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Posso chiamarla nonno per una notte? Il racconto di Billitteri per la Festa dei Morti

Daniele Billitteri ci parla del bimbo che vuole celebrare la Festa dei Morti ma ha tutti i nonni in vita: chiede aiuto ai defunti estranei e senza nipoti, è "l'operazione nonni"

  • 28 ottobre 2019

Lillo era troppo siddiato perché i suoi nonni, tutti e quattro, erano ancora vivi. No, non pensate male: Lillo era un picciriddo bello assistimato, educato, affettuoso e ai suoi nonni ci voleva bene assai. Ma ora che si era prossimi al primo di novembre, aumentava la sua preoccupazione. Ciò perché, una sera che Lillo aveva finito di mangiare da poco era stato attento a quello che si diceva.

Sua sorella Giovannella, infatti, aveva chiesto a suo padre com’è questa cosa che c’è un giorno dedicato ai morti e per ricordarli si fa festa. Tra le tante cose che disse suo padre una riguardava il fatto che per i Morti i nonni che non ci sono più portano regalini ai nipoti ma lo fanno di notte per non svegliarli e farci la sorpresa. E per fare questo nelle case si apparecchia una tavola e ci si posa di sopra il “cestino dei morti” dove c’è la frutta di martorana, il melograno, i biscottini tetù, le taralle.

Lillo era intelligente e quando sentì questa situazione fu subito assalito da un pensiero maligno: i suoi nonni erano ancora vivi. Dunque: chi gli avrebbe portato il regalo? Di questo pensiero si vergognò subito perché ai nonni era molto affezionato anche perché loro si occupavano molto di lui e il solo pensiero che potessero venire a mancare gli faceva salire la tristezza.
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Tuttavia la questione dei regali meritava qualche riflessione. Per esempio: era poi così indispensabile che i regali li portassero i suoi nonni? E chi aveva portato i regali l’anno precedente quando in salotto aveva trovato una splendida bicicletta? Allora nessuno aveva parlato dei nonni ma, genericamente, dei defunti. Qualcosa non quadrava.

Ma Lillo era un picciottello tosto e sveglio. Così si mise al tavolino è scrisse questo biglietto:

“Caro signore, mi permette di chiamarla nonno per qualche ora? Tra qualche giorno c’è la commemorazione di voi defunti e so che siete impegnati a portare regalini ai nipotini. Il problema è che i miei nonni sono ancora con noi e non con voi. Allora pensavo che sicuramente ci sono tanti di voi che non hanno avuto la fortuna di avere nipotini. Allora io pensavo che potrei essere io per un po’ il vostro nipotino. Venite a trovarmi e non importa se non avete regalini da portarmi. Venite a mangiare un dolcino da me. Se poi insistete… Sarei felice se potessi avere un tablet che mi sarebbe molto utile pure a scuola. Vi ringrazio e vi aspetto. Il vostro nipotino Lillo”.

Vicino casa sua c’era un grande cimitero e il pomeriggio successivo, dopo pranzo chiese ai suoi se poteva andare al campetto dell’oratorio a giocare. Ottenuto il permesso fece tante copie del biglietto che aveva scritto e andò dritto filato al cimitero. Fece un bel giro lasciando un biglietto sulle tombe dove riposavano persone nate un po’ di anni prima dei suoi nonni ma non troppo. Insomma persone che sarebbero potute essere suoi nonni. Finito il giro se ne andò a casa tutto contento. Ma non mancò di telefonare ai nonni, raccontando della sua “Operazione Nonni in Prestito”. Loro si fecero una bella risata e, approfittando che Lillo non li poteva vedere, fecero i debiti scongiuri.

Venne la notte tra il primo e il 2 e Lillo stentava a prendere sonno. Si addormentò? Forse sì, forse no, forse rimase come in sospeso. E loro arrivarono… erano tanti, vecchi, belli, sorridenti con l’aria di chi è curioso di conoscere colui che era venuto a portare quel momento di distrazione dal loro eterno riposo. Si avvicinarono al letto e lo indicavano ridendo. Nessuno di loro aveva gli occhi spenti ma, a ben guardare, erano velati come da un’ombra di nostalgia, di desiderio assolutamente umano, di gioia viva a contrastare il doloroso ricordo di non avere avuto nipotini da coccolare.

Lillo si sedette sul letto e dimenticò il pensiero del regalino. Capì che il vero regalo era questa visita, il fatto che col suo biglietto aveva richiamato in vita per qualche ora quei tanti che dormivano il tranquillo sonno dei giusti. Parlò con loro, gli raccontò dei suoi meravigliosi nonni viventi e loro sentirono di nuovo battere il cuore, sostenuto da un’affettuosa invidia per quei nonni ancora “in servizio”.

Era l’alba quando se ne andarono e Lillo dormì fino a tardi. Quando si svegliò passò dal salotto. Sul tavolo c’era un bel pacchetto per lui, un tablet fiammante e super tecnologico. Accanto c’era il cestino col “misto dei Morti”. Era vuoto. Anzi no. Dentro c’era il suo biglietto con una scritta: “Nipotino, grazie da noi nonni per una notte”.

Venerdì 1 e sabato 2 novembre alle 21,30 al Ditirammu va in scena "Noci, Nuciddi e Pupaccena" di e con Daniele Billitteri e con Stefania Blandeburgo, Marco Manera con la regia di Elisa Parrinello.
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