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Quel luogo misterioso che incuriosisce tutti: il pozzo del quartiere Matteotti a Palermo

Fu scoperto per caso nel 1927, durante i lavori di taglio degli alberi e di "sbancamento" del quartiere ex Littorio di Palermo: alle pareti scritte del secondo secolo avanti Cristo

Balarm
La redazione
  • 7 gennaio 2019

Il pozzo monumentale al Littorio

Sì, è un monumento: siamo su via Libertà, nell’ex Quartiere del Littorio, oggi chiamato quartiere Matteotti.

Questo enorme (davvero enorme) pozzo era molto ben nascosto dagli agrumenti del piano del Ranchibile ed è stato ritrovato occasionalmente nel 1927 durante i lavori di taglio degli alberi.

Siamo al centro della piccola piazza Edison e la sua bocca è quadrata e misura 12 metri per lato, una dimensione che si va restringendo man mano che si scende in profondità.

Si entra da una porticina sulla cancellata e si scende grazie a una scalinata ricavata nella roccia, che conduce in fondo: la profondità è di 20 metri circa.

Qui sulla parete di fronte all’ultima rampa, c’è un’ampia galleria che porta a un altro pozzo.

Agli inizi del 1940 fu Alfredo Salerno, un medico e speleologo appassionato di geologia e preistoria, a dare alla grande voragine il giusto valore nonché età.

Salerno si è bastato infatti sui misteriosi graffiti trovati sulle pareti della galleria di fondo per decidere di denominare il pozzo “Pozzo Sicano”.
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Secondo un orientalista dell'Università di Napoli si tratta di nomi propri di persone in caratteri libici (o punici) del III secolo avanti Cristo. e il pozzo divenne così popolarmente "Pozzo Punico".

Solo nel 1988 una esplorazione "moderna" ha consentito di interpretarne il funzionamento: un grande pozzo, una galleria e un altro pozzo necessari alla diramazione delle acque. Niente misteri dunque.

Sembra sia stato costruito per realizzare una fontana pubblica in una zona arida per far fronte alle esigenze degli operai che lavoravano in zona (nelle miniere) ma anche per i residenti delle campagne.

È verosimile anche che il pozzo sia stato realizzato dopo il 1300, periodo appunto si diffondono le cave di pietra.

In ogni caso, sono tre pozzi i monumentali costruiti con la stessa originale tecnica progettuale "a cannocchiale" e fino a ora scoperti a Palermo: tutti e tre vicini a ville settecentesche, sono quello Ranchibile, quello Briuccia-Barbera e quello di Eleonora a Tommaso Natale.
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