Allo Steri di Palermo con la musica in cuffia: il Teatro Biondo torna in scena con "A noi due"
Gli attori Vincenzo Pirrotta e Paolo Briguglia
Il Teatro Biondo di Palermo riapre il sipario per una stagione estiva che prende il via il 4 giugno a Palazzo Chiaramonte Steri con la prima nazionale di "A noi due", ovvero "Le menzogne della notte" di Gesualdo Bufalino.
A noi due è un'esperienza teatrale innovativa, nella quale lo spettatore è posto al centro di un processo immersivo ispirato al romanzo di Bufalino, un percorso esperienziale pensato per gli spazi dello Steri Chiaramonte di Palermo.
La drammaturgia e la regia sono di Giulia Randazzo; in scena Vincenzo Pirrotta, Paolo Briguglia, Matteo Francomano, Mauro Lamantia, Giuseppe Lino e il musicista Alessandro Librio, autore di una partitura musicale e sonora che il pubblico ascolterà in cuffia.
L'ex sede dell’inquisizione diviene metafora di una biblioteca della memoria, dove lo spettatore è invitato a entrare in contatto con la parte più intima del pensiero dello scrittore siciliano. Tra labirintici riferimenti biografici e bibliografici, affiorano frammenti sospesi tra realtà e finzione, che si condensano e, infine, prendono vita in una riflessione sulla morte, o meglio, sugli istanti che la precedono.
Un tempo sospeso, da dividere con le verità di ogni prigioniero, fra equivoche confessioni e angosce. Il senso di reclusione e di controllo vissuto dai personaggi plasma lo spazio fisico: nel cortile esterno dello Steri viene ricreata la sensazione di uno spazio interno grazie a un gioco di posizioni tra palcoscenico e pubblico.
L’impianto scenico si ispira al carcere panottico ideato nel 1791 da Jeremy Bentham e presente anche nell’isola bufaliniana (identificato come il penitenziario sull’isola di Santo Stefano nell’arcipelago delle isole ponziane, anche se l’autore non lo nomina mai) ma ne inverte le prospettive.
Gli spettatori ascolteranno in cuffia il suono dello spettacolo, appositamente realizzato dal musicista Alessandro Librio con la tecnica binaurale, che dà la sensazione di essere immersi in un ambiente tridimensionale.
A noi due è un'esperienza teatrale innovativa, nella quale lo spettatore è posto al centro di un processo immersivo ispirato al romanzo di Bufalino, un percorso esperienziale pensato per gli spazi dello Steri Chiaramonte di Palermo.
La drammaturgia e la regia sono di Giulia Randazzo; in scena Vincenzo Pirrotta, Paolo Briguglia, Matteo Francomano, Mauro Lamantia, Giuseppe Lino e il musicista Alessandro Librio, autore di una partitura musicale e sonora che il pubblico ascolterà in cuffia.
L'ex sede dell’inquisizione diviene metafora di una biblioteca della memoria, dove lo spettatore è invitato a entrare in contatto con la parte più intima del pensiero dello scrittore siciliano. Tra labirintici riferimenti biografici e bibliografici, affiorano frammenti sospesi tra realtà e finzione, che si condensano e, infine, prendono vita in una riflessione sulla morte, o meglio, sugli istanti che la precedono.
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L’azione si svolge da un tramonto all’alba successiva. Quattro condannati a morte, accusati di sedizione e attentato alla monarchia, attendono l’esecuzione. Il governatore dell’isola concede loro di trascorrere una notte confortevole, durante la quale, se uno di loro svelerà il nome del capofila dei rivoluzionari, nell’anonimato di una confessione scritta, tutti saranno salvi.Un tempo sospeso, da dividere con le verità di ogni prigioniero, fra equivoche confessioni e angosce. Il senso di reclusione e di controllo vissuto dai personaggi plasma lo spazio fisico: nel cortile esterno dello Steri viene ricreata la sensazione di uno spazio interno grazie a un gioco di posizioni tra palcoscenico e pubblico.
L’impianto scenico si ispira al carcere panottico ideato nel 1791 da Jeremy Bentham e presente anche nell’isola bufaliniana (identificato come il penitenziario sull’isola di Santo Stefano nell’arcipelago delle isole ponziane, anche se l’autore non lo nomina mai) ma ne inverte le prospettive.
Gli spettatori ascolteranno in cuffia il suono dello spettacolo, appositamente realizzato dal musicista Alessandro Librio con la tecnica binaurale, che dà la sensazione di essere immersi in un ambiente tridimensionale.
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