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A Palermo arriva "Approdi": in scena le voci più radicali della scena contemporanea

Balarm
La redazione
Davide Iodice con un cast di attori neuro divergenti, una coreografia della giovane Leila Ka già acclamata dai principali teatri europei, un piccolo tesoro inatteso di Emma Dante (che non è vero che ha completato la trilogia sul Basile!, anzi riparte), il podcast teatrale di Giorgina Pi, Ashkan Khabiti che racconta teatralmente la sua fuga dall’Iran, il collettivo palestinese Yes Theatre, il pianto teatrale di Simone Azzu per la sua isola martoriata dal fuoco; SPIME.IM che si muovono tra Francia e Italia, e il teatro sociale di Daniela Mangiacavallo al Carcere Pagliarelli.

Se Metamorphosis era l’isola della Natura e Derive, la sezione per le famiglie, "Approdi" resta la vera anima di Prima Onda, lo sguardo contemporaneo che non ha paura di schierarsi, di parlare di accessibilità, di confrontare linguaggi ed eliminare ogni barriera, teatrale e non.

Dal 23 ottobre al 12 novembre si apre "Approdi" che, forte della direzione artistica a otto mani - Manuela Lo Sicco (teatro) Giovanna Velardi (danza), Luca Giannetto (musica), Cristina Alga (progetti situati), mentre i momenti di formazione e i laboratori sono curati da Dario Muratore – e di una mente organizzativa che è Sabino Civilleri, cuce un festival che porta a Palermo alcune delle voci più radicali della scena contemporanea.

"Approdi è il porto dove si incontrano differenze, conflitti, esperienze ai margini, il festival della ferita, un invito all’ascolto, un atto politico e poetico. È l’isola delle storie che non trovano spazio altrove, che portano con sé corpi fragili, parole censurate, battaglie invisibili. Approdi dà voce a chi non ce l’ha, e lo fa con un linguaggio artistico radicale, ibrido, aperto” spiegano da PrimaOnda.

Nato dall’esperienza del collettivo Genìa, Prima Onda si fonda su un modello pubblico-privato innovativo, costruito insieme a UniPa Heritage dell’ Università di Palermo e CoopCulture, con la collaborazione del DAMS UniPa.

Dopo l’Orto Botanico e Cinisi, eccolo approdare alla Kalsa tra il ritrovato Teatro Garibaldi, piazza Magione, ma anche Booq, e allargarsi oltre le mura, fino al Carcere Pagliarelli, dove Daniela Mangiacavallo ritrova il suo teatro sociale, a cui partecipano i detenuti; e sei giovani in regime di semilibertà collaborano al festival per il comparto tecnico, luci e audio.

Si inizia giovedì 23 ottobre alle 17.30 al Teatro Garibaldi con una giornata dedicata all’accessibilità con un talk su “Corpi in spazio pubblico: il teatro che fa la differenza”, Gloria Calderone discute con il Disability Pride e con Davide Iodice che porta alle 21.00 un Pinocchio attraversato da disabilità e umanità, grazie a un gruppo di giovani attori neuro divergenti accompagnati dalle loro famiglie.

Da venerdì si apre un weekend dedicato alla danza internazionale: alle Officine Bellotti un incontro a tre voci tra Lucia Guarino, la compagnia Leila Ka e Balletto Civile. Il corpo femminile è al centro del lavoro di Leila Ka, giovane coreografa e danzatrice francese che, dopo alcuni anni con Maguy Marin e una coreografia per Beyoncé, è arrivata come un tornado alla ribalta, attirando gli occhi della critica internazionale: ad APPRODI arriva un doppio assolo, Pode Ser e C’est toi qu’on adore, danze di resistenza e sopravvivenza. La giornata si chiude alle 22 con Grey Line AV del Collettivo SPIME.IM che si unisce a Basemental, un dialogo attivo tra Parigi e Berlino.

Sabato 25 ottobre, eccoci da Booq con la prima session di “Non ci ho capito niente! Attrezzi per leggere insieme i segni scenico-compositivi dello spettacolo dal vivo” a cura di Sofia Bordieri. Alle 21 altro burattino collodiano, stavolta la lettura “fisica” Pinocch-Io di Lucia Guarino con Gianni Staropoli (premio UBU luci per due anni); e alle 22 di nuovo musica con Curva Minore: Matchume Zango, originario del Mozambico ma trapiantato ad Amsterdam con “The native practices of Monzabik” tra timbila, mbira e djembe.

Dopo la seconda session sugli attrezzi di scena, domenica alle 21, con Balletto Civile, “I’m not a hero. Indagine sulla società dell’incertezza” con Emanuela Serra e Ambra Chiarello; e alle 22 “dIAloghi al buio” di Loris Seghizzi. Direttore del festival Collinarea, Loris è figlio di due capocomici, Franco Seghizzi e Enza Barone, ha raccolto il testimone della compagnia più longeva d’Italia con 110 anni di attività.

La seconda settimana si apre con un lavoro inatteso, che giunge in corsa: Emma Dante non ha affatto chiuso la sua trilogia-innamoramento per Giambattista Basile, anzi. Questo che debutta lunedì 27 ottobre al Teatro Garibaldi, è un monologo prezioso , interamente affidato a Carmine Maringola. “Chi sputa ‘n cielo ce retorna ‘n facce. Era ‘na vota Giambattista Basile”.

Martedì 28 ottobre, Lindy hop, il ballo del sorriso: Daniele Savarino e Angelica Di Pace che stanno “sceneggiando” la social dance: il Teatro Garibaldi si trasforma in un’enorme balera.

Mercoledì 29 ottobre, da Book si discute di “Isole postesotiche”, nuovi approdi e paesi lontani con Maria Livia Alga (che alle 22 ritorna con un dialogo con Ship e Compagnia Meridiano Zero). Alle 20 “Nata vicino ai fantasmi. Nata tempesta”: Giorgina Pi ha tratto un “diario in cuffia” dal mito di Tiresia con cui ha vinto l’UBU, attraverso i versi di Kae Tempest.

È diventato un podcast recitato in real time, per 100 spettatori e 100 cuffie tra piazza Magione e le terrazze del Teatro Garibaldi. Alle 21, “Il Pubblico Bene”: Simone Azzu è un giovanissimo autore e regista sardo; propone una performance di carattere ibrido fra teatro, musica elettronica (con SHIP), atto poetico, forma ritualistica e un esito audio-visivo.

Giovedì 30 ottobre alle 21 al Teatro Garibaldi si apre una tre giorni su conflitti, dialoghi, desiderio di pace. Con “Sharshouh”, la compagnia non governativa palestinese Yes Theatre arriva direttamente da Hebron per un ciclo di incontri con giovani, giovanissimi e donne; e una performance storica, uno splendido monodramma che affronta il tema dell'oppressione, incitando alla ribellione, invocando libertà ed emancipazione.. Con la compagnia dialogherà in due diversi momenti, Marta Bellingreri: chiedendo loro come si fa a resistere all’odio, forse anche con il teatro? Venerdì alle 22 ritorna in scena Chris Obehi con il suo quartetto.

Sabato 1 novembre: un public program sulla Palestina con letture ad alta voce di Compost. Ashkan Khatibi, regista iraniano che tre anni fa è riuscito a scappare in Italia, accolto dal Teatro Franco Parenti che ha prodotto questo “Lui” – alle 20 al Teatro Garibaldi - una lettera aperta al mondo libero, un racconto di scrittori e artisti che vivono all’ombra della dittatura. Una storia, la sua storia. Alle 22 “Eleutherios” di Giuseppe Di Bella Quartet progetto crossover che attraversa dialetto, italiano e spagnolo.

Domenica 2 novembre APPRODI chiude il programma con (troppi) i morti, cerchio narrativo con Afshin Firouzi alle 18 in piazza Magione; alle 20 al Teatro Garibaldi, “Tre streghe” nuovo progetto di Teatrialchemici - Luigi di Gangi e Ugo Giacomazzi con Simona Malato, Chiara Muscato e Daniela Macaluso, tre donne (Hannah Arendt, Carmen e Ipazia), il Potere, la Carne, la Sapienza, tre battaglie, tre vite che hanno cambiato il mondo.

Ci si saluta alle 22.00 nel NTNTN Release party: presentazione live di “Everything needs to change” e “The crack of dawn”, nuovi EP di NTNTN, tra techno, ambient e visioni oniriche. Opening Act: Waving Ant - tape ambient, musicista palermitano, il suo live è costruito sull’uso di nastri e audio cassette sovraincisi; Dj set a chiusura del producer palermitano Roberto Costa, aka Pisk.

Il 12 novembre, un progetto che è profondamente legato ad APPRODI: al carcere di Pagliarelli, “Cosmogonie #variazioni sull’uomo” nuova performance di Daniela Mangiacavallo con i detenuti, prodotto da Baccanica.
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