di casse passive per ascoltare musica dal proprio smartphone, utilizzando l'effetto del legno lavorato a mano.
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Pezzi unici che consentiranno di ripiantumare nuovi alberi. Per ogni cubo di legno venduto sarà infatti ripiantumato un albero nell'estate 2020.

«Volevamo trovare una soluzione concreta alla problematica di tutti questi alberi abbattuti e ormai inutilizzabili per le grandi strutture” - spiega Federico Stefani, co-founder di Vaia - Da qui l’idea di usare quel legno, considerato ormai inutilizzabile, per creare un oggetto di design che potesse anche lanciare un messaggio forte e allo stesso tempo sostenere la ripresa del territorio».

Vaia Cube permette di propagare in maniera completamente naturale qualunque suono inserendo al suo interno il proprio smartphone.

«Per noi si tratta di una metafora forte e concreta, una cassa attraverso la quale amplificare ulteriormente il grido di aiuto della natura e mantenere alta l’attenzione sul cambiamento climatico” prosegue Federico Stefani “creando allo stesso tempo un progetto sostenibile».

La cassa viene realizzata da artigiani e falegnami locali e nelle Dolomiti il team della startup sta coinvolgendo chi si occupa delle foreste pubbliche per la piantumazione di nuovi alberi. Infatti, Il territorio oggi presenta notevoli dissesti idrogeologici ed è a rischio frane a causa della deforestazione.

Già 5.000 le casse ordinate e gli alberi che saranno piantati. Se vogliamo possiamo aiutare a fare ancora di più attraverso il sito del progetto.
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