"Europeana", lampi di ventesimo secolo
Una ferma posizione è difficile da prendere. Al di là di quanto già scritto, esiste, peraltro, una nota “dominante” in queste centocinquanta pagine di storia, ovvero i tragici fatti che hanno caratterizzato i due massimi sistemi totalitari del secolo scorso, nazismo e comunismo. Per descrivere l’orrore provocato da questi due cancri della storia moderna, lo scrittore cambia leggermente registro, la verve della sua scrittura si attenua divenendo ancor più distaccata, se non cinica, per niente accorata come sarebbe lecito attendersi, ponendo in risalto la stupidità portatrice di tragedie delle due dittature. Oltre che per i contenuti, il volume è da menzionare per l’aspetto grafico particolare e accattivante, che è diventato un “must” imprescindibile nelle pubblicazioni di questa nuova casa editrice palermitana. A chi di noi non è capitato almeno una volta di gironzolare fra gli scaffali di una libreria e scegliere un romanzo solo per un titolo azzeccato o una copertina che colpisce la nostra percezione? Adesso vogliamo dare un saggio della scrittura affabulatrice e fuori dalle righe di cui è capace l’autore di Europeana: «Per molto tempo ci sono state solo bambole femmine ma poi sono stati creati anche i bambolotti maschi e la bambole femmine avevano una fessurina tra le gambe e i bambolotti maschi un pisellino. E negli anni settanta ci si mise a fare bambole nere o mulatte che i genitori bianchi compravano ai figli per esprimere le loro opinioni antirazziste». Europeana è sicuramente un modo nuovo e complesso di raccontare il secolo che da non molto ci siamo lasciati alle spalle. All’estero il libro ha fatto discutere. Chissà se da noi questo corto circuito storico, che sicuramente non andrà a genio ai puristi, avrà il successo che gli auguriamo.
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