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Dopo 50 anni torna a nidificare sulle Madonie: che si sa dell'avvoltoio degli Egizi

Nei prossimi anni gli scienziati e i politici locali dovranno sforzarsi ulteriormente per consentire a questi animali di aumentare di numero e vivere meglio la loro vita

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 23 luglio 2025

Il Capovaccaio sulle Madonie (foto di Matteo Orlando)

Dopo anni di impegno e numerosi progetti di conservazione, che l’avevano individuato come uno degli animali a più rischio di estinzione d’Europa, il capovaccaio torna a nidificare nel Parco regionale delle Madonie, segnando un punto di svolta per la storia della Biodiversità siciliana.

Era da oltre 50 anni che non esistevano nidificazioni di questa specie in questa parte dell’isola. Il capovaccaio è noto per essere l’avvoltoio più piccolo presente nel Mediterraneo, dopo il grande grifone.

Il capovaccaio prende il nome dall’abitudine di aggirarsi a terra tra il bestiame, ed è soprannominato anche "avvoltoio degli egizi" perché la sua sagoma stilizzata faceva parte dell’alfabeto geroglifico, rappresentando il primo segno fonetico, con pronuncia "ah".

A comunicare alla stampa e alla comunità scientifica questa buona notizia sono stati i ricercatori della Fondazione Internazionale Biodiversità del Mediterraneo (Fibmed), che da anni cercano di tutelare la specie in Italia e in altri paesi.

La prima nidificazione del capovaccaio, il cui nome scientifico è Neophron percnopterus, è una buona notizia, ma secondo gli esperti non può essere considerata il punto di arrivo degli sforzi di conservazione.

Questa specie necessita infatti ancora tutele, al pari degli altri grandi rapaci che sono stati o permangono a rischio di estinzione nel nostro territorio.

Nei prossimi anni, dunque, gli scienziati e i politici locali dovranno sforzarsi ulteriormente per consentire a questi animali di aumentare di numero e vivere meglio la loro vita.

Paradossalmente c’è stato un tempo non così tanto remoto in cui i capovaccai venivano considerati degli animali comuni in Sicilia.

La nostra isola era infatti sinonimo, per gli ornitologi, di territorio in cui si potevano trovare le varie specie di avvoltoi presenti in Europa. Basta studiare la geografia delle stesse montagne di Palermo per trovare quel Monte Grifone che un tempo era abitato da una folta comunità di questi animali, che liberavano le campagne della Conca d’Oro dalle numerose carcasse, provenienti dal bestiame domestico, che si potevano trovare nei pascoli.

La situazione tuttavia cambiò con la progressiva cementificazione della Sicilia, con l’aumento della caccia e l’uso di veleni per uccidere gli animali selvatici indesiderati.

Una vera ecatombe, che portò questi animali negli anni Settanta - quando la cementificazione aveva già fatto le prime vittime – a ridurre sempre di più il loro numero nel Sud Italia.

E da allora, la situazione ha continuato a peggiorare. Da 50 coppie nidificanti, per buona parte presenti in Sicilia, oggi si contano solo 5 coppie, sparse tra la Sicilia, la Sardegna e la Calabria.

Nelle Madonie le ultime nidificazioni avvennero agli inizi degli anni Ottanta e gli specialisti chiariscono che il ritorno dei capovaccai su queste vette è recente.

Negli ultimi tempi i capovaccai erano rimasti confinati nel sud dell’isola, tra le campagne del trapanese e dell’agrigentino, dove potevano ancora trovare i resti degli animali selvatici e svolgere il proprio importante ruolo ecologico di spazzini.

L’arrivo sulle Madonie è stato possibile anche grazie agli sforzi intrapresi dagli scienziati per predisporre il territorio di un carnaio, ovvero di una vasca pensata esplicitamente per grifoni e altri avvoltoi, dove vengono depositate le carcasse dei cinghiali e dei daini abbattuti all’interno del parco.

Questo carnaio si trova ad Isnello e venne realizzato proprio per il piano di reintroduzione del grifone.

Una struttura nata per una specie, che alla fine ha permesso di rivedere anche l’avvoltoio di minori dimensioni. Il nido segnalato da Fibmed è stato scoperto lo scorso giugno, grazie al monitoraggio svolto dai volontari e da alcuni naturalisti, come il fotografo Matteo Orlando, di recente autore di un libro sulla fauna delle Madonie.

Sempre a giugno è stata confermata la nascita di un piccolo, ad indicare che la nidificazione è andata a buon fine.

Gli ornitologi che stanno seguendo la coppia affermano che, se tutto andrà per il meglio, il piccolo dovrebbe involarsi entro la seconda metà di agosto e si spera che la coppia decida anche l’anno prossimo di scegliere le Madonie per deporre, così da incrementare il numero di capovaccai presenti in Sicilia.
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