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Paura per risse e aggressioni, gli albergatori: "Ecco la ricetta per una Palermo più sicura"

Il grido di allarme di Rosa Di Stefano, presidente di Federalberghi: "I casi di violenza minacciano la reputazione della città". Ma il turismo cresce, i numeri del paradosso

Luca La Mantia
Giornalista
  • 1 luglio 2025

Rosa Di Stefano, presidente di Federalberghi Palermo

Due facce di una stessa medaglia: da un lato c'è la Palermo che conquista gli stranieri e che vede crescere gli arrivi, dall'altro c'è la Palermo che invece fa di tutto per allontanare i turisti.

Il paradosso tutto siculo fa sorgere spontanea la domanda: quanto sarebbe attrattivo il capoluogo se al posto di risse e aggressioni nel centro storico ci fossero solo manifestazioni di onestà e accoglienza? Possiamo solo immaginarlo.

Le certezze sono i turisti portoghesi circondati e pestati alla Vucciria pochi giorni fa o la rapina a tre tedeschi ai Quattro canti lo scorso marzo.

«Purtroppo siamo davanti a un fenomeno che non può più essere letto solo come un fatto di cronaca», è il grido di allarme di Rosa Di Stefano, presidente di Federalberghi Palermo.

Il prezzo da pagare rischia di essere salatissimo. «Gli episodi di violenza, risse, aggressioni o disordini che si moltiplicano tra le vie della movida non sono solo un segnale d’allarme per la sicurezza - aggiunge -, ma rappresentano una minaccia reale alla vivibilità della città e all’immagine turistica di Palermo».

Il rischio è che questi episodi danneggino il turismo. «Lo stanno già facendo, se non nei numeri, nella percezione - aggiunge Rosa Di Stefano -. Fortunatamente non registriamo disdette, ma avvertiamo tra i turisti un senso crescente di insicurezza. La reputazione di una città è fragile e basta un video virale, una brutta esperienza raccontata online, per compromettere mesi di lavoro».

Soluzioni? «Federalberghi Palermo chiede l’immediata attivazione di un piano operativo strutturato sulla sicurezza, ispirato a modelli già applicati con successo in altre città italiane ed europee, con l’attivazione di un tavolo permanente di confronto tra Comune, prefettura, associazioni di categoria».

Un esempio? «Presidi fissi e mobili delle forze dell’ordine, come a Firenze e Milano, regolamentazione intelligente dei flussi serali, come a Barcellona, con zone a movida controllata. Videosorveglianza efficace e integrata, come a Lisbona, dove le telecamere intelligenti aiutano a prevenire e intervenire».

Ma secondo Rosa Di Stefano serve anche altro, serve soprattutto un intervento costante delle istituzioni.

«Nessuna misura può funzionare se non è costruita e sostenuta dal territorio. Palermo ha bisogno di risposte istituzionali, ma anche della responsabilità collettiva di chi la vive, la lavora, l’accoglie ogni giorno. La sicurezza non è solo ordine pubblico: è una forma di cura, è fiducia nel futuro».

Il senso di insicurezza non riguarda solo il centro storico, né solo Palermo. Domenica notte in una discoteca di Cinisi è scoppiata una rissa per la decisione del personale di sicurezza di bloccare l'ingresso. Le transenne poste a protezione del locale sono state lanciate finendo contro auto parcheggiate e causando danni.

Non va meglio a Catania tanto che il sindaco Enrico Trantino ha chiesto a Giorgia Meloni di rafforzare la presenza dell'Esercito nei punti nevralgici della città, proponendo una riedizione migliorata dell'operazione "Strade Sicure" e "Vespri Siciliani".

E se l'Esercito fosse una soluzione anche per Palermo? «In una città turistica, la presenza dell’Esercito non è un’eccezione: è un segnale chiaro di attenzione, di tutela, di presenza dello Stato. Se Palermo vuole essere all’altezza del suo nome nel mondo, deve dimostrare che sa proteggere chi la vive e chi la sceglie», è il messaggio di Rosa Di Stefano.

«Abbiamo bisogno di sicurezza ora, non domani - aggiunge -. La bellezza non basta: serve fermezza, serve un presidio costante. L’urgenza è reale, non possiamo più permetterci esitazioni».

Ma cosa sta succedendo? «Le cause sono molteplici. C’è una crescente fragilità sociale, in parte figlia del disagio giovanile, della mancanza di presìdi educativi, di un impoverimento culturale e relazionale», dice ancora.

E non è tutto: «A questo si aggiunge un consumo smodato di alcolici (da parte degli abusivi) e droghe anche tra i giovanissimi e, spesso, un’assenza di controlli efficaci. Tutto ciò crea un clima di impunità».

Il paradosso è la crescita del turismo, nonostante il clima di paura. «A Palermo, la domanda turistica è in forte crescita: nel 2024, la città si è posizionata all’ottavo posto tra le destinazioni più cercate dagli italiani, con un aumento del 23% rispetto al 2023», spiega Rosa Di Stefano.

I dati dicono anche che le ricerche voli per agosto 2025 da e per Palermo registrano un +20% rispetto al 2023 e un +73% rispetto al 2019, un chiaro indicatore della ripresa post pandemia.

«Inoltre - continua -, fra giugno e luglio, l’occupazione media delle camere d’albergo ha raggiunto il tetto dell’80%, un dato in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il capoluogo siciliano, dunque, anche per l’estate 2025 si conferma una fra le mete più ambite nel Mediterraneo».

Secondo i dati di Federalberghi, la spesa media giornaliera per turista a Palermo si attesta intorno ai 128  euro, con punte superiori ai 150 euro nei segmenti di fascia alta.

«Tutto ciò - spiega Rosa Di Stefano - ci indica che a Palermo il turismo è tornato a essere uno dei principali motori economici, e i numeri lo confermano: cresce il numero delle strutture ricettive, aumentano i posti letto, si rafforza l’impegno degli imprenditori del settore».

Il settore decolla e lo dimostrano le aperture di nuove strutture ricettive. «Dietro ogni investimento c’è un’impresa, c’è occupazione, c’è una visione di sviluppo sostenibile. Palermo non è solo una meta turistica, ma un ecosistema culturale, economico e sociale che accoglie con professionalità, orgoglio e senso di responsabilità».
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