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Palermo svela un pianeta che cresce a tempo record: il caso del gigante vagabondo

L'Osservatorio astronomico di Palermo ha comunicato di aver effettuato una scoperta astronomica estremamente interessante: ve la raccontiamo, ecco tutti i dettagli

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 5 ottobre 2025

Il pianeta errante

Il team di ricerca guidato da Víctor Almendros-Abad, dell’INAF – Osservatorio astronomico di Palermo ha comunicato di aver effettuato una scoperta astronomica estremamente interessante. Analizzando il comportamento di "Cha 1107-7626" – un particolare pianeta, che vaga nello spazio lontano da qualsiasi stella o sistema – hanno scoperto che i pianeti possono accrescersi più velocemente del previsto, almeno considerando le teorie standard usata finora dagli scienziati.

Questo pianeta si sta infatti nutrendo a un ritmo mai visto prima, mettendo in crisi i modelli di sviluppo e accrescimento dei pianeti. Cha 1107-7626 divora infatti sei miliardi di tonnellate di gas e di polvere ogni secondo. Una quantità enorme di materia, considerando che si tratta del tasso di crescita più alto mai osservato in un pianeta errante.

Questi pianeti non orbitano attorno a una stella, ma fluttuano liberamente nello spazio, viaggiando nel vuoto, per miliardi di anni. Gli astronomi hanno osservato il tasso di crescita di questo pianeta grazie al James Webb Space Telescope e al Very Large Telescope (VLT) dell’ESO, due dei telescopi più importanti del mondo, situati rispettivamente nello spazio e nel deserto di Atacama in Cile.

È proprio grazie a questo telescopio se i ricercatori hanno compreso che Cha 1107-7626 era un gigante errante – con una massa stimata tra 5 e 10 volte quella di Giove. Molto particolare è anche le modalità di assorbimento del pianeta, che non erano state previste dai ricercatori.

Analizzando la luce emessa dal pianeta prima e durante l’assorbimento di gas, gli astronomi hanno infatti scoperto che forti campi magnetici sembrano guidare il flusso di materia verso il pianeta, come un enorme nastro trasportatore, che porta il gas ad accumularsi nei pressi del pianeta.

Questo fenomeno non è mai stato osservato prima in un oggetto di massa planetaria, ma come segnalano i ricercatori dell’Università di Palermo è un fenomeno noto nelle stelle giovani.

«Molti pensano ai pianeti come a mondi stabili e immobili, ma questa scoperta dimostra che anche i pianeti solitari possono essere luoghi estremi e dinamici», spiega Almendros-Abad. «Questo evento sfuma il confine tra ciò che consideriamo una stella e ciò che consideriamo un pianeta.

Vedere un pianeta comportarsi in questo modo ci offre un’anteprima dei suoi primi, tumultuosi anni di formazione» ha invece sottolineato Belinda Damian. Gli scienziati hanno anche rilevato tracce di vapore acqueo nel disco interplanetario che circonda il pianeta.

Inoltre, secondo i dati ottenuti dai telescopi, la composizione chimica del disco è cambiata rapidamente, suggerendo che eventi di accrescimento intenso possono influenzare profondamente la chimica dell’ambiente circostante, anche in assenza di una stella.

Secondo i ricercatori, il caso di Cha 1107-7626 è più di una curiosità astronomica. I ricercatori dell’Osservatorio astronomico di Palermo lo hanno infatti definito una finestra sui primi momenti di vita dei mondi alieni, in grado di rivoluzionare la nostra comprensione dell’universo.
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