ITINERARI E LUOGHI
Il borgo "incastonato" in una grande città: la sua cucina (sana) è tra le più buone in Sicilia
È un contenitore di tradizioni secolari legate alla pesca: luoghi e usanze che ne fanno oggi uno tra i più belli presenti nell’isola anche per suoi piatti deliziosi
Vista di Ognina (foto Roberto Munao)
Un vero e proprio racconto attraverso mezzi moderni, comunicazione visiva e un’azione di marketing innovativa è quello che è stato ideato da Francesco Chittari e sviluppato dall’agenzia Scirocco, con il supporto dell’Assessorato alla Pubblica istruzione, edilizia scolastica, agricoltura, pesca e borghi marinari del Comune di Catania.
L’obiettivo è che Ognina venga inserito, come è stato per tanti altri borghi siciliani quali Santa Flavia in provincia di Palermo, Castellammare del Golfo in provincia di Trapani e Sciacca per Agrigento - solo per citarne alcuni - all’interno del Reimar, il Registro delle identità della pesca mediterranea e dei borghi marinari, al fine di esaltarne tutte le unicità, materiali e immateriali.
Legata proprio all’universo della pesca è la grande consapevolezza del mare: ricette e trucchi ai fornelli tramandati dall’equipaggio di bordo dei pescherecci, ma soprattutto dalle donne che erano addette non solo a cucinare ma anche a conservare il pesce a terra.
Ora che vi ho dato queste dritte, il binomio Sicilia/panza va da sè...e allora vi sarà chiaro come, proprio attraverso la narrazione della cultura gastronomica di Ognina, si voglia arrivare alla sua valorizzazione.
All’interno di questa grande iniziativa è stato redatto un ricettario che raccoglie proprio tutte le preparazioni storiche di pesce, partendo da acciuga, sarda, sardella, sgombro, palamito, pesce spada e tonno, le più tipiche varietà pescate in quest’area, nelle loro versioni più semplici come alla griglia o fritte per esaltarne il gusto, e sino ad arrivare a ricette ben più elaborate...curiosi? Vi accontento.
All’interno del ricettario dal titolo "La cucina marinara di Ognina. Le ricette delle nonne, dei pescatori del borgo e degli chef della città di Catania" vi sono tante preparazioni dove, nel rispetto assoluto della materia prima, del lavoro che lo ha portato nei piatti, ma soprattutto di un’identità che i meccanismi di massa rischiano di distruggere, divulgano le antiche ricette della tradizione culinaria marinara, da sempre tratto distintivo di questa comunità.
Primi e secondi piatti, contorni realizzati con materie prime locali e genuine, che vedono protagonista il pescato locale che varia secondo la stagione. Una raccolta di alcune ricette, con la consapevolezza della centralità delle buone abitudini alimentari e del buon cibo: Ognina diventa così un modello virtuoso da seguire attraverso l’interpretazione di alcune preparazioni delle cucine casalinghe o di bordo che ne valorizzano le materie prime, salvaguardando l’identità del luogo.
Avete mai assaggiato le aúgghi alla catanese? Ecco, se vi venisse lo spinno sappiate che all’interno del ricettario troverete tutte le indicazioni per preparare questa tipica ricetta dove le aguglie vengono sventrate e pulite, arrotolate a ciambella così che la punta del musetto si infili in una parte del corpo e il rotolino rimanga ben fermo, aggiunto olio e cotte alla brace.
Ai catanesi poi piace servirle con pomodori anch’essi grigliati alla brace, tagliati in due, conditi con olio, aglio, prezzemolo, sale, pepe e menta che rinfresca. Non mancano neanche le indicazioni per preparare i "bucatini con le sarde a mare", che già il nome è tutto un programma... sì perchè con appena 10 filettini di acciuga salata per 400 gr di pasta vi faranno ottenere un risultato tale che nessuno oserebbe insinuare non vi siano palate di sarde dentro.
Ecco il potere del finocchietto selvatico e di tutti gli ingredienti base di questa preparazione, come pinoli e uva passa, che porteranno quelle essenze olfattive illusorie per il palato con un risultato inaspettato.
Nella pasta con seppie, sarde e melanzane al forno invece, non c’è trucco e non c’è inganno...lì davvero ci sono le sarde, le melanzane nostrane, le seppie, i pelati e il pecorino. Lo so, io stessa sono della scuola “vade retro cacio sul pesce” ma qua pare sia l’elemento essenziale per conferire carattere a questa pasta ripassata in forno da tipica domenica in famiglia.
E poi, solo per citarvi un’altra delle tante ricette presenti in questa raccolta, una che mi ha ispirato particolarmente è il "pesce spada alla ghiotta".
Qui pesce e patate sono un binomio vincente di sicuro, arricchito dal pomodoro pelato, olio, olive verdi e capperi con una bella spolverata di peperoncino, verrà fuori un invitante sughetto al quale non si può negare un bel pezzo di pane per la scarpetta.
Se la cucina marinara di Ognina è tornata protagonista con questo progetto per il recupero della memoria storica di un quartiere caratterizzato da una forte identità culturale ed enogastronomica di Catania, simbolo della stratificazione storica dell’identità siciliana, non si può certo dire che non vi sia altro da celebrare.
Siamo nel cuore del golfo di Catania, qui si assiste ad una piena presa di coscienza della bellezza che ha ispirato Verga e, pare, accolto persino Ulisse.
Una terra di miti, eruzioni vulcaniche che hanno inglobato l’antico bor- go all’interno della grande città, il luogo dove sorgeva il tempio dedicato alla dea Athena Longatis, divinità della sapienza e protettrice della battaglie in mare dove oggi sorge la Chiesa di Santa Maria di Ognina con la sua festa della "Bedda Matri di Ognina", conosciuta con il nome popolare di "A festa d’a Bammina" (la festa di Maria bambina).
Non solo pesce buono e ben cucinato ma un luogo che può far da traino, insieme agli altri borghi del Reimar, allo sviluppo della nostra Sicilia.
Per questa ragione si stanno gettando le basi anche per un importante intervento urbano che potrebbe dirottare il traffico veicolare, al momento allontana- to attraverso un ponte, proprio all’interno di Ognina.
In questo modo i visitatori occasionali ma anche quelli più abituali, una volta fatto il loro ingresso a Catania, si troverebbero immersi in un percorso obbligato che li spinga a conoscere e, certamente apprezzare, tutte le meraviglie dell’antico borgo che varranno certo la pena di essere giunti sin lì.
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