ITINERARI E LUOGHI

HomeNewsTurismoItinerari e luoghi

Un luogo senza tempo sul Monte Pietroso in Sicilia: sei "a li Masciddi", il sito del mistero

Una salita che scandisce il passo verso la storia. Un luogo immerso tra monti, vallate, storia e il paesino di Camporeale a far da contorno a un sito archeologico

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 16 maggio 2023

Il Monte Pietroso in Sicilia

“A li Masciddi!”. In un territorio dove le lancette si sono fermate e il tempo ha smesso di seguire il progresso sorge un monte (Pietroso).

Una salita che scandisce il passo verso la storia, quella conosciuta e quella da scoprire. Un luogo immerso tra monti, vallate, storia e il paesino di Camporeale a far da contorno a un sito archeologico. A circa 4 km dal piccolo centro abitato in provincia di Palermo (dal 1954), una serie di itinerari escursionisti si diramano verso alcuni colli (Pietroso e Spezzapignatte). Raggiungere i 531 metri di altezza del Monte Pietroso non è faticoso ma diventa impervio scoprire e approfondire i contenuti dalle mille sfaccettature.

Tanti anni orsono, in un periodo di trafugazioni di beni archeologici, si sparse voce di un’intensa attività clandestina non molto lontana dal paese.

Scavi non autorizzati che procuravano un giro economico abbastanza ingente e per pochi eletti. I tombaroli si mettevano a completa disposizione per un tozzo di pane.
Adv
Iniziarono le fasi di ricognizione in superficie e, alle estreme pendici del monte vennero trovati frammenti di terracotta disseminati. Altri rinvenimenti notati facevano riferimento a pezzi di ceramica simili a quelle trovate a Segesta e ritenute del periodo elimo.

Una volta effettuati i primi scavi, finalmente è stato reso noto l’esistenza di un centro abitativo. Questo era difeso a Nord e Sud da mura, di cui rimangono poche tracce ancora evidenti. Ai fianchi sono state localizzate due necropoli con caratteristiche diverse.

Il centro abitato è costituito dai resti di edifici e muri di sostenimento. Purtroppo, con mera desolazione, le attività illegali antecedenti agli scavi hanno distrutto parte dei ritrovamenti.

Le ricerche degli archeologi si sono soffermate sulle necropoli. La prima è andata quasi totalmente distrutta a causa degli intensi lavori agricoli. La presenza di numerosi frammenti di pithoi, lastroni in pietra e terracotta ha avanzato l’ipotesi di sepolture in fosse terragne.

La seconda necropoli, devastata dai clandestini, era costituita da fosse terragne molto ampie e protette da muretti. La rilevazione di resti ossei indicherebbe una loro utilizzazione per deposizioni ed incinerazioni multiple. In quest’area sono stati rinvenuti frammenti di bronzo e ferro. Dai dati rilevati è possibile quantificare (presumibilmente) la vita del centro tra il VI e il IV sec. a.C.

La collaborazione tra il Gruppo Archeologico Palermitano e la Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Occidentale ha prodotto alcuni saggi a partire dal versante Nord. Sono comparsi degli strati di tegole, pietre da costruzione e un sottile strato di combustione con le rilevazioni di vari frammenti e tra questi, quella di un’ anforetta a vernice nera e di un’olletta acroma.

La scoperta del centro abitativo ha aperto un dibattito, acceso e alquanto ricco di ipotesi e riferimenti geografici. Alcuni storici pensano che il luogo sia riconducibile alla città di Macella. Per Dione Cassio e Livio la città sarebbe ubicata nella Sicilia orientale.

Secondo lo storico Pace, Macella si troverebbe nella parte occidentale della regione. Lo stesso Polibio afferma l’esistenza della cittadina nei pressi di Segesta. Altri indicano che il centro corrisponde all’attuale area archeologica di Valdibella nei pressi di Camporeale.

Oggi, senza ombra di dubbio, esistono poche certezze e fonti che possano sostenere definitivamente una tesi. Il mistero che aleggia sulla città di Macella persiste e forse, ulteriori scavi potrebbero togliere qualsiasi dubbio posto in essere. Il territorio di Monte Pietroso si interseca con la vicina Valle di Curbici.

Sono state trovate delle grotte e molti cocci durante il cammino che evidenziano la ricchezza archeologica dell’intera area. Un assaggio dell’esistenza e testimonianza di vita che ancora non ha trovato una precisa collocazione.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI