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Festival di Verdura: voci maschili alla ribalta

  • 11 luglio 2005

Musica raffinata ma agli antipodi quella che questa settimana propone il Teatro Massimo di Palermo per il "Festival di Verdura" (nell’omonimo teatro di viale del Fante 70/b, all’interno di Villa Castelnuovo): da un lato lo swing vocale di Peter Cincotti (sabato 16 luglio, biglietti 35/15 euro), dall’altro il pop elegante e leggero di Craig David (domenica 17, biglietti 55/30 euro).

Rappresentante dell’ultima generazione di crooner, Peter Cincotti (da pronunciare rigorosamente "Sin-kottee", come precisato sul suo sito ufficiale!) si inserisce bene nell’alveo di quel genere in qualche modo imparentato con il jazz - sebbene dalle note più sfumate e leggere - che, avviato da Norah Jones e Michael Bublé, da qualche anno sembra voler far riscoprire ai giovani il gusto per i ritmi e le sonorità più confidenziali. Eppure il nostro, pianista e compositore oltre che cantante, non disdegna l’etichetta di pop-jazz che tante diatribe fra appassionati ed addetti ai lavori ha invece scatenato fin dall’inizio di detto "revival". Del resto, i suoi esordi partono proprio con classici del genere, cui affianca subito, del pari, proprie composizioni originali. Non a caso le prime note che davvero lo prendono sono quelle di uno dei più ribelli pianisti-cantanti degli albori del rock’n’roll e del boogie-woogie, il grande Jerry Lee Lewis, sebbene il suo orecchio venga trascinato da tutto ciò che abbia a che fare con il rock ed l jazz, dal Madison Square Garden newyorkese ai jazz club di Broadway. Due cd al proprio attivo - se si eccettua il "Christmas present" del 2003, in edizione limitata - l’omonimo "Peter Cincotti" (Concord, 2003) in cui dà prova di ben sapersi muovere fra classici del jazz come "Ain’t Misbehavin’" e "Sway", del pop come "The Fool on the Hill" della coppia Lennon-McCartney, e l’ultimo "On the Moon" (Concord, 2004), dove si cimenta in "I love Paris" di Cole Porter, "St. Louis Blues", "Cherokee", "You don’t know me" (country ballad portata al successo internazionale da Ray Charles ma cantata anche da Elvis Presley - che in un contesto "revival-istico" non poteva certo mancare!). Motivo d’orgoglio, per lui, l’aver aperto il concerto di Ray Charles a Montreal nel 2003 qualche tempo prima che "The Genius" ci lasciasse. Parallelamente Cincotti si scopre anche autore di testi, il che cambia il suo processo di composizione, rendendo le stesse canzoni più personali: "I changed the rules", "Are you the one?", "Lovers, Secrets, Lies" e nell'ultimo "The Girl For Me Tonight", "I’d Rather Be With You" e "He’s Watching" sono un esempio della sua accorata verve compositiva. Infine, forse molti non sanno che il nostro si è pure impegnato come attore nel ruolo di Dick Berhke per il film "Beyond The Sea", diretto ed interpretato da Kevin Spacey.

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Di diverso approccio la musica di Craig David, stella nascente del pop-soul-funky che fra le proprie collaborazioni vanta quella con il "pungiglione" della musica inglese, Sting, per la particolarissima rilettura di "Shape of my heart", hit di successo dell’ex Police, ribattezzata in versione hip-pop "Rise and Fall". Il suo stile morbido ma moderno, condito da pregevoli interventi acustici senza tuttavia rinunciare ad affascinanti sonorità elettroniche, si colloca sulla scia di una lunga tradizione musicale, che affonda le proprie radici nel pop-soul americano (Marvin Gaye e Stevie Wonder, ma anche il Michael Jackson "meno sbiadito", per intenderci), ma che traghetta l’oceano per approdare ad illustri precedenti come Terence Trent D’Arby (americano, sì, ma londinese per adozione e realizzazione artistica), mantenendo comunque presente la lezione dei rappers da strada e di certe metropolitane striature "funkedeliche". Una particolare combinazione che, unita alla benedizione della propria stella -e della propria casa discografica-, gli ha permesso di venire apprezzato da un’ampia fascia di pubblico. Diverso il discorso relativo alla critica, data l’inspiegabile vicenda dei Brit Awards del 2001, gli oscar della musica inglese: nonostante vantasse ben sei candidature, il suo debut album "Born To Do It" torna a casa a mani vuote. La rivalsa? Appena qualche mese dopo diviene disco di platino e multi-platino in 20 paesi del mondo, con circa 7 milioni di esemplari venduti. Sostenuto dagli apprezzamenti dei colleghi anche "senior" - Janet Jackson, Stevie Wonder, Usher, Jennifer Lopez, Missy Elliott, Beyoncé, Elton John, Bono degli U2 - , il che nel mondo dello spettacolo in genere non è cosa di tutti i giorni, David si butta a capofitto alla lavorazione del secondo album e nell’ottobre del 2002 esce il brano di lancio "What’s your flava?", seguito dal cd "Slicker Than Your Average", contenente anche la citata "Rise and fall": pezzi ormai notissimi ai frequentatori delle top-ten radiofoniche nonché alle orecchie più attente alle novità. Gli stessi che canterà per i suoi fans di Palermo, dimostrando che spesso il pubblico, quello che alla fine compra i dischi, spesso la sa molto più lunga dei critici.

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