I bimbi sono tutti uguali: il pranzo gratis per sempre alla ludoteca multietnica di Palermo
È una Cooperativa a omaggiare ogni giorno il pasto: un modo con il quale Palermo risponde a Lodi, dove il sindaco ha negato la mensa scolastica ai bambini stranieri
I bambini della ludoteca "Il giardino di Madre Teresa"
Mentre a Lodi (Lombardia) per volere del sindaco viene negata la mensa ai bambini stranieri nelle scuole, a Palermo accade un piccolo miracolo: una ditta che fornisce pasti per mense in diverse scuole e ospedali omaggia ogni giorno i pasti alla ludoteca multietnica "Il Giardino di Madre Teresa" che si trova dentro la scuola statale Verga.
La ludoteca è a Ballarò dove la coesistenza tra più di sedici diversi Paesi è diventato uno dei maggiori punti di forza per tutto il rione che ormai è il quartier generale dell'integrazione.
Anche "Il giardino di Madre Teresa" è ormai un punto di riferimento indispensabile per molte famiglie di palermitani e stranieri.
La mensa nelle scuole di Palermo si paga in base alla propria fascia di reddito in base all'Isee delle famiglie, quelle che non hanno i documenti dovrebbero pagare la fascia più alta oppure, in alternativa, i genitori dovrebbero prelevare i bambini nell'ora in cui tutti gli altri mangiano, farli pranzare fuori dall'istituto e poi riportarli a scuola.
Anche la ludoteca, sebbene sia gestita da un'associazione deve adeguarsi a questi standard perché si trova dentro un istituto statale. I piccoli (dai due ai cinque anni) che frequentano la ludoteca sono perlopiù stranieri e molti non hanno ancora i documenti idonei per accedere al servizio mensa così la presidente dell'associazione Kala Onlus che gestisce la ludoteca ha cercato una soluzione.
«La retta che pagano i bambini per frequentare la ludoteca è molto bassa e i piccoli stanno da noi fino al pomeriggio per dare la possibilità ai genitori di andare a lavorare serenamente - spiega Rosita Marchese - per noi anche pagare un euro a pasto sarebbe una spesa onerosa da sostenere e anche chiedere ai genitoi di interrompere il proprio lavoro per dare da mangiare ai propri figli non ci sembrava una soluzione plausibile».
«Senza considerare - aggiunge - che sarebbe umiliante per i bambini staccarsi dal proprio gruppo di compagni per il pranzo e poi tornare, è una forma di discriminazione che non abbiamo preso neanche in considerazione».
«Ho così scritto una lettera alla Cooperativa C.O.T. che in città fornisce pasti a diverse mense chiedendo se avessero potuto omaggiare ogni giorno i pasti per circa trenta bambini».
La C.O.T. ha accettato di buon grado di fornire tutti e trenta i pasti al giorno alla ludoteca di Ballarò e così ogni giorno tutti i bambini possono accedere allo stesso servizio senza costi in più né per l'associazione né per i genitori.
«Ringrazio moltissimo la cooperativa per l'importante servizio che ci omaggia gratuitamente già da un anno - continua Marchese - questa estate siamo rimasti aperti anche se la scuola era chiusa e anche durante quel periodo i pasti ci sono stati offerti dalla C.O.T. un gesto che ha sollevato dall'angoscia moltissime famiglie dei nostri bambini che non sapevano come fare altrimenti».
«Lavoriamo da anni con ospedali e scuole, abbiamo sviluppato quella che io chiamo “sensibilità operativa” nei confronti dei più bisognosi - spiega Emanuele Ribaudo, presidente di C.O.T. - Non amiamo il clamore né siamo alla ricerca di un riconoscimento».
«Semplicemente - conclude - chi si confronta ogni giorno con queste realtà non ha motivo di fare distinzioni di religioni, colori della pelle né ceti sociali».
La ludoteca è a Ballarò dove la coesistenza tra più di sedici diversi Paesi è diventato uno dei maggiori punti di forza per tutto il rione che ormai è il quartier generale dell'integrazione.
Anche "Il giardino di Madre Teresa" è ormai un punto di riferimento indispensabile per molte famiglie di palermitani e stranieri.
La mensa nelle scuole di Palermo si paga in base alla propria fascia di reddito in base all'Isee delle famiglie, quelle che non hanno i documenti dovrebbero pagare la fascia più alta oppure, in alternativa, i genitori dovrebbero prelevare i bambini nell'ora in cui tutti gli altri mangiano, farli pranzare fuori dall'istituto e poi riportarli a scuola.
Anche la ludoteca, sebbene sia gestita da un'associazione deve adeguarsi a questi standard perché si trova dentro un istituto statale. I piccoli (dai due ai cinque anni) che frequentano la ludoteca sono perlopiù stranieri e molti non hanno ancora i documenti idonei per accedere al servizio mensa così la presidente dell'associazione Kala Onlus che gestisce la ludoteca ha cercato una soluzione.
«La retta che pagano i bambini per frequentare la ludoteca è molto bassa e i piccoli stanno da noi fino al pomeriggio per dare la possibilità ai genitori di andare a lavorare serenamente - spiega Rosita Marchese - per noi anche pagare un euro a pasto sarebbe una spesa onerosa da sostenere e anche chiedere ai genitoi di interrompere il proprio lavoro per dare da mangiare ai propri figli non ci sembrava una soluzione plausibile».
«Senza considerare - aggiunge - che sarebbe umiliante per i bambini staccarsi dal proprio gruppo di compagni per il pranzo e poi tornare, è una forma di discriminazione che non abbiamo preso neanche in considerazione».
«Ho così scritto una lettera alla Cooperativa C.O.T. che in città fornisce pasti a diverse mense chiedendo se avessero potuto omaggiare ogni giorno i pasti per circa trenta bambini».
La C.O.T. ha accettato di buon grado di fornire tutti e trenta i pasti al giorno alla ludoteca di Ballarò e così ogni giorno tutti i bambini possono accedere allo stesso servizio senza costi in più né per l'associazione né per i genitori.
«Ringrazio moltissimo la cooperativa per l'importante servizio che ci omaggia gratuitamente già da un anno - continua Marchese - questa estate siamo rimasti aperti anche se la scuola era chiusa e anche durante quel periodo i pasti ci sono stati offerti dalla C.O.T. un gesto che ha sollevato dall'angoscia moltissime famiglie dei nostri bambini che non sapevano come fare altrimenti».
«Lavoriamo da anni con ospedali e scuole, abbiamo sviluppato quella che io chiamo “sensibilità operativa” nei confronti dei più bisognosi - spiega Emanuele Ribaudo, presidente di C.O.T. - Non amiamo il clamore né siamo alla ricerca di un riconoscimento».
«Semplicemente - conclude - chi si confronta ogni giorno con queste realtà non ha motivo di fare distinzioni di religioni, colori della pelle né ceti sociali».
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