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La Corte dei Conti spegne gli entusiasmi sul Ponte sullo Stretto: i motivi del nuovo stop

In sei pagine ci sono decine di richieste di chiarimenti. Bocciato al momento il progetto: il governo ha 20 giorni per integrare e aggiornare la documentazione

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 25 settembre 2025

Il progetto del Ponte sullo Stretto

Alcune settimane fa, varie associazioni ambientaliste – tra cui il WWF, Legambiente, GreenPeace e LIPU – si erano rivolte alla Corte dei Conti per effettuare ulteriori controlli sulle carte del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.

Questa richiesta si rifà anche alla delibera dell’agosto scorso del CIPESS - il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile - relativa alla realizzazione del ponte, che di recente aveva fatto sollevare più di qualche perplessità tra gli esperti.

Per rispondere a questa richiesta, il ministro dei trasporti Matteo Salvini aveva sardonicamente dichiarato che se la Corte avesse dato a breve l’ok al progetto, «il governo italiano sarebbe stato pronto alla sua realizzazione a partire dal prossimo mese di ottobre».

Dopo poco meno di due settimane da questa dichiarazione, la Corte si è sì espressa, ma per buona pace del ministro andando contro le sue dichiarazioni e sostenendo alcune tesi degli ambientalisti.

Secondo infatti il comunicato dalla Corte, il progetto presentato dal governo e dall’azienda Stretto di Messina S.p.A., in collaborazione con WeBuild, leader del consorzio di costruttori responsabili della progettazione e della costruzione del ponte, necessita di diversi documenti integrativi e presenta alcune problematiche e carenze, le stesse segnalate dagli ambientalisti negli ultimi anni.

In sei pagine molto fitte, in cui sono presenti decine di richieste di chiarimenti, la Corte ha quindi bocciato per il momento il progetto, concedendo al Governo 20 giorni di tempo per integrare e aggiornare la sua documentazione.

Alla luce delle recenti dichiarazioni diffuse dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, quest’ennesimo intoppo rischia di far posticipare l’apertura dei cantieri l’anno prossimo, mentre la comunità siciliana è sempre più scettica nei confronti dell’utilità del ponte.

Per fornire questo parere, la Corte ha dovuto studiare tutti e 91 gli allegati del progetto approvati dal Cipess, mentre il dibattito pubblico si focalizzava sul pericolo delle infiltrazioni mafiose all’interno delle aziende coinvolte nella realizzazione dell’opera.

Nelle osservazioni trasmesse alla Presidenza del Consiglio, i magistrati contabili sottolineano come «risulterebbe non compiutamente assolto l'onere di motivazione (dell’opera), difettando una puntuale valutazione degli esiti istruttori».

La Corte esprime inoltre dubbi sull’esclusione dell’authority, che invece dovrebbe essere coinvolta, considerando l’ampio ambito dell’articolo 37. Questo articolo riguarda aspetti importanti come le concessioni, l’accesso alle infrastrutture, le tariffe e le condizioni di utilizzo del ponte. L’esclusione dell’authority, quindi, sembra ingiustificata e dovrà essere corretta.

In caso contrario, la legge prevede provvedimenti molto seri. I giudici sollevano anche perplessità sulle previsioni di traffico sostenute dai promotori del progetto, che portano alla necessità di avere nuovi chiarimenti sulle valutazioni fatte per scegliere la società TPlan Consulting per quanto riguarda la scelta del piano tariffario.

La Corte ha anche evidenziato una differenza tra l'importo indicato da KPMG (10,48 miliardi) e quello segnalato dal CIPESS (10,51 miliardi) e ha chiesto spiegazioni sugli aumenti di spesa.

In particolare, ha notato che i "costi della sicurezza" sono saliti da 97 milioni nel progetto preliminare a oltre 206 milioni, e che le "opere e misure compensative" sono aumentate fino a 267 milioni.

Per concludere, la Corte chiede chiarimenti “in merito alla compatibilità (…) con l'art. 6, paragrafi 3 e 4, della Direttiva 92/43/Cee e con le Linee Guida Vinca”.

Una richiesta che era stata già sollevata dagli ambientalisti e che aveva già provocato diverse polemiche, oltre che numerosi ricorsi e la famosa lettera di Bruxelles, con cui l’Unione Europea ha preteso delle spiegazioni in merito all'incidenza ambientale del ponte.
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