A Villa Filippina la collezione "Spirito verdiano": in mostra l'omaggio di Vittorio Rainieri a Giuseppe Verdi

"Rigoletto", opera di Vittorio Rainieri (part.)
Le opere di Vittorio Rainieri (San Secondo Parmese, 1956), costruttore di forme e dispensatore di emozioni, arrivano nel capoluogo siciliano con la mostra "Spirito Verdiano", fruibile a Villa Filippina (sotto i portici, entrando sulla destra) fino al 4 agosto.
Un omaggio al Maestro Giuseppe Verdi che nasce nel 2009 dalla volontà dell'artista di recuperare e far rivivere in forma pittorica emblemi raffigurativi delle opere verdiane.
Nella città natale di Ranieri, infatti, esisteva una maestosa architettura, eretta nel piazzale antistante la stazione, per ricordare il grande maestro di Busseto. Questo monumento, progettato dall'architetto Lamberto Cusani e dallo scultore Ettore Ximenes, consisteva in un arco di trionfo incastonato fra due ali di un grande peristilio semicircolare.
La scultura commemorativa, inaugurata nel 1913, rimase danneggiata nel 1944 da un bombardamento e il Comune, con in mente ben altri progetti, lo fece demolire. Rimangono come testimonianza dell'architettura eclettica solo nove delle ventotto statue in cemento che raffiguravano simbolicamente i ventisei melodrammi verdiani più la Messa da Requiem e l'Inno alla Guerra.
Vittorio Rainieri, dopo attente ricerche e documentazioni sul monumento scomparso, decide di impostare il suo omaggio di riconoscenza a Verdi cercando di far rivivere simbolicamente, coi mezzi della pittura (ma non solo), l'antico manufatto, con tutto il suo significato culturale e storico, estrapolando dalle partiture musicali e sceniche gli elementi più rappresentativi di tutto ciò che collega le arti visive alla musica.
Ed è così che l'artista inizia la sua dedica realizzando delle opere in tutto corrispondenti alle statue contenute nel monumento verdiano dispiegando la sua salda poetica pittorica e considerando il soggetto obbligato non un elemento di limitazione creativa, bensì un cimento con cui raggiungere i più alti esiti creativi pur attenendosi fedelmente ai preesistenti caratteri dei personaggi.
L’artista nel raccontarli non tralascia niente e così, piuttosto che personaggi imbalsamati dal tempo e dalla storia, balzano dalle grandi tele (156 x 106 cm) in tutta la loro vitalità e in tutta la loro spavalda realtà quasi, nonostante i loro costumi anacronistici, come se si trattasse di personaggi del nostro tempo.
Nelle opere di Rainieri appare evidente una certa maestosità, in una pittura che si lega alla scultura, e dove all'interno di un perfetto assetto scenico, di volta in volta i diversi personaggi raccontati da Verdi, rivivono i ruoli. Il dolore, la sconfitta, il tradimento, la burla.
Nella sua ricerca introspettiva, fissa così in ogni rappresentazione tutti i drammi e i sentimenti intimi dei protagonisti, lasciando ampio spazio ad un rinnovato coinvolgimento dello spettatore, che come a teatro subisce un turbamento interiore e viene travolto dalla maestosità, in un turbinio di emozioni.
Vittorio Rainieri è un artista affermato italiano. Da giovane, si è approcciato all'arte di tipo figurativa e grafica e, successivamente, si è appassionato ai paesaggi e alla figura, sperimentando diverse tecniche e raccogliendo consensi.
L'apprezzamento del pubblico si accentua quando, nel 2009, l'artista realizza una serie di 27 opere dal titolo "Spirito verdiano" dedicate, appunto, al compositore italiano Giuseppe Verdi.
Nel 2014, si ha un nuovo sviluppo della sua carriera artistica poichè realizza l'opera intitolata "Dies irae", di dimensioni 140x100cm, che mira a concludere il ciclo di opere maestose dedicate a Verdi.
Dal 1975 l'artista ha sviluppato il suo curriculum artistico con partecipazioni ad esposizioni e a premi d'arte, di livello nazionale ed internazionale.
Un omaggio al Maestro Giuseppe Verdi che nasce nel 2009 dalla volontà dell'artista di recuperare e far rivivere in forma pittorica emblemi raffigurativi delle opere verdiane.
Nella città natale di Ranieri, infatti, esisteva una maestosa architettura, eretta nel piazzale antistante la stazione, per ricordare il grande maestro di Busseto. Questo monumento, progettato dall'architetto Lamberto Cusani e dallo scultore Ettore Ximenes, consisteva in un arco di trionfo incastonato fra due ali di un grande peristilio semicircolare.
La scultura commemorativa, inaugurata nel 1913, rimase danneggiata nel 1944 da un bombardamento e il Comune, con in mente ben altri progetti, lo fece demolire. Rimangono come testimonianza dell'architettura eclettica solo nove delle ventotto statue in cemento che raffiguravano simbolicamente i ventisei melodrammi verdiani più la Messa da Requiem e l'Inno alla Guerra.
Vittorio Rainieri, dopo attente ricerche e documentazioni sul monumento scomparso, decide di impostare il suo omaggio di riconoscenza a Verdi cercando di far rivivere simbolicamente, coi mezzi della pittura (ma non solo), l'antico manufatto, con tutto il suo significato culturale e storico, estrapolando dalle partiture musicali e sceniche gli elementi più rappresentativi di tutto ciò che collega le arti visive alla musica.
Ed è così che l'artista inizia la sua dedica realizzando delle opere in tutto corrispondenti alle statue contenute nel monumento verdiano dispiegando la sua salda poetica pittorica e considerando il soggetto obbligato non un elemento di limitazione creativa, bensì un cimento con cui raggiungere i più alti esiti creativi pur attenendosi fedelmente ai preesistenti caratteri dei personaggi.
L’artista nel raccontarli non tralascia niente e così, piuttosto che personaggi imbalsamati dal tempo e dalla storia, balzano dalle grandi tele (156 x 106 cm) in tutta la loro vitalità e in tutta la loro spavalda realtà quasi, nonostante i loro costumi anacronistici, come se si trattasse di personaggi del nostro tempo.
Nelle opere di Rainieri appare evidente una certa maestosità, in una pittura che si lega alla scultura, e dove all'interno di un perfetto assetto scenico, di volta in volta i diversi personaggi raccontati da Verdi, rivivono i ruoli. Il dolore, la sconfitta, il tradimento, la burla.
Nella sua ricerca introspettiva, fissa così in ogni rappresentazione tutti i drammi e i sentimenti intimi dei protagonisti, lasciando ampio spazio ad un rinnovato coinvolgimento dello spettatore, che come a teatro subisce un turbamento interiore e viene travolto dalla maestosità, in un turbinio di emozioni.
Vittorio Rainieri è un artista affermato italiano. Da giovane, si è approcciato all'arte di tipo figurativa e grafica e, successivamente, si è appassionato ai paesaggi e alla figura, sperimentando diverse tecniche e raccogliendo consensi.
L'apprezzamento del pubblico si accentua quando, nel 2009, l'artista realizza una serie di 27 opere dal titolo "Spirito verdiano" dedicate, appunto, al compositore italiano Giuseppe Verdi.
Nel 2014, si ha un nuovo sviluppo della sua carriera artistica poichè realizza l'opera intitolata "Dies irae", di dimensioni 140x100cm, che mira a concludere il ciclo di opere maestose dedicate a Verdi.
Dal 1975 l'artista ha sviluppato il suo curriculum artistico con partecipazioni ad esposizioni e a premi d'arte, di livello nazionale ed internazionale.
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