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Teatri privati in lotta per un equo sostegno pubblico

"Stati generali dello spettacolo in Sicilia" è un tavolo di incontro che ha visto protagonisti i teatri privati siciliani in lotta per la loro esistenza

  • 21 maggio 2013

Vale la pena di battersi per l'Arte, questo è risaputo. Anche se alle volte le battaglie possono essere lunghe e le contrattazioni dure, come nel caso degli "Stati generali dello Spettacolo in Sicilia", di cui si è discusso ai Cantieri culturali alla Zisa di Palermo.

"Stati generali dello Spettacolo in Sicilia - Tavolo di proposte e dibattito per un Codice Etico della attività di Spettacolo e linee guida per un equo sostegno pubblico" è un iniziativa promossa da Latitudini– Rete siciliana di Drammaturgia contemporanea, dal Circuito Musicale Siciliano, dal Coordinamento delle realtà della Danza Organizzata, dalla Rete dei Festival di Teatro, dalla Sezione Siciliana di CReSCo – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea, dalla Sezione Siciliana dell’associazione Nazionale Critici Teatrali, dalla Rete dei Festival Cinematografici, dal Teatro delle Balate di Palermo, dal Teatro Libero di Palermo e molti altri ancora.

A prendere la parola Luigi Spedale, Orazio Torrisi, Turi Zinna e Luca Mazzone per il Teatro; Biagio Guerrera, Giovanni De Santis, Pompeo Benincasa e Vito Meccio per la Musica; Giovanna Velardi e Roberto Zappalà per la Danza; Paolo Randazzo per i critici Teatrali.

Per la prima volta quasi tutte le istituzioni e le realtà che si occupano di spettacoli dal vivo si sono incontrate: uomini e donne, attrici e attori, musicisti e musiciste. Artisti, danzatori, cineasti. Spinti ad operare e a discutere per sensibilizzare le Istituzioni regionali e locali alle problematiche odierne.

Le tematiche sono risultate complesse: il rango d’impresa e il valore economico del settore del teatro privato, la necessità di rifinanziare le normative di settore con adeguati finanziamenti, l’importanza di stornare buona parte delle risorse in virtù dele leggi quadro di settore; la necessità di riportare l’Amministrazione nella strada dell’applicazione trasparente della normativa.

Così come complesso e difficoltoso è apparso il dialogo con le istitutizioni invitate ad intervenire: è stato molto sentito, infatti, il mancato intervento dell’Assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo Michela Stancheris, alla quale dovevano essere rivolte cinque domande fondamentali, rimaste senza risposta. A rappresentare l'assessorato il dirigente generale Alessandro Rais.

Luca Mazzone del Teatro Libero, ha dichiarato: «Al tavolo abbiamo partecipato in tanti. Si tratta di un'iniziativa nata dall'esigenza di far conoscere all'opinione pubblica la grave situazione in cui versano i teatri privati. Abbiamo preso come grave segno di disattenzione la mancanza dell'assessore».

«Quello che è emerso oggi è che le istituzioni teatrali private, alcune delle quali con funzione pubblica, costano molto poco rispetto a quello che offrono, ma nonostante ciò ricevuno un sostegno sempre minore - ha continuato Luca Mazzone - Si tratta di una situazione che va mutata».

Le associazioni hanno puntualizzato che non di rado si sono richiesti provvedimenti di sostegno. Appellandosi a politici e amministratori, hanno chiesto attenzione per un comparto che si sta innegabilmente impoverendo, a causa della costante riduzione d'investimenti nelle associazioni private.

Nel panorama siciliano non mancano casi limite come quello del Brass Group, che oltre a non ricevere finanziamenti si è visto richiedere un’indennità di occupazione per lo Spasimo, quantificata in oltre centomila euro. Ancora una volta, le istituzioni teatrali e musicali che si autofinanziano e che cercano di crescere autonomamente si appellano al Governo regionale, richiamando l'attenzione sulle possibili perdite attinenti all'attuale situazione del settore.

«Hanno ridotto drasticamente i finanziamenti alle leggi di settore (delle leggi 25 e 44) a favore delle spese dirette, che sono sempre stati ai limiti di un sistema clientelare, che impoverisce e costringe alla chiusura i teatri privati. - incalza Mazzone - Abbiamo bisogno che vengano sostenute sempre di più le normative trasparenti».

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