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Non sono grotte ma templi di eroi: la magia a due passi da "Akrai" nel borgo in Sicilia

C’è sempre tanto da conoscere sulle antiche usanze della civiltà greca anche in posto dell'Isola che non ti aspetti. Qui un restyling dell'area la renderà più fruibile

Federica Puglisi
Giornalista
  • 7 aprile 2024

Templi Ferali di Palazzolo Acreide

Venerare i morti come fossero eroi tanto da dedicargli un’intera area per il culto e la preghiera. C’è sempre tanto da apprendere e da conoscere sulle antiche usanze della civiltà greca.

A Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, a pochi passi dalla zona archeologica di Akrai è stata ripulita l’area dei cosiddetti Templi ferali, che in queste calde giornate di primavera, vale la pena visitare almeno dall’esterno. Si tratta di piccole nicchie scavate nella roccia che, si racconta, erano dedicate al culto degli eroi.

Esse sono ricavate nelle pareti di una latomia. Il nome deriverebbe dai "Feralia" festività dell’antica Roma dedicate al culto dei morti; corrispondevano all’ultimo giorno dei Parentalia e durante questo periodo si svolgevano cerimonie pubbliche con offerte e sacrifici. L’utilizzo di questa area per il culto risalirebbe al III sec.a. C.

Ma tutta l’area ha qualcosa di magico e di misterioso.
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I Templi ferali, infatti, sono vicino alla zona archeologica di Akrai e di fronte alla strada che conduce ai Santoni, le dodici sculture rupestri dedicate al culto della Magna mater. Chissà, dunque, che non ci fosse un preciso percorso che legava l’antica città di Akrai alla venerazione dei morti, da una parte, e al culto della divinità della terra dall’altra.

Secondo alcune documentazioni storiche le nicchie contenevano tabelle votive "pinakes". Alla loro base venivano posizionate offerte votive per i defunti, come ad esempio vasetti che contenevano monili o monete. Tante, inoltre, sarebbero le iscrizioni che invocavano i defunti come eroi buoni o buoni demoni.

Sembra che il Barone Judica, a cui si devono molte campagne di scavo sulla zona archeologica, avesse trovato un'iscrizione dedicata a Zopiro, un olimpionico siracusano venerato come eroe e un rilievo rappresentante un banchetto funerario.

Con un intervento di pulizia avviato di recente l’area è stata sistemata e adesso può essere ammirata anche se dall’esterno. Intanto sono in fase di esecuzione i lavori che riguardano il recupero, valorizzazione e fruizione dell’area archeologica di Akrai e il restauro conservativo del complesso scultoreo dei Santoni, il recupero dell’area pertinente ai Templi ferali.

Secondo il progetto della Regione, inoltre, verrà realizzato anche un centro visitatori, con servizi, biglietteria e un centro multimediale divulgativo-informativo.

E poi ci sarà un piazzale di sosta e di ristoro, pavimentato con basole e acciottolato con panchine in pietra calcarea e pannelli informativi. Il sito dei Santoni, infatti, ha un grande valore.

Si potranno presto tornare ad ammirare le grandi sculture dedicate al culto della dea Cibele, rappresentata seduta di prospetto, al centro di una grande nicchia, dritta con un piede su piccolo leone, e altri due ai suoi lati.

Un’area che verrà presto restituita alla fruizione, unica nel suo genere e di grande pregio. Insieme ai templi ferali e all’area archeologica di Akrai costituiscono una testimonianza storica di un periodo lontano, ricco di fascino e mistero.
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