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Non solo "la città delle ville", pure del gusto: il (nuovo) progetto vicino a Palermo

Il cibo è diventato un tassello fondamentale dell'identità dell’Italia e della Sicilia e questi luoghi a due passi dal capoluogo regionale non sono certo da meno

Sara Abello
Giornalista
  • 27 dicembre 2023

Bagheria (dettaglio di un'immagine di Opera propria, CC BY-SA 3.0)

Bagheria, da tempo conosciuta come “la città delle ville”, adesso si fregia di un ulteriore titolo...sapete qual è? Beh è ormai “la città delle ville e del gusto”, a riprova di come la valorizzazione di un luogo possa passare anche dalla cultura del buon cibo e della tradizione enogastronomica.

Possibilmente non solo a parole, e di certo non esclusivamente a Bagheria...non abbiamo inventato nulla in questo.

Il turismo enogastronomico è del resto uno dei trend del futuro cui ambire attraverso la valorizzazione dei prodotti del territorio, delle tipicità che divengono un racconto in chiave positiva. Perché la promozione passa prima di tutto dalla cultura e dalla consapevolezza.

Esiste persino una pubblicazione di un paio d’anni fa in merito, dal titolo "Gastronazionalismo", che allude all’affermazione della propria identità patriottica attraverso il buon cibo.

La cucina effettivamente rappresenta la storia di un luogo, un elemento che tratteggia la sua unicità da condividere, anche se alle volte, sovente a dirla tutta, soprattutto in epoca recente viene usata quasi come elemento di ostentazione della propria superiorità.
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Il cibo è diventato un tassello fondamentale della nuova identità, da parte a parte dell’Italia e della Sicilia...Bagheria poteva essere da meno?! Favorevole al progetto anche l’amministrazione comunale con il sindaco Filippo Tripoli che da tempo parla di «una nuova strategia di sviluppo locale che la stagione fiorente del settore Food sembrerebbe indicare.

Una città e un comprensorio alla ricerca di un’identità, innanzitutto culturale, e che dopo anni di crisi economica vede nel sistema legato alla valorizzazione dei prodotti tipici e della gastronomia di qualità una possibilità concreta intorno alla quale riprogrammare lo sviluppo economico della città e l’attrattività turistica».

Nel tempo ovviamente c’è stato anche chi ha storto il naso...come si volesse incentrare tutto su “na bella manciata di pasta che copre gli imbrogli”. Per certi versi il rischio c’è ed è alto, sarebbe anche riduttivo ricondurre il potenziale di Bagheria ad una sagra perenne.

Vero è che, anche grazie alla recente e, si auspica sempre crescente collaborazione tra pubblico e privato, si potrebbe dare vita ad una sinergia proficua e di cui andare fieri.

Su queste basi è stato plasmato “La Piana di Baaria”. Il progetto è volto alla promozione e allo sviluppo del circuito turistico-culturale-gastronomico della Piana del comprensorio bagherese, quindi una porzione di territorio che abbraccia idealmente il tratto di costa che da Bagheria si estende sino a Trabia, comprendendo anche i comuni di Santa Flavia, Casteldaccia e Altavilla Milicia che lì sono “incastonati”.

Un territorio omogeneo con una comune matrice legata alla storia della cultura della coltivazione e commercializzazione del limone che per decenni, sino agli anni ’70 del secolo scorso, ha improntato la vita economica, sociale e culturale del comprensorio, creando reale e diffusa ricchezza, rendendolo il più florido distretto agricolo dell’Italia meridionale.

Il progetto, che mira allo sviluppo del territorio interessato e si pone come scopo finale il rafforzamento della vocazione turistica della Piana di Bagheria, si muove nell’ambito produttivo dell’agroalimentare, dell’enogastronomia e del settore culturale, universi indicati come fattori “moltiplicativi di ricchezza”, capaci cioè di generare un impatto economico direttamente nel proprio indotto e, indirettamente, negli altri ambiti produttivi.

L’idea è quella di delineare i tratti di un modello virtuoso con un’offerta turistica che, partendo dall’enogastronomia giunge ad accogliere anche architettura, storia e cultura, e applicarlo in maniera omogenea a tutta l’area interessata della Piana di Baaria appunto.

Il progetto è finanziato dai fondi del PSR Sicilia 2014-2022 attraverso la misura del Bando emesso dal Gal Metropoli Est per il “Sostegno alla cooperazione tra micro, piccole e medie imprese”. Una sinergia quindi tra istituzioni, associazioni e il tessuto produttivo dei territori, quella che auspica il Gal, diretto da Salvatore Tosi.

"La Piana di Baaria" coinvolge infatti la società R&T srl e l’associazione La Piana d’oro, guidata da Michele Balistreri, che mira a promuovere lo sviluppo locale favorendo la collaborazione tra pubblico e privato sui temi della valorizzazione delle eccellenze locali, alimentando al contempo i circuiti turistico-culturali che sono linfa vitale per il territorio.

Ma in concreto, quali saranno le attività previste dal progetto? Marketing turistico, territoriale e promozionale legato alle tipicità del territorio, a partire dal prodotto più rappresentativo e immancabile: lo sfincione bianco.

Da qui ognuna delle realtà punterà alla diffusione del proprio "tesoro", basti pensare al buccellato di Casteldaccia o alla pasta di Trabia, ai borghi marinari di San Nicola, Aspra e Porticello, all’area archeologica di Solunto e alla tradizione della Vini Corvo.

Contestualmente si favorirà il turismo attraverso focus, seminari, convegni e la produzione di un format televisivo che prevede la divulgazione e la valorizzazione dei prodotti tipici locali, del patrimonio storico-culturale con il coinvolgimento degli operatori della ristorazione e del comparto turistico e in tutte le sue componenti integrate.

Una vera e propria cooperazione con il gruppo di aziende individuate consentirà di incrementare la competitività e l’innovazione nelle filiere agricole nel sistema economico locale.

A Bagheria parlare di cibo equivale a raccontare la propria storia familiare, una famiglia allargata che si estende ai confini cittadini, celebrata persino da Gambero Rosso e baciata da qualche stella Michelin che non guasta. Tanti sono i percorsi già ben avviati per la valorizzazione delle nostre tipicità, come quello per il riconoscimento del limone della Conca d’Oro come prodotto IGP, l’acciuga di Aspra, la creazione della Comunità Slow Food dei panificatori dello sfincione bianco.

L’elemento cardine del progetto è quello di valorizzare non il singolo prodotto ma mettere in circolo, attraverso ciascuno di essi, le potenzialità e le risorse di tutto il territorio, lo sfincione ad esempio incarna in sè la sapienza dell’arte di panificare, le acciughe di Aspra, tuma e ricotta della tradizione casearia locale, la storia dei monsù: un contenitore tra storia e bontà.

Avendo chiaro il "format Baaria" lo si dovrà rafforzare e applicare a tutta l’area della Piana, così da attirare i flussi turistici con un’offerta impareggiabile e omogenea in grado di soddisfare i fruitori e invitarli ad eleggere questo tratto di costa a meta prediletta per le loro vacanze all’insegna del bello e del buono.
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