"La piaga di Palermo è il traffico": addio a Paolo Bonacelli, "zio" di Johnny Stecchino
È morto all'età di 88 anni. Tutti lo ricordano per aver interpretato l'avvocato, "zio", del boss Johnny nel film capolavoro di Roberto Benigni. Il video della leggendaria scena
L'attore è morto ieri sera, 8 ottobre, all’ospedale San Filippo Neri di Roma, dove era ricoverato, all'età di 88 anni. Nato a Civita Castellana il 28 febbraio 1937, diplomato all'Accademia d'arte drammatica a Roma, debutta in "Questa sera si recita a soggetto" (da un'opera di Pirandello) per la regia di Vittorio Gassman. È poi al Teatro Stabile di Genova, dove recita in "Il diavolo e il buon Dio" di Sartre, diretto da Luigi Squarzina. Assieme a Carlotta Barilli fonda la Compagnia del Porcospino con cui, a Roma, mette in scena numerosi testi di successo.
La celebrità arriva poi col cinema. Numerosissimi i film in cui ha recitato, tra i più famosi: "Lady Barbara" di Mario Amendola, "Salò o le 120 giornate di Sodoma" di Pasolini, grazie al quale vinse la Targa Mario Gromo, "Cristo si è fermato a Eboli" di Francesco Rosi, "Il mistero di Oberwald" di Michelangelo Antonioni, "Non ci resta che piangere" di Massimo Troisi e Roberto Benigni (dove interpreta Leonardo da Vinci). Ancora, "Io speriamo che me la cavo" di Lina Wertmüller e "Mission: Impossible III" di J. J. Abrams.
Per i siciliani resta comunque famoso soprattutto per aver interpretato lo "zio" avvocato di Johnny Stecchino, nel film capolavoro di Roberto Benigni. Resta ancora indelebile la scena (che vi riproponiamo nel video), in cui girando in macchina al Foro Italico di Palermo, lo "zio" (Paolo Bonacelli) elenca le piaghe più grandi della Sicilia: l'Etna, la siccità e dice la terza, "la più grave" (che gli è valsa anche la grande notorietà) «il traffico. Troppe macchine! È un traffico tentacolare, vorticoso, che ci impedisce di vivere e ci fa nemici, famigghia contro famigghia, troppe macchine!».
Nel video la leggendaria scena del film.
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