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Nessuna lamentela, si portavano (solo) doni: cos'era a Palermo la "Befana del Vigile"

Agli incroci i cittadini portavano regali solo un genuino "grazie" nei confronti della categoria dei vigili che svolgevano un servizio pubblico con grande gentilezza

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 6 gennaio 2024

La "Befana del Vigile" a Palermo

Dagli anni '30 agli anni '70 in Italia ogni anno si teneva una manifestazione a carattere nazionale chiamata "La Befana del vigile". Un giorno emozionante, un 6 gennaio rimasto nella storia.

Negli anni '50 a Palermo questa storia ha raggiunto il suoi apice. Ad ogni incrocio della città, c'era un vigile sopra una pedana, in divisa al centro di un quadrivia con un riconoscibile "casco" di colore bianco, guanti in tinta, un fischietto in bocca, circondato da doni offerti dai commercianti del quartiere come gesto di ringraziamento o da chiunque passasse da lì, dai Quattro Canti di città.

Nessun tentativo di corruzione ma solo un genuino "grazie" nei confronti della categoria dei vigili per avere svolto un servizio pubblico con grande gentilezza senza ricorrere alla solita sanzione.

Quindi per esempio, quelli erano i vigili che invitavano i negozianti a rientrare qualche articolo in vendita sul marciapiede, a rispettare l'esposizione dei prezzi laddove fossero stati dimenticati; erano i vigili che usavano un "rimprovero" nei confronti di chi non rispettava i colori del semaforo. Un vero rapporto di "mediazione" tra la pubblica amministrazione e la gente, i lavoratori.
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I vigili urbani insegnavano al cittadino, in maniera corretta e sincera un buon comportamento quotidiano senza mai avere atteggiamenti estremi.

Per il giorno della Befana pacchi e pacchetti venivano posizionati attorno ad una pedana dove sopra si trovava un vigile che regolava il traffico. Regali che contenevano liquori, panettoni, torroni,alimenti primari, cioccolatini, palloncini variopinti, ceste natalizie.

E ancora carrozzine, un materasso, una lavatrice, un ferro da stiro o anche veri animali, come una gallina per le uova.

Ogni auto che passava aveva qualcosa da lasciare consegnata anche da una bimba o da qualcuno vestito da Babbo Natale che stringeva la mano di quel vigile di turno. Premi meritati a chi svolgeva la professione con grande senso del dovere e sensibilità verso chi viveva la città.

Tutto questo a Palermo, avveniva nei grandi incroci come piazza Croci, piazza Politeama, piazza Verdi dove il negozio "Fuso D'Oro" regalava sciarpe e cappelli.

Tutti regali che sarebbero andati in beneficenza, per i più poveri, o distribuiti alle famiglie dei vigili urbani. Ignazio Cannelli posta un ricordo su Facebook così: «Al "cambio turno" in pedana i regali venivano prelevati da un furgone dei vigili e portati in caserma (allora Torremuzza, Foro Italico) e divisi tra tutti i vigili».

Riconoscenza, rispetto e speranza erano tre valori che davano equilibrio tra le categorie e tutto sembrava scorrere con grande serenità.

Enrico Nicoletti ricorda così: «Era lui l'amico della strada, lui che ti indicava il percorso più breve per non far tardi al lavoro, proprio lui quello che ad ogni nostra infrazione ti diceva con il sorriso sul viso: spero che sia l'ultima volta, perchè alla prossima la multa te la faccio doppia».

E quindi il giorno della Befana in ogni crocevia delle piazze italiane c'era un elegante Vigile su una piattaforma da dove c'era sempre qualcuno che passava per avvicinare almeno un panettone.

In quei giorni qualche testata giornalistica dell'epoca recitava più o meno così: "Per un giorno regali ai vigili al posto delle lamentele per le multe comminate".

C'era un mondo semplice fatto di gentilezza e rispetto per l'uniforme. Quegli uomini distribuivano serenità. La gente, quel giorno, ricambiava con generosità.
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