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Una speranza per la piccola Ayeda: dall'Iran a Palermo per salvarla da una rara malattia

Per la profuga afghana di due anni era stato lanciato un appello al ministro Tajani: si chiedeva un corridoio umanitario per portarla in Italia. Sarà curata all'Ismett

Luca La Mantia
Giornalista
  • 4 settembre 2025

La madre della piccola Ayeda al loro arrivo a Palermo

La bella sorpresa è arrivata con un post di Renato Schifani sulla sua pagina Facebook. «Ce l'abbiamo fatta. La piccola Ayeda dall'Afghanistan all'Ismett di Palermo. Un grandissimo lavoro di squadra», scrive il presidente della Regione Siciliana, corredando il suo annuncio con la foto dell'aereo della Turkish Airlines con cui la bimba è arrivata in Sicilia.

Ayeda è una profuga afghana di due anni, con una malattia grave e potenzialmente letale: la colestasi intraepatica familiare progressiva. Per lei si erano mobilitate diverse associazioni ed era stato lanciata una richiesta di aiuto su Change.org, che negli ultimi giorni ha sfiorato le 15mila firme.

Nell'appello si chiedeva al ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani l'apertura di un corridoio umanitario che permettesse alla piccola di raggiungere l'Italia per essere curata in un centro specializzato.

La bella notizia ora è il suo arrivo a Palermo dove verrà seguita dal personale dell'Ismett, centro specializzato in questo tipo di interventi e di trapianti. Il caso della bimba afghana era stato sollevato dall'agenzia Dire, che aveva anche raccolto la testimonianza della madre.

Un trapianto di fegato è l'unica speranza per salvarla. Da qui la richiesta di portarla in Italia dall'Iran, Paese dove la sua famiglia ha trovato rifugio ma che a marzo ha vietato il rinnovo dei permessi di soggiorno per i profughi dall'Afghanistan.

La piccola è affetta dalla nascita da Pfic, colestasi intraepatica familiare progressiva, una rara malattia epatica che compromette gravemente le sue funzionalità. Le sue condizioni stavano peggiorando giorno dopo giorno, costringendola a convivere con un prurito incessante, ittero, insufficienza epatica progressiva.

Un intervento, ma anche cure continue, sono l'unica via di sopravvivenza per Ayeda. Come Francesca Lombardozzi, presidente della Pfic Italia Network, ha spiegato in occasione dell'appello a Tajani, il trapianto di fegato da solo potrebbe non bastare. Serve un'assistenza continua e cure specifiche che potrebbe riceve solo in alcuni Paesi europei come l'Italia.

«Oggi è uno dei giorni più belli della mia vita - commenta Renato Schifani -. Di fronte al grido di aiuto della piccola Ayeda e della sua famiglia la Sicilia non si è voltata dall’altra parte. Si è messa in moto una straordinaria mobilitazione umanitaria che ha visto istituzioni, associazioni e cittadini uniti da un solo obiettivo: salvare una vita».

«Sono certo - aggiunge - che abbiamo messo Ayeda nelle migliori mani possibili e che l’accoglienza e la generosità dei siciliani sapranno accompagnarla in questo delicato percorso di cura e speranza».
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