CURIOSITÀ
Sembra una bufala ma non lo è: in Sicilia nasce un Comune e lo chiamano Misiliscemi
Adesso la Sicilia ha un Comune in più e arriva a quota 391. A tre anni di distanza dal referendum e dopo l'ok definitivo dell'Ars adesso c'è anche la pubblicazione in Gazzetta ufficiale
La "Torre di mezzo" a Marausa
Dopo l'ok definitivo da parte dell'Assemblea Regionale Siciliana per la sua nascita, adesso c'è anche il suo "battesimo" ufficiale grazie alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione Sicilia della legge numero 3 del 10 febbraio 2021 che appunto istituisce il nuovo comune.
A 3 anni di distanza dal referendum, dunque la Sicilia ha il suo 391esimo comune, il venticinquesimo della provincia di Trapani.
La legge appena pubblicata è formata da otto articoli in cui vengono definite le dinamiche e i contorni del nuovo ente amministrativo che stabilisce la sua sede a Palazzo D'Alì.
Il nuovo comune, formato da 8.669 abitanti - che si chiamano misilesi - è composto dalla fusione tra le frazioni di Fontanasalsa, Guarrato, Rilievo, Locogrande, Marausa, Palma, Salinagrande e Pietretagliate.
Attualmente le strutture del carcere, l'ospedale e lo stadio restano appartenenti al Comune di Erice, mentre nei prossimi mesi si deciderà sul futuro dell'aeroporto "Vincenzo Florio" che dovrebbe "traslocare" da Trapani-Birgi al nuovo Comune.
Ricordiamo che l'iter è iniziato quando l'Associazione Misiliscemi avviò le iniziative per un referendum istitutivo del nuovo Comune e per staccarsi da quello di Trapani: era il 27 maggio del 2018 e la proposta fu approvata con 3.336 voti favorevoli.
Il nome Misiliscemi nasce da "Masil Escemu" di origine araba e significa "torrente o luogo ove scorre l'acqua elevato".
Il territorio era infatti attraversato da un torrente chiamato cosìche nasceva dall'altura e sfociava nel mar Mediterraneo, nei pressi della salina San Francesco. Il luogo era inoltre costeggiato dall'antica trazzera Regia del Mazaro, la "Via degli Arabi", che ha segnato il percorso dalla città alla campagna per molti anni e che molto probabilmente ha ereditato l'antico tracciato della via Consolare romana, che collegava Drepanum a Lilybeum.
Il toponimo "Masil" ricorda la fitta serie di "Manzil" di cui la Sicilia era punteggiata: i Manzil erano luoghi di sosta dove si scendeva da cavallo, probabilmente casali abitati da poche famiglie. Sul versante sud-ovest del territorio degli odierni Comuni di Trapani e Paceco si estendevano ben otto territori, di cui tre autentici Manzil: Misiligiafari, Misilcharari (Fontanasalsa) e Misiliscemi, mentre altri posti di rilevanza storica sono Kinisia ("chiesa", che comprende anche il toponimo tardo di Rilievo), Ballotta ("quercia"), Marausa ("pascolo povero"), Nubia ("terra d'oro") e Xitta ("luogo sabbioso o paludoso").
Il feudo di Misiliscemi, antico tenimentum di origine araba, era legato alla storia della famiglia trapanese de Sigerio, una delle più potenti della città, che più tardi, nel secolo XVII, avrebbe assunto il cognome di Sieri Pepoli.
Il feudo Misiliscemi, investì, per alleanze matrimoniali e politiche, il destino e le fortune di un gruppo di famiglie trapanesi, importanti nella storia della Sicilia dall'età federiciana al periodo aragonese.
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