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1987-2017: 30 anni senza Warhol, a Palermo arriva la collezione Valsecchi

Conosciuto soprattutto per le serigrafie di Marilyn Monroe e i barattoli Campbell’s il papà della pop art è parte della segretissima collezione in arrivo a palazzo Butera

  • 10 aprile 2017

Andy Warhol

L'artista più iconico di sempre si spegneva il 22 febbraio del 1987 nella sua adorata New York. Andy Warhol ha dato vita a un movimento artistico che si ispirava alle immagini della comunicazione di massa e alle pubblicità per esaltare il concetto della riproducibilità dell’opera d’arte: la Pop Art. Un concetto avveniristico, controverso e che ha fatto tendenza tra intellettuali, artisti e personaggi della cultura mondiale.

Conosciuto soprattutto per le serigrafie che ritraggono Marilyn Monroe e per la serie dei Barattoli della Campbell’s Soup, il papà della Pop Art è parte della collezione che a breve, brevissimo, aprirà i battenti del nuovo museo d'arte contemporanea di Palermo, palazzo Butera.

Tutto ebbe inizio quando l'artista era vivo e operante. Siamo nel 1973 e un piccolo collezionista, Massimo Valsecchi, apre una galleria d'arte insieme alla moglie. Uno spazio commerciale in cui non riuscirono a vendere nulla e che fece però la loro fortuna: grazie alle opere invendute oggi sono i proprietari di una delle più significative collezioni d'arte che vanta pezzi comprati negli anni Sessanta e Settanta come opere di Gerhard Richter e di Gilbert&George.
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Ben presto la loro collezione cominciò a espandersi ed è diventata talmente ampia che attualmente le loro opere sono in parte in prestito al Fitzwilliam Museum di Cambridge, in parte al Museum di Oxford e un'altra parte importante della sua collezione arriverà a Palermo. Per capire l'inestimabilità del valore della collezione, basta pensare che Valsecchi ha acquistato Palazzo Butera vendendo uno solo dei suoi Richter.

Un arrivo di fondamentale importanza se si considera che era - ed è al momento - una delle collezioni più misteriose e meno conosciute al mondo, raccolta per più di 50 anni in totale segretezza. Un'ossessione che in fondo ha una base che nulla ha a che fare con vezzi snob: semplicemente, i due coniugi hanno sempre ritenuto l'arte come un affare molto personale, intimo.

Diventato oggi un magnate, il collezionista decide di investire nella città di Palermo acquistando lo storico palazzo alla Kalsa che rappresenta uno dei punti nevralgici del capoluogo siciliano e che viene salvato da un triste declino diventanto non solo museo ma anche casa di famiglia.

La scelta del palazzo è stata un momento molto intenso nel quale i coniugi Valsecchi hanno scelto di fare diventare la propria collezione un vero e proprio canale per trasmettere l'arte a chi non ha la possibilità di ammirarla, arricchendo Palermo di nuove opere e nuovi stimoli. Alcune delle opere che saranno esposte non sono mai state esposte al pubblico.

Da Andy Warhol a Gerard Richter, da David Tremlett a Gilbert&George, con anche maioliche, oggetti di pop art e reperti archeologici la collezione è talmente vasta che il progetto del museo prevede diversi spazi per diversi linguaggi artistici.

L’ambiente del palazzo racconta della ricchezza e dei fasti vissuti di una città multiculturale, dopo il restauro e con l’aiuto dell’ingegnere Marco Giammona, il museo ospiterà la collezione permanente al piano superiore e le mostre temporanee al piano terra, la restante parte invece sarà di residenza.

Per quanto l'intento di tutti gli appassionati d'arte sia scoprire quali e quante opere di Warhol arriveranno a Palermo, i Valsecchi mantengono il silenzio. L'unica certezza è che si tratta di opere non svelate e quindi mai presenti in nessuna esposizione precedente.

Inoltre, palazzo Butera, sarà tra i protagonisti di "Manifesta 12", la biennale d'arte contemporanea che per il 2018 ha scelto Palermo.
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