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Tra Sciacca e Marinella di Selinunte: qualche "furbetto del Pos" e (soprattutto) tanta bellezza

La Sicilia sontuosa e magica, è un privilegio concesso a tutti. Tra Sciacca e Marinella di Selinunte si snodano le ultime tappe di un viaggio indimenticabile che terminerà a Palermo

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 11 agosto 2021

Il tempio C di Selinunte (foto dal blog Tradimalt)

«Và vidiri u var», con il braccio teso ha lasciato il posto al tavolo e si avvicina minaccioso al maxi schermo, si rivolge all'arbitro; gli fanno eco tutti gli altri spettatori, è il 26 giugno, siamo in una birreria a Marinella di Selinunte, guardiamo la partita Italia/Austria.

Siamo qui dopo aver visitato la splendida Sciacca, dove arriviamo nella prima mattinata. Condizione indispensabile vista l’elevata temperatura, e i saliscendi delle vie, specie quella che porta a San Michele. Camminiamo tra i suoi palazzotti, le sue porte, e il bel Palazzo Steripinto, realizzato nel 1500 con smerli, bifore, e bugne a punta di diamante (come il Palazzo dei Diamanti di Mantova).

Sciacca tra la fine degli anni '40 e il '60 era una delle mete dell'aristocrazia siciliana aveva circoli, dove si organizzavano serate casinò con croupiers ingaggiati all’estero, sale da ballo, feste che duravano tutta la notte, un'autentica “movida”. Se da un lato c’era lusso e divertimento, dall’altro c’era la Sciacca raccontata da Pietro Germi, in due famose pellicole.
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Il Regista la scelse seguendo i consigli dell’amico Fellini che la amava per il suo aspetto sonnolento e retrò. I Saccensi non gradirono queste pellicole, non volevano che la città si prestasse a diventare emblema di una Sicilia arretrata e pesantemente provata dalla mafia. Il regista provò a spiegare la scelta, disse in un’intervista: ”La Sicilia è Italia due volte, tutti gli italiani sono siciliani.”

Lungo le vie ci sono tanti negozi di ceramica, e gioiellerie con l'oro rosso di Sciacca. Questo tesoro dal colore pastello è legato all’isola Ferdinandea. Emersa per un breve periodo nel mare a largo della cittadina, fu oggetto di dispute tra varie nazioni, per questa ragione il nome fu "Graham Island" per gli inglesi, " Ile Julia" per i francesi. Il materiale di cui era composta facilmente erodibile dalle onde, determinò l’inabissamento nel gennaio del 1832. Nel ritornare in mare sprofondò su banchi di corallo frantumandoli. Tonnellate ne furono sparse in mare, una cara amica frequentatrice di Sciacca ricorda che da bambina sulla spiaggia se ne trovano dei rametti.

Il corallo di Sciacca ha un colore particolare, si diceva che risplendesse se costantemente portato addosso, perdendo invece parte del suo colore se dimenticato in un cassetto. Dopo aver acquistato il prezioso amuleto, lasciamo Sciacca e scendiamo verso Baia dei Turchi straordinaria ma affollatissima, impossibile persino parcheggiare.

Costretti a rinunciare alla spettacolare baia, andiamo verso un ristorante con terrazza sul mare. Il Maitre Calogero ci accoglie con gentilezza, è spiritoso e cordiale, ci fa preparare dei piatti speciali fuori menù. Mi dice che la notte precedente dopo aver sistemato e pulito la sala, aveva visto una luce argentea che come un “occhio di bue” teatrale percorreva il mare dall’orizzonte fino a sotto il ristorante. Irresistibile il richiamo, e come un novello “Ciaula”, aperta la sdraio, aveva ammirato la luna piena.

La simpatia del maitre non evita una cattiva abitudine più volte incontrata in questo viaggio: i POS non funzionano, benché previsto il pagamento, diversi negozi, distributori di benzina e ristoranti senza alcun avviso, alla vista della carta esordiscono così: “Si è rotto proprio oggi, abbiamo segnalato il problema, quanto mi dispiace, ma bisogna pagare in contanti”.

La furbata si ripete anche qui, ma non cediamo e mio marito percorre 500 metri sotto il sole cocente per arrivare a un altro ristorante a loro collegato, dove si potrà pagare con la carta. Il maitre visibilmente a disagio, mi offre una bibita, si scusa è mortificato. Andiamo via indispettiti e ci dirigiamo verso Marinella di Selinunte.

Bel mare, comode spiagge attrezzate, gente cordiale, un lungomare con una serie di piccoli ristoranti, pizzerie, bar e pub molto gradevoli. Uno di questi tutto in legno è quello che preferiamo ha le finestre aperte sul mare, tranquillo con musica soft e ottime birre. Tra gli stabilimenti scegliamo quello più vicino al promontorio, dove si trova il Tempio C del parco di Selinunte.

Il posto è ben organizzato si scende da una scala, passando attraverso le tipiche piante da macchia mediterranea. E’ bello camminare sulla spiaggia che porta sotto il tempio di Apollo. Sul bagnasciuga si trovano pezzetti di marmo e bellissime pietre lavorate, da sogno percorrerla la notte con il tempio illuminato.

Tra tutti i resti che visiteremo il giorno dopo con la navetta, questo è quello che mi ha colpito di più. Sarà perche avevo avuto modo di vedere la sua ricostruzione online, dove oltre a arcaiche Metopi, (una è custodita al museo Salinas di Palermo), nel frontone c’era una Gorgone posta lì per tutelare il tempio e ammonire il visitatore. Il parco di Selinunte ha un estensione di 5 km e merita una visita approfondita, magari non in piena estate, dove causa le temperature l’escursione può ridursi a un giro in navetta, mentre andrebbe esplorato a piedi sino al Santuario di Malophoros.

Marinella è il posto adatto dove trascorrere qualche giorno di mare, tutto comodo e bello.

Al forno lungo il corso ci facciamo preparare per i nostri pranzi “pane cunzatu” realizzato con l’antica farina Tumminia. Appassionati di farine antiche ne compriamo due kg, proveremo a fare pane e pasta una volta rientrati a casa.

Oziosamente sdraiati al mare, ragioniamo sul fatto che questo bel viaggio, lungo la costa orientale, è giunto al termine, con qualche deviazione domani saremo a Palermo.È qui che anche quest’anno festeggerò il mio compleanno, non più "barbara", straniera, tornerò in quella che considero la mia casa, tra le sue strade, tra cari ricordi e nuove emozioni, tra gli amici che sono “famiglia”.

La Sicilia Sontuosa e Magica, è un privilegio concesso a tutti.
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