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Teatro Massimo, un dolce Natale con Hänsel und Gretel

Sul podio dell’orchestra del Teatro Massimo Günter Neuhold, mentre grande rilievo avranno inoltre il Coro di Voci Bianche e i Piccoli Danzatori del teatro Massimo

  • 10 dicembre 2003

La Fondazione Teatro Massimo di Palermo dedica il titolo natalizio ai bambini, al mondo delle favole: sabato 13 dicembre debutta infatti (a causa di uno sciopero sindacale previsto per venerdì 12, giorno della prima), al teatro di piazza Giuseppe Verdi, la fiaba musicale in due atti Hänsel und Gretel di Engelbert Humperdink (in edizione in lingua italiana) su libretto di Adelheid Wette tratto dall’omonimo testo dei Fratelli Grimm (repliche tutti i giorni, tranne il lunedì 15, sino al 18 dicembre). Sul podio dell’orchestra del Teatro Massimo Günter Neuhold, mentre sulla scena si alterneranno Paolo Orecchia e Giovanni Bellavia (Pietro), Silvia Mazzoni e Pinuccia Passarello (Geltrude), Lorena Scarlata Rizzo e Gabriella Colecchia (Hänsel), e ancora Daniela Schillaci (Gretel), Rosa Ricciotti (la strega Marzapane), Letizia Colajanni (il nano Sabbiolino), Gabriella Costa (il nano Rugiadoso). Grande rilievo avranno inoltre il Coro di Voci Bianche e i Piccoli Danzatori del teatro palermitano; la regia è invece di Pierfrancesco Maestrini, mentre le scene e i costumi sono disegnati da Alfredo Troisi.

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Questa deliziosa fiaba musicale, che certo non può definirsi patrimonio culturale del teatro italiano, nasce in un momento storico, la fine dell’Ottocento, e un paese, la Germania, in cui la riscoperta e l’utilizzo delle tradizioni popolari nazionali era assai voluto e ricercato. Nata con scopi ricreativi “privati”, per la famiglia, Hänsel und Gretel debuttò in un primo tempo a Francoforte in un teatro privato; successivamente Humperdink ne fece una seconda edizione che, grazie all’ammirazione e ai complimenti di Richard Strauss (“tutto in questa partitura è nuovo, originale, veramente tedesco”) potè debuttare “in grande stile” a Weimar nel 1893. Engelbert Humperdinck era nato nel 1854 a Siegburg in Renania, da una famiglia dell’antica borghesia tedesca. La madre, Geltrude Hartmann, trasmette al figlio la passione per la musica, cantando in casa i Lieder della tradizione tedesca e portandolo in teatro a Bonn. Dopo aver intrapreso gli studi di Architettura, comincia a frequentare il Conservatorio di Colonia, quindi si trasferisce a Monaco dove presenta le prime composizioni di netta influenza schumanniana e wagneriana.

In Italia conosce Wagner che gli chiede di collaborare alla messa in scena di Parsifal a Bayreuth: è l’incontro fondamentale per la sua carriera. Dopo la morte di Wagner, Humperdinck viaggia tra la Francia e la Spagna. Nel 1892 torna in Germania, a Francoforte, dove compone i suoi lavori più importanti, Hänsel und Gretel e Die Königskinder (“I figli del re”). Nel 1905 Richard Strauss dirige Die Heirat wider Willen (Il matrimonio senza volontà) all’Opernhaus di Berlino. Muore nel 1921, durante la convalescenza per un ictus cerebrale. Humperdinck realizza la partitura sulla storia di Hänsel e Gretel basandosi non sulla favola raccolta dai Fratelli Grimm, ma su una versione di Ludwig Bechstein che conteneva non poche parti ampliate e variate rispetto alla tradizione popolare. Non era estranea inoltre al testo di Bechstein una sorta di denuncia sociale delle condizioni delle classi meno agiate, cosa che negli anni di Humperdinck era letterariamente molto di moda. Nel maggio del 1890, Adelheid Wette, sorella di Humperdinck, aveva chiesto al fratello di musicare alcuni Lieder da lei composti su soggetto di Biancaneve per poi farli cantare ai bambini in occasione del compleanno del marito.

Il successo “casalingo” delle quattro canzoncine spinse il musicista, nel dicembre 1890, a comporre un Singspiel della durata di circa un’ora e mezza, adatto ai bambini della famiglia, e basato sulla favola di Hänsel e Gretel. La sorella lavorò al testo, eliminando le parti più crudamente realistiche e aggiungendo le figure magiche di Sabbiolino e Rugiadoso. Il debutto avvenne il 23 dicembre 1893 al Teatro di Corte di Weimar, con la direzione di Richard Strauss, a cui seguirono due repliche a Monaco (direttore Hermann Levi) e a Karlsruhe (direttore Felix Mottl). Il battesimo sotto i tre più autorevoli direttori wagneriani del momento assicurò fortuna immutata all'opera, che divenne uno dei momenti fondamentali del teatro musicale in lingua tedesca. Il linguaggio musicale di Humperdinck, di derivazione certamente wagneriana, sintetizza in sé tutta la cultura musicale tedesca da Mozart a Bruckner e Brahms. Nonostante la innegabile impronta wagneriana, Humperdinck usa un periodare sinfonico più tradizionale e discorsivo, memore della grande lezione cameristica classica e romantica. Il tematismo, ad esempio, non è rigido, e serve al musicista sia per richiamare alcune situazioni drammaturgiche che per costruire architettonicamente la partitura.

Di rado Humperdinck fa uso di ritardi o di eccessivi cromatismi; al contrario, è tradizionalmente legato a espedienti di imitazione e canone. Apparentemente facili, le parti vocali dei fratellini e della strega sono impegnative e presentano alcuni momenti difficili nell’esecuzione del fraseggio veloce e nella recitazione del personaggio. La strega necessita poi di balbettii ed emissioni nasali piuttosto difficili, che non debbono mai tuttavia abbondare in modo stucchevole. In generale, come accade per tutta la musica di stampo wagneriano, è fondamentale la resa orchestrale dei timbri che puntano a ricreare il clima psicologico dell’opera. Il testo, nonostante l'apparizione dei due personaggi magici Sabbiolino e Rugiadino, non perde nessuna delle caratteristiche originali, l’atmosfera oscura e simbolica di tutte le favole, con i riferimenti a un mondo immaginario con fantasmi, foreste buie, streghe cannibali, bambini e forno crematorio. Info al numero verde 800655858 oppure su www.teatromassimo.it

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