Al Cineteatro Golden di Palermo la musica del bassista jazz Marcus Miller
Viene davvero da stropicciarsi gli occhi se si volge lo sguardo alla discografia di Marcus Miller: una carriera solista lunga 35 anni, collaborazioni durature con David Sanborn e Miles Davis, un album con Michael Petrucciani e collaborazioni con personaggi dello spessore di Eric Clapton, Aretha Franklin, Jay-Z, Elton John, George Benson, Herbie Hancock e Wayne Shorter.
Marcus Miller è sì un jazzista che predilige il sottogenere fusion o quello funk. Ma non è un purista del jazz tout-court perché ha l’ambizione di voler travalicare i fittizi muri che separano i generi e di poter suonare ogni spartito, ben assecondato da una band che ha la sua stessa visione e malleabilità. "Laid Black" é una lunga suite per lo più strumentale composta da nove brani dalla lunghezza minima, come si conviene, di almeno cinque minuti. L'artista riesce con la grande classe di cui dispone a far convivere felicemente le mille sfumature di cui sono composti generi musicali all’apparenza dissimili rischiando sì di fare impazzire la maionese ma riuscendo in realtà a rendere più pop e fruibile a un pubblico più largo una musica che altrimenti rischierebbe di essere etichettata come alta, come colta e confinata nel recinto degli "iniziati".
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