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Unipa, aumentano le tasse del diritto allo studio

L’importo della tassa per il diritto allo studio per il nuovo anno accademico andrà da 85 a 140 euro: l'aumento sarà di 55 euro per tutte le fasce di reddito

Balarm
La redazione
  • 13 settembre 2012

Anno accademico più caro. La tassa regionale per il diritto allo studio è aumentata di 55 euro, senza distinzione di fascia di reddito. L’importo della tassa regionale per il diritto allo studio nell'anno accademico 2012/13 passerà così da 85 a 140 euro.

Perché quest’aumento? Il Governo Monti ha emesso un decreto legge in cui si prevede che le regioni stabiliscano l’importo della tassa regionale per il diritto allo studio in base al reddito, fissando tre fasce da 120, 140 e 160 euro. Se le regioni non dovessero, entro il 30 giugno, specificare l’importo della tassa di ciascuna fascia, la stessa è dovuta nella misura di 140 euro. Ciò è accaduto con la Regione Sicilia, che non ha rispettato le scadenze e così ha dovuto introdurre in maniera uniforme, senza distinzione di fascia di reddito, l’aumento di 55 euro.

Scattano intanto le proteste degli studenti. Fausto Melluso dell’associazione MoSt- movimento studentesco ha commentato: «Questo ulteriore aumento di tasse è particolarmente inaccettabile perché è l'ennesimo segnale di disinvestimento nell'istruzione. Migliorerà infatti qualche servizio? No, perché quei soldi saranno solo un parziale ristoro dei continui tagli locali e regionali».

«Andare all'università ormai per molti è un lusso - aggiunge Melluso - e nonostante i proclami sembra che oggi in Italia l'unico merito che conti per poter esercitare il diritto allo studio sia quello di essere nato in una famiglia benestante. Ci chiedono più soldi, a tutti e senza progressività, per poi poter tagliare di più i trasferimenti statali: ecco la loro meritocrazia».

Roberto Lagalla, rettore dell'Università di Palermo, commenta così l'aumento della tassa sul diritto allo studio: «Si tratta di un tributo imposto dalla legge che non resta nelle casse dell'Ateneo ma va alla Regione per finanziare il diritto allo studio. Il governo regionale avrebbe potuto, entro il 30 giugno scorso, determinarsi a ridurre la tassa alla misura minima».

«Ma non ha emesso, purtroppo, alcun provvedimento in materia e così la Regione e' stata obbligata a comunicarci di procedere al prelevamento della quota massima. Un aggravio per i nostri studenti su cui l'Universita' non ha alcuna responsabilità» - ha concluso il rettore.

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