Gli incendi avvolgono la Sicilia, "è la regione più colpita": tremila interventi dal 21 luglio
I roghi avrebbero devastato oltre 2000 ettari di territorio solo venerdì 25 e sabato 26 luglio, uccidendo migliaia di animali e mettendo in pericolo centinaia di famiglie

La mappa degli incendi in Sicilia
Drammatica è la situazione delle riserve e delle campagne siciliane dopo il tremendo week end d’incendi che hanno devastato ampi settori della nostra regione.
Tra i territori più colpiti c’è sicuramente il trapanese, con le fiamme che hanno quasi completamente avvolto la riserva di Monte Cofano e parte della riserva dello Zingaro, una delle più importanti riserve costiere del Mediterraneo centrale, meta ogni anno di migliaia di turisti.
Anche Scopello, Inici e le campagne attorno a Calatafimi sono andate in fiamme, provocando subito le prime reazioni politiche nei confronti dell’ennesimo esempio di cattiva prevenzione degli incendi.
Secondo alcuni calcoli, gli incendi avrebbero devastato oltre 2000 ettari di territorio nelle sole giornate di venerdì e sabato scorso, uccidendo migliaia di animali e di piante e mettendo in serio pericolo centinaia di famiglie.
«Abbiamo subito ancora una volta ferite profonde e incalcolabili danni ambientali ed economici in un territorio martoriato» ha dichiarato il sindaco di Castellamare del Golfo, Giuseppe Fausto, che per ore lo scorso week end ha lavorato per mettere in sicurezza i propri cittadini.
E per via della potenza delle fiamme «è stato necessario, ma doloroso, evacuare nel cuore della notte le abitazioni che si trovavano improvvisamente avvolte dal fumo».
Diversi incendi hanno anche colpito la Sughereta di Niscemi, le campagne e i boschi che circondano Piana degli Albanesi, Biancavilla e Ragalna, dove gli incendi hanno portato all’evacuazione in via precauzionale di un campo scout. Colpiti anche Cava Grande del Cassibile e diversi comuni dell’agrigentino e del ragusano, dove già la siccità stava mettendo in ginocchio gli agricoltori.
La protezione civile ha dichiarato che dal 21 luglio a oggi ci sono stati almeno 3.000 interventi dei vigili del fuoco e dei canadair, in sinergia con la Forestale. «Molti ettari bruciati, abitazioni evacuate, fiamme che si sono propagate in tutta la provincia di Trapani e in ampie aree della Sicilia.
Di fronte a tutto questo – afferma Dario Safina, deputato regionale del PD – assistiamo al silenzio assordante del presidente Schifani e del suo esecutivo.
È un atteggiamento inaccettabile e vergognoso. Serve un cambio di passo immediato perché non possiamo più permetterci che la Sicilia continui a bruciare nell’indifferenza di chi dovrebbe proteggerla, nonostante lo sforzo encomiabile del dipartimento di Protezione civile regionale, che tuttavia non può sopperire da solo alle mancanze della politica».
Safina non è però l’unico a lamentarsi. Le associazioni ambientaliste, che da settimane temevano il propagarsi disastroso degli incendi alla prima bolla di calore, stanno infatti lanciando pesanti attacchi nei confronti della politica siciliana anti incendi.
«Non ci piace dire “noi ve l’avevamo detto” ma assieme a tante altre voci ambientaliste non possiamo che ripetere “noi ve l’avevamo detto”!» chiariscono i circoli regionali del WWF all’interno della propria dichiarazione stampa.
«Da anni denunciamo e ripetiamo fino alla nausea che, quando tira vento forte, in presenza di una massa vegetale inaridita dalla siccità, se il fuoco parte è poi difficilissimo, se non impossibile, fermarlo. Specialmente quando il fuoco viene appiccato in modo doloso da mani criminali esperte dei luoghi, dei tempi e delle dinamiche successive».
Il WWF afferma che per prevenire in futuro nuovi incendi sia necessario migliorare ciascuna azione preventiva atta a impedire la diffusione delle fiamme. Prevenire, secondo la famosa associazione ambientalista, significa innanzitutto predisporre «un costante organico», che sia strutturato e disponga di un sistema di intelligence interno che indaghi a priori e che prevenga le intenzioni criminali, in modo da neutralizzarle nei limiti del possibile.
Questo organico dovrà anche continuare ad effettuare delle azioni di contrasto agli incendi, che ogni anno dovrebbero iniziare ben prima della fine della primavera, in modo tale da essere pronti alla stagione degli incendi.
Dello stesso avviso è Legambiente Sicilia, che aggiunge «vanno applicate pene severe ed esemplari nei confronti dei responsabili individuati, oltre che contrastare i comportamenti che sono alla base di numerosi incendi nelle aree rurali, disincentivando così ogni forma di utilizzo delle aree bruciate.
Occorre inoltre potenziare sia le azioni di presidio e controllo del territorio - anche con l’uso delle forze dell’ordine e con l’esercito in caso di allerte meteo - sia le dotazioni e il personale addetto allo spegnimento, per intervenire con maggiore tempestività».
Secondo l’associazione ambientalista, la Sicilia è già la regione più devastata dagli incendi nel corso di questo 2025. Sono stati infatti 1.500 gli incendi che si sono propagati in meno di un mese.
«Brucia il nostro inestimabile patrimonio di biodiversità e la speranza per un futuro basato sulla bellezza. Ed in questo momento, in cui si avvia la conta dei danni, l’emergenza purtroppo non è ancora finita, alimentata dalle alte temperature e dall’acuirsi della crisi climatica».
Infine, secondo alcuni sindaci due dei problemi più gravi che favoriscono la propagazione dei roghi sono la presenza di piccole discariche abusive non censite, sparse per il territorio, e l’abbandono dei terreni da parte degli abitanti.
In Sicilia sono infatti migliaia quei terreni a ridosso delle comunità che presentano tonnellate di erba secca e rifiuti.
«Abbiamo provveduto a diffidare, verbalizzare e multare tanti proprietari di terreni incolti e continueremo a farlo nei prossimi giorni» ha detto il sindaco di Trappeto, Santo Cosentino, il cui comune nelle scorse ore è stato tra quelli che ha rischiato di andare in fumo.
«È una lotta che la mia Amministrazione conduce contro persone incoscienti che non si rendono conto del pericolo a cui espongono la collettività. Per contrastare inoltre la piaga degli incendiari, invito la popolazione a denunciare chi innesca gli incendi e a segnalare ogni episodio sospetto».
Per quanto riguarda i recenti incendi, il governatore Renato Schifani ha comunque espresso la sua solidarietà nei confronti di tutte le famiglie che hanno subito dei danni e ha dichiarato di aver seguito tutte le operazioni di spegnimento degli incendi.
«Ho seguito in costante collegamento con il comandante del Corpo forestale regionale, Tea Di Trapani, e con il capo della nostra Protezione civile, Salvo Cocina, a sua volta in contatto con il direttore regionale dei vigili del fuoco, l’evolversi degli incendi che hanno nuovamente colpito numerose zone della Sicilia, in queste ore di caldo estremo.
Sono rimasto molto colpito dalle immagini della devastazione causata dalle fiamme in alcune località, come nel Trapanese.
Allo stesso tempo, ringrazio quanti si sono prodigati prontamente per spegnere i roghi e per limitare i pericoli per la popolazione e i danni per l’ambiente. L’intero sistema antincendio – Vigili del fuoco, Corpo forestale, Protezione civile e volontari – ha operato in maniera lodevole e coraggiosa e ad essi va la gratitudine mia e dei siciliani.
I numeri danno la dimensione di quanto avvenuto nelle ultime ore, a causa della mano criminale di piromani senza scrupoli».
E sull'argomento lunedì 28 luglio è intervenuto l'assessore regionale all'Agricoltura, Salvatore Barbagallo: «I viali parafuoco posti a protezione delle aree demaniali sono stati integralmente realizzati e completati. Un’evidenza che, a differenza di quanto recentemente dichiarato da un sindacato di categoria, è stata confermata anche dal Corpo forestale della Regione Siciliana, che ha dettato i tempi per la loro esecuzione e ha verificato a posteriori la bontà dell'operato degli addetti alla manutenzione.
Inoltre, gli operai forestali resteranno in servizio anche al fine di garantire le azioni di prevenzione e sorveglianza. Informazioni diverse da queste, diffuse senza verifica, generano solo allarmismo ingiustificato».
«Abbiamo messo in campo e completato tutte le attività di prevenzione previste - prosegue Barbagallo - non solo con l’uso del personale in servizio, ma anche attraverso le moderne tecnologie a nostra disposizione.
Nei giorni scorsi, purtroppo, abbiamo assistito a eventi che, secondo un copione già noto, in alcuni casi sono stati innescati da azioni dolose e hanno determinato la perdita di importanti estensioni di zone boschive, anche all'interno di aree protette, fiore all'occhiello del patrimonio naturalistico regionale come la Riserva dello Zingaro, nel Trapanese, e la Sughereta di Niscemi, nel Nisseno.
Continueremo a operare per scongiurare ulteriori danni, grazie all’intervento di personale preparato all’uso di mezzi gestiti in maniera intelligente per ottenere il massimo possibile di protezione per queste aree».
Tra i territori più colpiti c’è sicuramente il trapanese, con le fiamme che hanno quasi completamente avvolto la riserva di Monte Cofano e parte della riserva dello Zingaro, una delle più importanti riserve costiere del Mediterraneo centrale, meta ogni anno di migliaia di turisti.
Anche Scopello, Inici e le campagne attorno a Calatafimi sono andate in fiamme, provocando subito le prime reazioni politiche nei confronti dell’ennesimo esempio di cattiva prevenzione degli incendi.
Secondo alcuni calcoli, gli incendi avrebbero devastato oltre 2000 ettari di territorio nelle sole giornate di venerdì e sabato scorso, uccidendo migliaia di animali e di piante e mettendo in serio pericolo centinaia di famiglie.
«Abbiamo subito ancora una volta ferite profonde e incalcolabili danni ambientali ed economici in un territorio martoriato» ha dichiarato il sindaco di Castellamare del Golfo, Giuseppe Fausto, che per ore lo scorso week end ha lavorato per mettere in sicurezza i propri cittadini.
E per via della potenza delle fiamme «è stato necessario, ma doloroso, evacuare nel cuore della notte le abitazioni che si trovavano improvvisamente avvolte dal fumo».
Diversi incendi hanno anche colpito la Sughereta di Niscemi, le campagne e i boschi che circondano Piana degli Albanesi, Biancavilla e Ragalna, dove gli incendi hanno portato all’evacuazione in via precauzionale di un campo scout. Colpiti anche Cava Grande del Cassibile e diversi comuni dell’agrigentino e del ragusano, dove già la siccità stava mettendo in ginocchio gli agricoltori.
La protezione civile ha dichiarato che dal 21 luglio a oggi ci sono stati almeno 3.000 interventi dei vigili del fuoco e dei canadair, in sinergia con la Forestale. «Molti ettari bruciati, abitazioni evacuate, fiamme che si sono propagate in tutta la provincia di Trapani e in ampie aree della Sicilia.
Di fronte a tutto questo – afferma Dario Safina, deputato regionale del PD – assistiamo al silenzio assordante del presidente Schifani e del suo esecutivo.
È un atteggiamento inaccettabile e vergognoso. Serve un cambio di passo immediato perché non possiamo più permetterci che la Sicilia continui a bruciare nell’indifferenza di chi dovrebbe proteggerla, nonostante lo sforzo encomiabile del dipartimento di Protezione civile regionale, che tuttavia non può sopperire da solo alle mancanze della politica».
Safina non è però l’unico a lamentarsi. Le associazioni ambientaliste, che da settimane temevano il propagarsi disastroso degli incendi alla prima bolla di calore, stanno infatti lanciando pesanti attacchi nei confronti della politica siciliana anti incendi.
«Non ci piace dire “noi ve l’avevamo detto” ma assieme a tante altre voci ambientaliste non possiamo che ripetere “noi ve l’avevamo detto”!» chiariscono i circoli regionali del WWF all’interno della propria dichiarazione stampa.
«Da anni denunciamo e ripetiamo fino alla nausea che, quando tira vento forte, in presenza di una massa vegetale inaridita dalla siccità, se il fuoco parte è poi difficilissimo, se non impossibile, fermarlo. Specialmente quando il fuoco viene appiccato in modo doloso da mani criminali esperte dei luoghi, dei tempi e delle dinamiche successive».
Il WWF afferma che per prevenire in futuro nuovi incendi sia necessario migliorare ciascuna azione preventiva atta a impedire la diffusione delle fiamme. Prevenire, secondo la famosa associazione ambientalista, significa innanzitutto predisporre «un costante organico», che sia strutturato e disponga di un sistema di intelligence interno che indaghi a priori e che prevenga le intenzioni criminali, in modo da neutralizzarle nei limiti del possibile.
Questo organico dovrà anche continuare ad effettuare delle azioni di contrasto agli incendi, che ogni anno dovrebbero iniziare ben prima della fine della primavera, in modo tale da essere pronti alla stagione degli incendi.
Dello stesso avviso è Legambiente Sicilia, che aggiunge «vanno applicate pene severe ed esemplari nei confronti dei responsabili individuati, oltre che contrastare i comportamenti che sono alla base di numerosi incendi nelle aree rurali, disincentivando così ogni forma di utilizzo delle aree bruciate.
Occorre inoltre potenziare sia le azioni di presidio e controllo del territorio - anche con l’uso delle forze dell’ordine e con l’esercito in caso di allerte meteo - sia le dotazioni e il personale addetto allo spegnimento, per intervenire con maggiore tempestività».
Secondo l’associazione ambientalista, la Sicilia è già la regione più devastata dagli incendi nel corso di questo 2025. Sono stati infatti 1.500 gli incendi che si sono propagati in meno di un mese.
«Brucia il nostro inestimabile patrimonio di biodiversità e la speranza per un futuro basato sulla bellezza. Ed in questo momento, in cui si avvia la conta dei danni, l’emergenza purtroppo non è ancora finita, alimentata dalle alte temperature e dall’acuirsi della crisi climatica».
Infine, secondo alcuni sindaci due dei problemi più gravi che favoriscono la propagazione dei roghi sono la presenza di piccole discariche abusive non censite, sparse per il territorio, e l’abbandono dei terreni da parte degli abitanti.
In Sicilia sono infatti migliaia quei terreni a ridosso delle comunità che presentano tonnellate di erba secca e rifiuti.
«Abbiamo provveduto a diffidare, verbalizzare e multare tanti proprietari di terreni incolti e continueremo a farlo nei prossimi giorni» ha detto il sindaco di Trappeto, Santo Cosentino, il cui comune nelle scorse ore è stato tra quelli che ha rischiato di andare in fumo.
«È una lotta che la mia Amministrazione conduce contro persone incoscienti che non si rendono conto del pericolo a cui espongono la collettività. Per contrastare inoltre la piaga degli incendiari, invito la popolazione a denunciare chi innesca gli incendi e a segnalare ogni episodio sospetto».
Per quanto riguarda i recenti incendi, il governatore Renato Schifani ha comunque espresso la sua solidarietà nei confronti di tutte le famiglie che hanno subito dei danni e ha dichiarato di aver seguito tutte le operazioni di spegnimento degli incendi.
«Ho seguito in costante collegamento con il comandante del Corpo forestale regionale, Tea Di Trapani, e con il capo della nostra Protezione civile, Salvo Cocina, a sua volta in contatto con il direttore regionale dei vigili del fuoco, l’evolversi degli incendi che hanno nuovamente colpito numerose zone della Sicilia, in queste ore di caldo estremo.
Sono rimasto molto colpito dalle immagini della devastazione causata dalle fiamme in alcune località, come nel Trapanese.
Allo stesso tempo, ringrazio quanti si sono prodigati prontamente per spegnere i roghi e per limitare i pericoli per la popolazione e i danni per l’ambiente. L’intero sistema antincendio – Vigili del fuoco, Corpo forestale, Protezione civile e volontari – ha operato in maniera lodevole e coraggiosa e ad essi va la gratitudine mia e dei siciliani.
I numeri danno la dimensione di quanto avvenuto nelle ultime ore, a causa della mano criminale di piromani senza scrupoli».
E sull'argomento lunedì 28 luglio è intervenuto l'assessore regionale all'Agricoltura, Salvatore Barbagallo: «I viali parafuoco posti a protezione delle aree demaniali sono stati integralmente realizzati e completati. Un’evidenza che, a differenza di quanto recentemente dichiarato da un sindacato di categoria, è stata confermata anche dal Corpo forestale della Regione Siciliana, che ha dettato i tempi per la loro esecuzione e ha verificato a posteriori la bontà dell'operato degli addetti alla manutenzione.
Inoltre, gli operai forestali resteranno in servizio anche al fine di garantire le azioni di prevenzione e sorveglianza. Informazioni diverse da queste, diffuse senza verifica, generano solo allarmismo ingiustificato».
«Abbiamo messo in campo e completato tutte le attività di prevenzione previste - prosegue Barbagallo - non solo con l’uso del personale in servizio, ma anche attraverso le moderne tecnologie a nostra disposizione.
Nei giorni scorsi, purtroppo, abbiamo assistito a eventi che, secondo un copione già noto, in alcuni casi sono stati innescati da azioni dolose e hanno determinato la perdita di importanti estensioni di zone boschive, anche all'interno di aree protette, fiore all'occhiello del patrimonio naturalistico regionale come la Riserva dello Zingaro, nel Trapanese, e la Sughereta di Niscemi, nel Nisseno.
Continueremo a operare per scongiurare ulteriori danni, grazie all’intervento di personale preparato all’uso di mezzi gestiti in maniera intelligente per ottenere il massimo possibile di protezione per queste aree».
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