"O'Scià": Claudio Baglioni invita premier e Maroni
Il cantautore confessa al settimanale "A" che vorrebbe invitare i due politici alla prossima edizione di "O'Scià", l'evento musicale ideato da lui
Musica, energie alternative e politica. Claudio Baglioni rilascia un'intervista al settimanale "A" del gruppo Rcs Periodici Spa e confessa di volere coinvolgere il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro degli Interni nella prossima edizione di "O'Scià", la rassegna di arti e musiche dedicata all'integrazione culturale, ideata dal cantautore stesso, prevista da martedì 27 settembre a sabato 1 ottobre prossimi. Come contraddire Baglioni quando dice: «Berlusconi adora cantare, adora il palcoscenico, adora stupire. Giri il mondo e c'è solo lui. Nel bene e nel male». Il cantautore, continuando il discorso spiega che «le cose a due funzionano meno di quelle a tre».
Una battuta scabrosa sulle vicende del premier? No. Vorrebbe coinvolgere anche il Ministro degli Interni Maroni, che nel tempo libero si diletta alla tastiera con il suo gruppo: i "Distretto 51". Nella lunga intervista il cantautore racconta della sua amicizia con il premier, il quale gli avrebbe confessato: «Claudio sei fortunato. Beato te che canti, suoni e fai innamorare le ragazze».
Continuando a parlare dell'isola di Lampedusa, Baglioni dice di avere altri progetti, non strettamente musicali: «Ho incontrato più volte il ministro dell'Ambiente. Con Stefania Prestigiacomo c'è un progetto di lavoro che va avanti da dieci settimane: trasformare Lampedusa nella prima isola al mondo oil free. Niente gasolio, niente benzina, niente energia sporca; solo macchine elettriche per la mobilità, solo pannelli solari per calore e luce».
«Quella di quest'anno - ha dichiarato in linee più generali, Claudio Baglioni, ideatore e promotore della manifestazione, che è stata confermata solo nei giorni scorsi pur avendo annunciato la fine della manifestazione nel 2010 - sarà un'edizione se possibile ancora più appassionata e intensa, con la quale cercheremo di ribadire l'accoglienza ai profughi, la riconoscenza ai soccorritori e la solidarietà agli isolani, che vivono una delle ore più difficili della loro non facile storia, tra il cronico abbandono del passato, la drammatica minaccia della guerra in Libia e la grave crisi in cui versa l'unico comparto su cui si fonda la fragile economia isolana: il turismo».
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