CINEMA E TV

HomeCulturaCinema e Tv

Il 19enne (palermitano) che vince premi al cinema: Alessandro e "La magia della terra"

Il cortometraggio nasce da una suggestione di Alicata alla sua sceneggiatrice, Francesca Giuliani, oltre che dai veri ricordi del giovane regista. Il suo ultimo corto colleziona premi

Tancredi Bua
Giornalista
  • 19 ottobre 2025

Alessandro Alicata alla festa del cinema di Roma

Il suo accento è a cavallo tra il siciliano, il romanesco e una punta di laziale meridionale, ma Alessandro Alicata – classe 2005, diciannove anni – è a Palermo che affonda le sue origini, ed è in Sicilia che il suo ultimo cortometraggio, il terzo, "La magia della Terra", uscito lo scorso anno, ha iniziato a collezionare premi.

In qualità di regista s’è portato a casa il premio Cinema Messina "Lando Buzzanca", al Nebrodi Doc Film Festival ha vinto il premio sociale "Sorrisi e lacrime" per il miglior film umoristico, mentre come attore – perché Alicata interpreta anche una parte nel cortometraggio di cui è regista – ha vinto, a Misterbianco, il premio al miglior attore giovane al Sikania Film Festival.

"La magia della Terra" racconta di tre fratelli e del loro rapporto col nonno – interpretato da Jonis Bascir – e il suo terreno in campagna, un terreno a cui non si sono mai interessati più di tanto, che però vorranno salvare quando sarà messo a rischio dagli eventi. Il corto – racconta Alicata – nasce da un mio pensiero, critico nei confronti di tante opere uscite ultimamente, in cui i registi vogliono sperimentare a tutti i costi, fare per forza la cosa più particolare. Attenzione, anch’io ho dei progetti del genere in cantiere, però per il momento attuale per me era più importante fare una cosa semplice, che possa arrivare veramente al cuore della gente».

Con "Gli spari di mezzanotte", il cortometraggio precedente a questo, «ho ricevuto molti meno premi, nonostante la tematica sia più attuale, perché forse questo racconta una cosa semplice e conquista prima. La gente esce dalla sala sentendo qualcosa in più. Bisogna avere la forza di raccontare una cosa semplice».

Il cortometraggio nasce da una suggestione di Alicata alla sua sceneggiatrice, Francesca Giuliani, oltre che dai veri ricordi del giovane regista: «Vedo molto vicina a me la realtà della terra, di quel mondo rurale – prosegue Alicata – . I miei nonni sono originari di Palermo e hanno un grande terreno a Partanna Mondello, io da piccolo ci andavo insieme a mia sorella e i miei cugini, li aiutavo a sistemare gli attrezzi, a raccogliere i frutti, mangiavamo il pane con le arance, sono cose belle, quasi ribelli, che mi piacciono e che ricordo sempre con gioia.

Vuoi o non vuoi ho pensato a queste esperienze quando immaginavo la storia. Nel corto la vicenda è chiaramente più romanzata, però in effetti quando fai qualcosa non solo per una persona, ma per la terra, sei felice, senti di fare qualcosa di bello, di buono, quei “ringraziamenti” che ci sono nel cortometraggio arrivano anche nella vita vera, magari in altri modi, vedi un fiore che nasce dopo aver innaffiato la pianta, le foglie farsi più grandi… e poi è spettacolare disconnettersi da ‘sti telefoni, ‘ste cose…».

Sì, qualora ci fosse bisogno di ribadirlo, sempre più ragazzi della cosiddetta "Gen Z", contrariamente a quello che le cronache sembrano restituirci, vogliono allontanarsi dal mondo virtuale, pompato di nullità vacue e false che si trovano online. Alessandro Alicata rientra in questa categoria: «Io sono uno che cerca di limitare tantissimo l’uso degli smartphone. WhatsApp lo utilizzo normalmente per sentire gli amici ma prediligo le chiamate, quando non ci possiamo vedere.

Sono per il contatto fisico al massimo, non ci ho mai nemmeno provato con una ragazza via social, ho sempre voluto parlare di persona con la gente. I social poi sono fondamentali per il lavoro, e allora mi si vede postare, fare le storie, quando escono articoli o interviste o faccio eventi li pubblicizzo, ma non ci sto troppo. TikTok l’ho disinstallato perché creava una dipendenza pericolosa, perdevo vita e questa cosa mi faceva arrabbiare, con Facebook credo di avere dei problemi esistenziali, non ho mai capito come si usi, e odio profondamente l’intelligenza artificiale. Nel cortometraggio l’ho inserita a scopo di bene, ma qualche giorno fa stavo mandando a quel paese degli amici che per fare un cartellone a casa la volevano usare e avevano chiesto cosa potessimo scriverci su. Io questa cosa, questo appiattimento, lo odio».

Una visione d’altri tempi, che potrebbe appartenere più a un trentenne, se non a un quarantenne o un cinquantenne. Forse avrà avuto, su questo, un merito il padre Salvatore, direttore di produzione del cortometraggio, ma soprattutto grandissimo appassionato di cinema. Da quando gli Alicata si sono trasferiti a Roma, Salvatore è stato anche sul set con Marco Bellocchio, per il suo «Esterno notte», dove ha interpretato l’ex deputato della Democrazia Cristiana Giovanni Galloni.

«Nella vita di tutti i giorni ha un lavoro completamente diverso – racconta il regista – ma il cinema lo chiama sempre. Quand’era giovane portò i primi schermi cinematografici nei cinema palermitani, se non erro al Tiffany, poi ha ricevuto un’offerta in un altro settore e i film sono rimasti un pallino. Fino a che non sono arrivato io. Mi aveva iscritto al corso di teatro al Crystal, il vecchio teatro di Mario Pupella, nel 2014. Io ricordo che mi divertii tantissimo sul palco con gli altri, e così ho iniziato lì come attore.

Un giorno ho vinto un provino, lo facevano alla Mondadori che c’era in via Ruggero Settimo, era per un cortometraggio intitolato "The Trainer – L’addestratore", lui ne è stato felicissimo. Mi ha sempre seguito, quella del cinema è una passione che condividiamo oltre il calcio, un momento padre-figlio in più. Mi aiuta quando può, e a lui torno sempre per chiedere consigli, è un supervisore in cui credo molto».

Oltre al cinema, Alessandro Alicata lavora come regista di videoclip musicali. «Tra i due mondi preferisco il cinema, per il fatto di vivermi le cose a pieno, con i tempi – commenta – che solamente il cinema ha. Magari certe canzoni ti lasciano un po’ di libertà in più, però è innegabile che con la produzione di videoclip tendenzialmente si è un po’ più rigidi.

Non mancano le eccezioni: "Un bacio prima del sonno", di La Elle, è un videoclip che per me è veramente bello. Mi è piaciuto tantissimo girarlo, così come mi piacerebbe girarne altri su questa scia. Sono comunque un’ottima palestra, oltre a essere una bellissima esperienza: fai tantissima pratica, in un giorno devi girare tre minuti e mezzo di canzone, cosa che non è facile soprattutto se vuoi farli molto movimentati. Oltretutto alcuni raggiungono davvero tantissime visualizzazioni e possono essere utili per farsi conoscere.

«La dolce tipa» (girato per gli influencer Cap e Kazu come parodia del brano "La dolce vita" di Fedez) ha quasi nove milioni di visualizzazioni su YouTube. È chiaro che in produzioni come queste devi mettere da parte un po’ di “cinema”, ma in altri ho potuto portare un po’ di cinema». Il 19 ottobre il suo ultimo cortometraggio, "La magia della Terra", sarà presentato alla ventesima Festa del Cinema di Roma, allo Spazio Roma Lazio Film Commission dell'Auditorium Parco della Musica, grazie al supporto della Fondazione Roma Lazio Film Commission.

E poi? Poi il set chiamerà Alessandro Alicata un’altra volta: «Prima ho un paio di progetti in cui lavorerò come aiuto regista, cosa che mi piace anche molto fare. È una trilogia di cortometraggi che poi diventerà un film. Lavorerò poi, sempre come aiuto, con Fabio Schifino, nella sua opera prima che vede nel cast anche Alessandro Haber e Sofia D’Elia (per ora in sala con Elio Germano e Alba Rohrwacher in «Tre ciotole» di Isabel Coixet, ndr.)». Quindi dovrebbe essere la volta del suo lungometraggio d’esordio: «Ci sto lavorando – dice Alicata – . Vorrei trovare l’idea giusta, sto tastando il territorio, cosa voglio raccontare, dove voglio andare».
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI