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La Sicilia è bella (anche) dentro: la riserva naturale con un "capolavoro" sotterraneo

Zone inesplorate, spesso sedotte e abbandonate. Tunnel scavati nel sottosuolo, grotte e aperture che nascondono un tesoro ancora da scoprire. Ecco dov'è

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 12 novembre 2022

La conoscenza del territorio siciliano si avvale e completa con la visita del mondo sotterraneo. Zone inesplorate, spesso sedotte e abbandonate. Tunnel scavati nel sottosuolo, grotte e aperture che nascondono un tesoro da diffondere e toccare con mano. Nel silenzio glaciale dei monti di Gibellina, incastonati tra i territori di Santa Ninfa e Gibellina e lontano dalle grandi città, la riserva naturale rappresenta un confronto col passato.

Un passaggio unico, in un luogo dalle mille prerogative e dai dubbi irrisolti. Due itinerari da percorrere, due obiettivi da raggiungere: la grotta di Santa Ninfa ricadente nella zona A e l’ampia valle del Biviere all’interno della zona B. Non esiste una scelta poiché entrambi meritano la giusta attenzione. Attrazione, fascino, geomorfologia e antico sono gli elementi che caratterizzano la grotta.

Una cavità di origine carsica che si divide in ambienti ipogei estesi per km 1,5. L’intera riserva ricade su un vasto altopiano gessoso (altezze che raggiungono quasi i 700 m.s.l.m), con la presenza di diverse rocce formatosi nel periodo del Messiniano (l’ultimo dei sei piani in cui è diviso il Miocene).
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Tutto è avvenuto dopo la chiusura dello stretto di Gibilterra e l’interruzione dei collegamenti tra il mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico. Si è creato un bacino chiuso e poco profondo, provocando una forte evaporazione con depositi salini. Il substrato gessoso è particolarmente solubile.

Grazie ai processi carsici, le acque si sono infiltrate nel sottosuolo attraverso pori, microfratture e canali dando origine a numerose cavità sotterranee. Allo stesso tempo, si è formato un paesaggio caratteristico e di notevole interesse geomorfologico con la presenza di doline, valli cieche e karren.

Le conche circolari s’incastonano alla perfezione con le valli fluviali e dipingono una struttura a forma alveare chiamata “Honeycomb-karst”. Grazie a questi aspetti, uniti alla ricchezza delle concrezioni, la grotta di Santa Ninfa costituisce la più importante e affascinante delle 40 cavità presenti. E’ prevalentemente orizzontale e plasmato con l’opera incessante del torrente Biviere.

Quest’ultimo termina il suo corso superficiale in corrispondenza di un’imponente parete. Siamo di fronte all’inghiottitoio dove si riversano le acque nel sottosuolo e formano la grotta. L’interno è caratterizzato da due gallerie sovrapposte. Con grande attenzione ai particolari è possibile accorgersi di diversi cunicoli incisi dalla forza acquifera. Il ramo superiore è quasi asciutto e ricco di spettacolari creazioni.

Il ramo inferiore è attivo e caratterizzato da uno scorrimento idrico. L’azione erosiva provoca un’ evoluzione morfologica lenta degli ambienti ipogei. Le concrezioni di calcite e gesso presentano notevoli dimensioni e un’estrema variabilità cromatica con colate, colonne e stalattiti. È possibile ammirare anche le "perle di grotta". Sono corpi di forma globosa costituiti da una successione di lamine carbonatiche.

L’elevato valore naturalistico del luogo è legato alla presenza di una fauna cavernicola. Essa è adattata alla mancanza di luce, l’elevata umidità e ultimamente, è stata scoperta una nuova specie di artropode: il millepiedi Choneiulusfaunaeuropae. Sono compresi alcune specie di pipistrelli come: il Pipistrellus kuhlii, Hypsugo savii, il Pipistrellus pipistrellus, il Rhinolophus hipposideros, il Rhinolophus ferrumequinum e il Miniopterus schreibersii.

Per via del rischio di estinzione, sono protetti da leggi nazionali e comunitarie. La grotta rientra completamente nel “Sito Natura 2000”. E’ stato istituito in attuazione della Direttiva Habitat 92/43/CEE per la presenza di diversi habitat di interesse comunitario e di specie biogeografico e conservazionistico.

Grazie al lavoro incessante di Legambiente e all’impegno dei suoi rappresentanti, oggi è possibile visitare la grotta. Sono promosse delle iniziative affinché in alcuni periodi dell’anno ( marzo-novembre) ci siano delle visite guidate. Sono organizzati dei percorsi didattici con le scuole e gruppi di laboratorio per approfondire, grazie al materiale divulgato (roccioteca e pannelli informativi), gli aspetti predominanti dell’intera riserva. Una visita unica, da vero speleologo, in una delle zone meno battute dell’intero territorio siciliano.
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