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È il cattivo del film su Franca Viola, a Palermo sta (pure) in cucina: chi è Maziar Firouzi

Italo-iraniano, l'amore per l'arte è nato per caso. La scintilla che lo ha portato a decidere cosa fare nella vita, ci racconta, è scattata a soli dodici anni

  • 20 marzo 2023

Maziar Firouzi

Un amore per l’arte nato per caso. Sullo schermo, in genere, è il cattivo della situazione, pronto a mettere i bastoni fra le ruote. Fuori dalle scene, invece, è un amante della cucina, e, quando non lavora al cinema, lo si può trovare alla cassa del ristorante che, da poco, ha aperto con la sua famiglia.

Lui è Maziar Firouzi, attore italo-iraniano nato a Palermo e, adesso, al cinema con Primadonna, film ispirato alla storia di Franca Viola. La scintilla, che lo ha portato a decidere che, nella vita, avrebbe calcato i palcoscenici e i set cinematografici, scatta a soli dodici anni, quando entra a far parte della compagnia “Shakespeare salvato dai ragazzini”, un laboratorio teatrale diretto da Matteo Bavera.

Recita in Amleto, interpretando Guilderstern, un piccolo ruolo, ma fin da subito capisce che quello sarebbe stato il suo futuro. Da lì, non ha più abbandonato le scene. Sempre pronto a dare al pubblico quella vasta gamma di emozioni, che solo il teatro sa donare, in attesa del feedback: un applauso, un sorriso o una lacrima. A 18 anni arriva il suo primo ruolo cinematografico con Raoul Ruiz; a 21, invece, Emma Dante lo sceglie per "Via Castellana Bandiera".
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E, ancora, Sebastiano Riso lo porta alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes con il film “Più buio di mezzanotte”. Nel 2014, lavora con Gianfranco Cabiddu a “La stoffa dei sogni”; poi, è la volta di Federico Cruciani per “Il bambino di vetro” e de “Lo scambio” di Salvo Cuccia.

Insomma, chi più ne ha più ne metta. Una volta finito il liceo, prova ad entrare al Centro sperimentale, ma viene rifiutato. Ciò, però, non è stato, di certo, motivo di resa. Anzi, una ragione per andare avanti sino alla prossima audizione e alla prossima sfida.

Tornato (sconsolato) a Palermo, la fortuna o il caso, chissà, gli fanno incontrare due occupanti dell’allora teatro “Valle”, che lo invitano ad andare a Roma ad occupare la struttura e, dopo una settimana, Maziar è già lì, e ci rimane fino alla fine dell’occupazione, facendo di questi anni un grande momento di studio politico e artistico.

Poi, si sa, ci sono degli incontri che, nella vita, ti danno la svolta. E per Maziar un altro momento fondamentale è stato quando ha conosciuto Pierfrancesco Favino, a Firenze.

Firouzi, 24enne, entra, così, a far parte de “L’Oltrarno”, la scuola dell’attore romano: «Sino a quel momento, avevo solo interpretato il ruolo del cattivo – racconta Maziar -. Pierfrancesco mi disse di pensare all’attore che avrei voluto essere fra 10 anni e che, se avessi voluto frequentare quella scuola, non avrei dovuto lavorare per 3 anni».

Ma come avrebbe potuto? Era all’inizio della sua carriera e non voleva, giustamente, perdere la sua indipendenza finanziaria e tornare a chiedere i soldi alla sua famiglia.

Però, come in tutte le favole, c’è la “fatina buona” della situazione, il deus ex machina: «Fu Favino stesso ad aiutarmi: mi disse che, se il problema era il denaro, sarebbe stato lui a darmi una mano.

Fu allora che decisi di fermarmi a studiare e che diventai una maschera al teatro “La Pergola”, così da potermi pagare l’alloggio e la vita a Firenze. Per me è stata una grande possibilità formativa, poiché ho conosciuto grandi maestri, i cui insegnamenti porto con me ancora oggi».

Adesso, è nelle sale con “Primadonna”, film di Marta Savina, ispirato alla storia di Franca Viola, che nel 1966 rifiutò il "matrimonio riparatore", previsto dalle leggi dell'epoca dopo la cosiddetta “fuitina”, contestando al suo rapitore e stupratore di essere stata consenziente. Maziar Firouzi, nella pellicola, è Tindaro: «Ho fatto il provino anni fa – racconta -. Ho capito subito che, a Marta, piaceva lavorare con gli attori.

Con la protagonista, poi, Claudia Gusmano, che interpreta Lia Crimi, ci siamo proprio divertiti. Si è creato anche un bel rapporto con Dario Aita, interprete di Lorenzo. Belle amicizie lavorative che sono, in seguito, sfociate nella vita. Marta, inoltre, ci ha messo nelle condizioni di lavorare con le nostre emozioni».

Da “Primadonna” a “Spaccaossa” di Vincenzo Pirrotta, Maziar Firouzi interpreta sempre il ruolo del cattivo. Ma chissà cosa si prova e come si fa ad immedesimarsi in chi non si è. «Beh, occorre non giudicare mai il personaggio, ma cercare di capirlo e comprendere le sue ragioni», spiega Firouzi, che, inoltre, negli anni, ha deciso di battersi per il supporto da dare al cinema italiano indipendente e d’autore.

Fuori dalle scene, si diceva, è un amante dell’arte e della cucina. Di recente, ha aperto un take away in centro, a Palermo, insieme ai suoi fratelli. A breve, lo vedremo nella serie tv Netflix “Briganti”, basata sulla nascita d’Italia.

Ha, inoltre, appena finito di girare il suo primo film da protagonista nelle montagne delle Madonie, ma non può ancora svelare nulla, solo di chi è la regia: un altro palermitano di talento, Giuseppe Carleo.
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