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Un premio europeo e un progetto per il Sud: i tre siciliani (under35) a difesa del mare

Carlo, Cristiano e Federica hanno lanciato una raccolta fondi per realizzare a Mazara del Vallo il primo centro di raccolta e riuso delle reti da pesca nel Sud Italia. La loro storia

  • 26 dicembre 2021

Carlo Roccafiorita, Federica Ditta e Cristiano Pesca, del team "Risacca"

Pensare al riciclo delle reti abbandonate in mare, una delle principali cause di inquinamento marino e conseguente morte di molti pesci, è certamente uno dei modi per trasformare il rifiuto in risorsa.

Ed è proprio su questa spinta che un gruppo di under35 siciliani ha lanciato una raccolta fondi per realizzare a Mazara del Vallo, il primo centro di raccolta e riciclo della plastica del Sud Italia.

Loro sono Carlo Roccafiorita, Cristiano Pesca e Federica Ditta e sono i fondatori del progetto Risacca.

«La scelta di Mazara per la realizzazione del centro raccolta non è stata casuale», ci ha detto Carlo, manager del progetto -. Oggi più che mai dobbiamo essere resilienti e introdurre innovazione può aiutarci a trovare soluzioni in grado di generare lavoro e tutelare l’ambiente.

Con "Risacca" abbiamo disegnato un processo che consentirà di trasformare le reti in risorsa, generando impatto sociale».

Facendo rete - con questo splendido gioco di parole - si potrà salvare il mare realizzando contestualmente degli oggetti di uso quotidiano e di design avvincente prodotte da Risacca LAB, una sartoria sociale e un centro per il riciclo in un container recuperato.
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In pochi mesi Carlo, Cristiano e Federica hanno riciclato una tonnellata di reti da pesca, testato i primi prodotti e vinto il premio europeo Green Impact Med.

Fondando il progetto Risacca, un anno fa, questi giovani under35 hanno messo insieme le loro professionalità che spaziano dal design, toccando il settore della rigenerazione e dell’impatto ambientale.

Sin dall’inizio, l’intento di Risacca è stato quello di promuovere soluzioni innovative a 360 gradi sul riuso e riciclo degli scarti dell’industria ittica, dalle reti da pesca alla plastica recuperata in mare.

«L’inquinamento è ormai un’urgenza globale - continua Federica, che è designer di professione - il nostro stile di vita ci ha spinti finora a produrre moltissimi rifiuti, la plastica è presente nel DNA del pianeta ammalando gli ecosistemi e si stima che nel 2050 i nostri mari avranno più plastica che pesci.

A Mazara ogni anno vengono prodotte più di 10 tonnellate di reti da pesca, i cui oneri di smaltimento gravano sulle economie dei pescatori, a volte spinti a ricorrere a metodi di smaltimento illegali».

«Abbiamo collaborato con armatori, pescatori, artigiani - aggiunge Cristiano - e il nostro laboratorio è un’occasione unica per rispondere al loro desiderio di ripartire diversificando il mercato e rievocando le tradizioni».

Incrociando le dita il laboratorio sorgerà nel parco rigenerato di Periferica, già luogo d’innovazione locale ma la volontà, come sottolinea Carlo, è ben più ambiziosa.

«La nostra visione è di replicare il Risacca LAB in ogni porto italiano. Vediamo Mazara come un primo test per rispondere ad un bisogno diffuso in molte città e comunità nate intorno al mare. Aver lanciato la raccolta fondi ci ha messo in contatto con altri operatori del settore internazionali che sicuramente saranno utili per lo sviluppo delle nostre attività.

L'obiettivo che ci siamo posti è di 26 mila euro ma anche se non dovessimo raggiungere questa cifra abbiamo anche dei sottotraguardi non meno importanti che, una volta raggiunti, ci permetteranno comunque di crescere».

Per sostenere il progetto Risacca può visitare la pagina dedicata sul sito di Produzioni dal basso (fino al 13 febbraio) e donare scegliendo tra le ricompense offerte (borse in rete fatte a mano, esperienze, elementi stampati in 3D, attività di formazione).

Per i più creativi c’è anche la possibilità di partecipare alla trasformazione del container in laboratorio, scoprendo Mazara in sette giorni.
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