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Non solo le sue fotografie ma anche un museo a lui dedicato: Robert Capa "sbarca" a Troina

Per la prima volta e dopo sessantotto anni le sue fotografie arrivano in Sicilia, con la mostra permanente “Fragments of War in Sicily”. Gli orari e i biglietti per visitare il museo

  • 11 ottobre 2021

L’1 ottobre è stata inaugurato il Museo della Fotografia di Robert Capa a Troina, in proivincia di Enna, con la collezione “Fragments of War in Sicily”. Un viaggio, attraverso 62 stampe fotografiche in buona parte inedite e da negativo originale, tra campi di battaglia, distruzioni, sofferenza e macerie.

«In Sicilia Robert Capa si fece paracadutare il giorno prima dello sbarco alleato, la sera del 9 luglio 1943, partendo da una base aerea di Tunisi, raggiungendo un’area dell’entroterra deserta e rimanendo appeso a un albero per un’intera notte. Si unì ai soldati della prima divisione senza avere alcun accredito, era appena stato licenziato dalla rivista Collier.

L’amicizia con il gen. Theodore Roosevelt jr., figlio di Theodore Roosevelt 26° presidente degli Stati Uniti d’America, gli consentì di restare sull’isola. Fotografò la battaglia di Troina mentre veniva assunto dalla rivista Life che poi pubblicò un ampio servizio della tremenda battaglia».
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Questo breve racconto di Ezio Costanzo fa da cornice alle foto che il famosissimo fotografo, Robert Capa, ha scattato in Sicilia e che, dopo tanti anni, sono ritornate sull’isola, a Troina per la precisione, per fare parte della mostra permanente a lui dedicata.

Il Museo della Fotografia di Robert Capa a Troina con la collezione “Fragments of War in Sicily”, ha richiesto quasi cinque anni di lavoro tra selezione e acquisizione del materiale dall’International Center of Photography di New York, permettendo così di custodire alcune tra le testimonianze più importanti della fotografia mondiale. L’impresa è stata compiuta grazie alla collaborazione tra la Fondazione Famiglia Pintaura e il Comune di Troina.

Endre Ernő Friedmann nacque a Budapest nel 1913, studiò all’Università di Berlino tra il 1931 e il 1933 per poi lasciare la Germania nazista a causa delle sue orgini ebraiche. Iniziò a fare il fotografo freelance quando si trasferì a Parigi dove si incrociò con Kertész e Henri Cartier-Bresson. Fu l’incontro con Gerta Pohorylle, meglio conosciuta come Gerda Taro, che gli cambiò completamente la vita.

Sarà proprio lei, nel 1936, a scegliere il nome d’arte Robert Capa. Decisero di raccontare insieme la guerra civile spagnola: Gerda morì travolta da un carro armato, Robert divenne il fotografo di guerra per eccellenza. La sua fu una vita costellata di fascino, donne e grande attrazione per il pericolo. Le sue foto, invece, raccontano di miserie, sofferenza e atrocità.

La Mostra a Palazzo Pretura di Troina è un viaggio, attraverso 62 stampe fotografiche in buona parte inedite e da negativo originale, tra campi di battaglia, distruzioni e macerie. Un racconto visivo della cruda realtà della guerra fatto di sguardi, gesti ed emozioni che Capa ha saputo cogliere meglio di altri, empatizzando e vivendo a stretto contatto con i soldati, le vittime e la popolazione civile.

Sono celebri le sue parole che racchiudono tutta la sua filosofia «Se le tue fotografie non sono all’altezza, non eri abbastanza vicino». Non a caso Capa è considerato il fotografo di guerra più famoso avendo documentato ben cinque diversi conflitti: la guerra civile spagnola, la seconda guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana e la prima guerra d'Indocina.

Ma come ha scritto nel suo diario sulla battaglia di Troina in Sicilia all’interno del libro “Leggermente fuori fuoco" (Slightly out of focus) «Era la prima volta che seguivo un attacco dall’inizio alla fine, fu l’occasione per scattare ottime foto. Erano immagini molto semplici, mostravano quanto noiosa e poco spettacolare fosse in verità la guerra».

Nel nuovo Museo accanto alle foto scattate a Troina, durante una delle più cruenti battaglie combattuta tra l’1 ed il 6 agosto del 1943 dopo lo sbarco degli Alleati, ce ne sono anche delle altre scattate a Palermo e Agrigento.

Racconti e memorie storiche che mostrano le degenerazioni provocate dalla guerra da lui definita «un inferno che gli uomini si sono creati da soli». Capa ha immortalato la realtà, immergendosi completamente in essa, limitando al minimo qualsiasi tipo di filtro e di barriera.

Morte, distruzione e sofferenze che si contrappongono alla vita, ai sopravvissuti e agli innocenti. Un realismo puro che è riuscito a trasformare in un racconto visivo proteso verso una ricerca costante della verità. Immagini che hanno segnato un’epoca della storia della fotografia.

Il museo sarà visitabile da martedì a domenica, dalle 10 alle13 e dalle 16 alle19. Chiuso invece il lunedì.

I prezzi dei biglietti variano: intero 5 euro, studenti (11-25) 3 euro, gruppi minimo 10 persone 4 euro, famiglie 12 euro, bambini under 10 il biglietto e gratuito così come per disabili e giornalisti.
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